Cronaca

Due provvedimenti di sequestro di disponibilità patrimoniali e finanziarie in misura equivalente all’entità delle imposte evase, emessi dall’Autorità Giudiziaria di Palermo, sono stati eseguiti dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza del capoluogo siciliano, all’esito di altrettante verifiche fiscali concluse nei mesi scorsi.

Un provvedimento di sequestro ha riguardato una società bagherese, operante nel settore dell’elettronica industriale e, specificamente, nella produzione di quadri elettrici, nei cui riguardi i finanzieri della Compagnia di Bagheria (PA), a seguito di una approfondita verifica fiscale, hanno scoperto, per gli anni dal 2008 al 2010, l’utilizzo di fatture false per gonfiare costi riportati in dichiarazione e quindi abbattere il reddito imponibile, per un valore complessivo di circa 255.000 Euro.

Grazie a questo sistema, la società ha evaso poco meno di 155.000 euro fra IVA e IRES.

L’amministratore e socio unico della società è stato quindi segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, per dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture inesistenti (art.2 del D.Lgs. nr.74/2000).

Riconoscendo la sussistenza degli elementi probatori forniti dalla Guardia di Finanza, il GIP del Tribunale di Palermo ha emesso decreto di sequestro preventivo dei rapporti bancari nella disponibilità della parte, fino alla concorrenza delle imposte evase, al quale i Finanzieri hanno dato esecuzione provvedendo al sequestro di 3 dossier titoli e 1 conto corrente bancario.
 

L'altro provvedimento ha riguardato un ristorante del palermitano, nei cui confronti le Fiamme Gialle del Gruppo della Guardia di Finanza di Palermo avevano riscontrato, a fronte della regolare emissione di scontrini fiscali nei confronti della clientela, la sistematica mancata dichiarazione al fisco dei propri redditi.

All’atto dell’accesso presso il locale, i militari avevano anche scoperto un registratore di cassa utilizzato negli anni precedenti, che il responsabile aveva nascosto per ostacolare la ricostruzione dei proventi conseguiti nell’attività.

Dopo l’esecuzione di una approfondita verifica fiscale, in cui le Fiamme Gialle sono comunque riuscite a stabilire il reale giro d’affari del ristorante, è emersa una evasione consistente, pari a oltre 1.700.000 euro di redditi netti non dichiarati ai fini delle imposte dirette e di 350.000 euro ai fini dell’imposta sul valore aggiunto.

Contestualmente sono state approfondite le posizioni dei lavoratori rinvenuti all’interno del ristorante, a seguito delle quali è emerso che tutti i 16 addetti al locale erano impiegati completamente “in nero”; per tale motivo sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 100.000 euro.

Per le violazioni fiscali, è poi scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica di Palermo per i reati di cui agli artt.5 e 10 del D.Lgs. 74/2000 per aver evaso imposte oltre la soglia di punibilità prevista e per aver occultato le scritture contabili.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha successivamente disposto, a seguito di ulteriori indagini effettuate dai finanzieri e volte alla ricostruzione del patrimonio dell’imprenditore indagato, il sequestro dei beni immobili riconducibili alla società od al suo amministratore.

Fonte Ufficio Stampa della Guardia di Finanza
 

Aveva adottato per nascondere la droga uno stratagemma che però non ha funzionato. Giacinto Tutino, 57 anni, piccolo allevatore e commerciante bagherese, che nello scorso mese di novembre era stato fermato a bordo del proprio furgone utilizzato per il trasporto di cavalli. 

Aveva nascosto la droga, un quantitativo notevole, 250 Kg. di hashish, in alcune intercapedini del furgone dove aveva poi caricato del letame per simulare una attività normale per un allevatore e confondere eventualmente il fiuto dei cani.

Ma l'alzata d'astuzia non ha funzionato anche perchè il grosso carico pare provenisse dalla Campania, e negli ultimi due anni una 'gola profonda' ha consentito a Polizia e Carabinieri di intercettare sempre in autostrada e sempre in vicinanza di Palermo grossi carichi di droga provenienti dalla zona di Napoli.

Ora il G.U.P. Lorenzo Matassa ha condannato ad otto anni Giacinto Tutino, difeso dall'avv. Rosalia Zarcone, durante il processo svoltosi con il rito abbreviato.

La pubblica accusa aveva chiesto dieci anni, ma l'avvocato difensore ha controbattuto che la quantità di principio attivo nella droga era molto basso; non è stata inoltre trovata alcuna connessione con interessi di tipo mafioso.

