Cronaca

Il giudice per le indagini preliminari Vittorio Anania ha condannato sette persone, ritenute responsabili di una serie di rapine messe a segno a Bagheria ai danni di attività commerciali: Giovanni Bravo (5 anni), Francesco Croce (3 anni e 4 mesi), Nicolò Lanza (2 anni e sei mesi), Gregorio Mineo (5 anni), Mirko Talamanca (5 anni), Rosario Schillaci (7 anni), Emanuele Schillaci (7 anni), Luca Vella (4 anni).

Erano stati arrestati dai Carabinieri il 22 luglio del 2011.

Le indagini dei carabinieri avevano fatto luce su nove rapine. Nel mirino erano finiti la “Tabaccheria del Corso” (bersaglio di tre colpi), il Supercinema, il negozio di detersivi Futura, un distributore di carburante Q8, la rivendita di tabacchi Salerno, e gli sportelli di due istituti di credito Credem e Unicredit.

A tradire la banda sarebbero state le riprese dei sistemi di video sorveglianza che hanno immortalato sia gli assalti che i sopralluoghi che li avevano preceduti.

La mente della banda sarebbe stato Rosario Schillaci che nella sua fedina penale annovera vari precedenti per reati contro la persona e il patrimonio.

Sarebbe stato lui a dettare i compiti agli altri. A stabilire chi dovesse fare da palo e chi avesse il sangue freddo per fare irruzione nei negozi. 

Un particolare sconcertante è emerso durante le indagini che si svolgono per un'altra rapina alla quale ha partecipato una donna che era entrata nel negozio come una normale cliente stringendo per mano il proprio figlio di dieci anni.

 

La composizione della foto di copertina è tratta da livesicilia.it

Tre falsi ciechi assoluti, che percepivano la pensione di invalidità da oltre 30 anni, sono stati scoperti e denunciati dalla Guardia di Finanza di Bagheria, in provincia di Palermo.

I tre soggetti sono stati individuati a seguito di una analisi avviata dalle Fiamme Gialle della cittadina palermitana, nel quadro di un più ampio progetto investigativo denominato “Fake Blind”, con l’acquisizione degli elenchi degli invalidi riconosciuti presso l’INPS e dei loro cartellini fotografici presso le anagrafi comunali, cui ha fatto seguito una mirata attività di incrocio con le informazioni contenute nelle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza.

Questo preliminare screening ha fatto emergere alcune posizioni soggettive connotate da evidenti incompatibilità con la condizione di cecità assoluta, fra cui l’intestazione di automezzi e infrazioni al codice della strada, così come una attiva vita sociale rilevata dai principali social network; è poi seguita una mirata attività di osservazione e di pedinamento, con foto e riprese video, nei riguardi dei soggetti maggiormente sospettati di avere per lungo tempo truffato lo Stato.

Fra questi un cinquantenne di Santa Flavia che, nonostante risultasse non vedente totale dall’anno 1974, oltre ad avere un profilo Facebook con numerosi fotogrammi comprovanti una vita del tutto normale, risultava intestatario di un auto.

Monitorato per diversi giorni dai Finanzieri, è stato filmato durante frequenti uscite di casa, sempre da solo, mentre passeggiava senza problemi parlando al cellulare e prestando molta attenzione al traffico cittadino; in altre occasioni è stato ripreso e fotografato mentre spazzava il cortile di casa, oppure mentre si recava dal barbiere, ovviamente in totale autonomia.

Infine, in occasione di un ordinario controllo sulla regolare emissione degli scontrini all’uscita da un esercizio commerciale, il soggetto ha anche sottoscritto il verbale redatto dai Finanzieri nei suoi riguardi, quale cliente, senza alcuna difficoltà connessa al suo presunto stato di cecità.

Altra situazione approfondita dalle Fiamme Gialle di Bagheria ha riguardato lo strano caso di due anziani fratelli di Misilmeri – un uomo e una donna - ai quali, contestualmente, nel 1988 era stato diagnosticato il medesimo handicap di cecità assoluta, con conseguente concessione degli emolumenti previsti dalla legge per questa invalidità; uno dei due, peraltro, in data anteriore alla certificazione era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.

Anche per i 2 anziani, quindi, è stata avviata una mirata attività di osservazione, durante la quale, tra l’altro, l’uomo è stato ripreso durante le sue assidue frequentazioni del bar della piazzetta, dove si recava per la quotidiana partita a carte con gli amici, ma anche nei frequenti spostamenti verso il tabaccaio o il market, sempre da solo ed ovviamente senza alcun accompagnamento.

La sorella, invece, è stata filmata durante gli spostamenti verso la vicina chiesa, o all’uscita dell’alimentari mentre portava le borse della spesa verso casa, o mentre, trovandosi sul marciapiedi del centro cittadino, schivava un passeggino lamentandosi poi nei confronti della madre che lo conduceva per non averle ceduto il passaggio. 

I due fratelli falsi ciechi si guardavano bene dal riscuotere personalmente i sussidi mensili e, per questo, avevano formalmente delegato al ritiro della pensione presso gli sportelli bancari, alcuni familiari. 

Complessivamente, la truffa posta in essere dai tre soggetti, tutti denunciati alla Procura della Repubblica del Tribunale di Termini Imerese per il reato di truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche, ha provocato allo Stato, negli anni, un danno per oltre 520.000 Euro. 

In seguito alla denuncia della Guardia di Finanza, il magistrato che ha coordinato le indagini, il Sostituto Procuratore Dott. Simone DE ROXAS, ha richiesto ed ottenuto dal GIP del Tribunale, l’emissione di specifico decreto di sequestro preventivo sui beni dei tre soggetti.

I finanzieri della Compagnia di Bagheria hanno quindi dato immediata esecuzione al provvedimento del giudice, procedendo al sequestro di un’autovettura, 5 terreni, 4 depositi bancari e 2 conti correnti, riferibili ai tre responsabili.

Contestualmente, è stato notificato all’INPS di Palermo il provvedimento emesso dall’Autorità Giudiziaria per la sospensione del pagamento degli emolumenti pensionistici e dei relativi sussidi di invalidità.

Vai al Video dell'operazione della Guardia di Finanza

 

Portano la data del 16 di aprile le lettere inviate dal commissario liquidatore del Coinres, in cui si comunica ai destinatari che " in ossequio al dispositivo commissariale del 15.04.2013,  a partire dal 29.04.2013, la S.V. cesserà di svolgere la propria attività lavorativa presso il Consorzio'.

'Gli uffici amministrativi - prosegue la lettera - restano a sua disposizione per eventuali chiarimenti.

Da giorni se ne parlava tra i dipendenti del Coinres di questa lettera di licenziamento che stava per arrivare, ed oggi la preoccupazione e la paura per il futuro sono diventate concrete.

Le condizioni delle strade di Bagheria soprattutto in periferia cominciavano già a mostrare i segni di un servizio che andava avanti a ranghi ridotti, ma la sepranza come si dice è l'ultimaa morire.

La Regione che aveva auspicato la prosecuzione del rapporto di lavoro senza però volersi far carico degli oneri aveva eccepito qualche settimana fa,  tramite l'assessore all'energia Marino, sulla legittimità del provvedimento già assunto dal precedente commissario, dr.ssa Silvia Coscienza che era stata nominata commissario dalla stessa regione.

Sosteneva l'assessore che l'incarico della Coscienza era scaduto e che era irrituale continuare a dare disposizioni oltre il 31 dicembre 2012, data di scadenza dell'incarico, utilizzando per di più la carta intestata della Regione che con il Coinres non ha alcun rapporto giuridico.

Accanto alla Coscienza si erano schierati Francesco Ribaudo, deputato del PD e Fabrizio Ferrandelli.

Adesso che il licenziamento dei 180  ex Temporary è stato messo messo nero su bianco, ci sono da attendersi giorni caldi per il servizio di trasporto e smaltimento rifiuti, anche perchè dopo la vicenda subito ridimensionatasi del camion 'radioattivo', tra il personale stabilizzato sono carenti gli autisti, mentre abbonda il personale amministrativo, e per di più un grosso compattatore è in officina per riparazioni.

Già da oggi gli ex Temporary non sono andati al lavoro, per recarsi a protestare a Palermo in Assessorato.

Ad accelerare la situazione in questi ultimi mesi oltre ad alcune pesanti sentenze della Corte dei conti che hanno condannato amministratori di aziende pubbliche o partecipate a rifondere all'erario i danni prodotti con le loro decisioni, è intervenuta anche una ferma presa di posizione dei tre commissari che in questo momento amministrano il comune di Misilmeri che hanno scritto senza mezzi termini che non intendono continuare a garantire il lavoro agli ex Temporary, le cui procedure di assunzione, già due gradi di giudizio hanno definito illegittimi.

E' di qualche minuto fa la notizia che l'assessore regionale Marino avrebbe fatto sapere ad un gruppo di lavoratori e ai loro rappresentanti sindacali, che si attiverà per organizzare un incontro con i sindaci dei comuni del Coinres

Organizzavano "coca-party" in alcune ville e case di campagna a Bagheria. Per otto imputati la corte d'appello di Palermo ha deciso lievi riduzioni di pena, confermate invece altre tre condanne inflitte dal gup in primo grado per associazione finalizzata al traffico di droga.

La corte ha condannato Vincenzo Militello a 3 anni e 10 mesi (5 anni in primo grado);  e Luigi Catalano (4 anni in primo grado), a 3 anni e 10 mesi; Antonino Castronovo ( 3 anni e 2 mesi), a 3 anni ; Antonino Palazzotto (4 anni e 2 mesi), a 3 anni e 2 mesi; Mario Patti (2 anni e 6 mesi), a 2 anni e 4 mesi;  Rosa Maria Lo Medico (2 anni e 2 mesi) a 2 anni;  Paolo Sancilles (4 anni e 2 mesi), a 3 anni;  Emanuele Martorana (2 anni e 6 mesi) a un anno e 4 mesi..

Confermate le condanne per Valentino Rovetto, Domenico Di Paola (2 anni e 6 mesi) e Benedetto Gagliano (2 anni e 8 mesi). 

Gli investigatori avevano scoperto che gli spacciatori, arrestati a dicembre del 2011, adescavano i giovani nei pressi delle scuole, ma anche sfruttando le potenzialità dei social network per invitarli a feste serali o pomeridiane. Qui veniva fornita loro una dose gratuita di cocaina, per far provare lo sballo e, in questo modo, avvicinarli al mondo della droga. Almeno sei gli incontri monitorati e tra questi il caso di un "addio al celibato".

Uno degli spacciatori arrestati per l'occasione aveva messo a disposizione degli ospiti cento grammi di cocaina, ritenendolo evidentemente un "investimento". 

Gli spacciatori erano conosciuti dagli acquirenti solo con i loro appellativi dialettali ("Baby Ciccio", "Totò U Miricanu", "Ranetta") e con questi soprannomi conversavano tra loro al telefono. Le dosi erano chiamate in codice "orologi", "pantaloni", "sfincionello piccolo" per l'hashish e "sfincionello grosso" per la cocaina.    

 

da gds.it 

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