Tutino infatti, qualche precedente per piccoli reati, non è mai stato coinvolto in accuse che lo vedessero colluso con la mafia.

Nel 1989 durante la terza guerra di mafia che ebbe come epicentro Bagheria, ed in cui furono commessi, da marzo ad agosto una decina di omicidi, alcuni dei quali "eccellenti", un suo familiare Onofrio Tutino, era caduto sotto il piombo mafioso davanti al bar Aurora, mentre consumava un gelato assieme a Bartolomeo Scaduto, anche lui morto nell'agguato.

 

Il commissario straordinario liquidatore del Coinres Silvia Coscienza, dopo l'altalena delle settimane scorse circa la sorte dei lavoratori a termine ( già Temporary) ha nei fatti ridato validità alla primitiva ordinanza di interruzione: pertanto  a partire dal prossimo 15 marzo troncato il rapporto lavorativo con i 180 lavoratori che hanno con il Consorzio appunto un rapporto di lavoro a tempo determinato.

Dopo la riunione alla Regione in cui l'assessore all'Energia Piero Marino aveva dato una "declinazione politica" del problema, rassicurando che "sino al 30 settembre non manderemo a casa nessuno"   che aveva alimentatole speranze dei lavoratori, senza però alcuna specificazione su chi avrebbe dovuto pagare le spettanze ai dipendenti a tempo, ora è arrivata la doccia fredda.

In una situazione in cui i commmissari di Misilmeri hanno messo le mani avanti, giudicando illegittime le proroghe degli ex-Temporary  fatte dall'Assemblea dei sindaci e con la Corte dei conti che non perdona chi sgarra, ognuno pensa a pararsi le proprie spalle.

Contestualmente il commissario Silvia Coscienza ha proceduto ad una nuova riassegnazione dei lavoratori a tempo indeterminato assegnando a Bagheria 108 unità lavorative in maniera nominativa. Ora si porranno dei passaggi estremamente delicati, a partire dal censimento numero di amministrativi che verranno trasferiti al comune di Bagheria.

Fatte salve quelle poche unità che cureranno gli aspetti amministrativi, per il resto il sindaco di Bagheria  ha sempre parlato di una utilizzazione produttiva e sul campo della forza lavoro che verrà assegnata a Bagheria, anche attraverso una riorganizzazione interna ed una riqualificazione del personale amministrativo che si dovesse rivelare in esubero.

Vista anche la sentenza della Corte dei conti  che ha condannato i due ex presidenti del Coinres Raffaele Loddo e Gianni Granata al pagamento di grosse somme per illegittime assunzioni che si riferiscono al periodo dei trasferimenti avvenuto dal 2005 al 2007 di unità lavorative dalle ditte private al costituendo Coinres, pare di capire che si procederà ad una ricognizione, caso per caso, dei requisiti dei 108 destinati a Bagheria.

Insomma c'è da attendersi una fase calda che avrà un indubbio riverbero sul servizio di raccolta rifiuti.

Naturalmente i sindacati dei lavoratori sono in allarme e non escludono dure forme di protesta nei prossimi giorni.



I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Palermo, unitamente al personale del Comando Carabinieri NAS hanno denunciato in stato di libertà B. m. , palermitano, classe 1978, poichè all’interno di un capannone di sua proprietà, sito in questa via Pescia, sono state rinvenute carni conservate in cattive condizioni igienico-sanitarie.

In particolare, all’interno dell’area ispezionata dai Carabinieri vi era un casolare di campagna allo stato rustico, dove era stato ricavato un box in muratura per il ricovero di animali e, nella zona antistante allo stesso, vi era un altro ambiente dove si trovava installato un congelatore a pozzetto, contenente svariati alimenti del tipo carni avicole, agnello, nonché interiori quali “stigghiole” e prodotti ittici.

Gli alimenti menzionati risultavano essere conservati in precarie condizioni igienico-sanitarie infatti, gran parte dei prodotti risultavano bruciati dal freddo e contaminati da residui di alimenti precedentemente congelati.

Nel corso della medesima attività, in un appezzamento di terreno adiacente al locale, il B. m. custodiva diversi animali che saranno oggetto di accertamenti sanitari a cura dell’A.S.P. di Palermo - Dipartimento di Prevenzione Veterinario.

Palermo, 06 marzo 2013

fonte: ufficio stampa Carabinieri

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