Cronaca

E' stato un uomo di 37 anni a segnalare ai Carabinieri di Ficarazzi quelle ossa sulla spiaggia della Crocicchia a Ficarazzi.

Tempo fa un ritrovamento analogo aveva consentito di accertare che non si trattava di resti umani; il problema è che si continua a cercare il corpo mai ritrovato di un mafioso di Villabate Andrea Cottone scomparso nel 2002 per lupara bianca.

E' stato il pentito Stefano Lo Verso, che aveva avuto un ruolo nella scomparsa del Cottone, ad indicare  agli inquirenti nella sua confessione il luogo dove era stato probabilmente nascosto il corpo.

Tant'è che i Carabinieri della Compagnia di Bagheria avevano fatto poco più di un anno fa una serie di "sondaggi" nella zona vicina alla Crocicchia, dove si trovavano un tempo una pizzeria e un minigolf, senza arrivare però ad alcun risultato.

Adessso malgrado le ossa siano in cattivo stato di conservazione, causata si può presumere dall'opera incessante del mare, il p.m. incarivato del caso Geri Ferrara, ha dato disposizione di verificare la possibilità che si tratti di frammenti di ossa umane.

C'è molto scetticismo a proposito di questo ritrovamento, ma il fatto che in quell'area si pensa sia stato seppellito il corpo di Andrea Cottone, spinge gli inquirenti a seguire tutte le possibili piste.

Nella stessa zona oltre un anno fa era avvenuto un regolamento di conti che aveva portato all'uccisione  di un uomo.

 

dai giornali

 

L'incendio si è verificato durante la notte scorsa in via Dante davanti agli uffici della Serit di Bagheria.

Nessun allarme però  è immediatamente scattato e l'incendio si è, probabilmente per carenza di materiale infiammabile, autoestinto.

Solo nella mattinata di oggi mercoledì 25 aprile, la volante della Polizia in un normale giro di perlustrazione ha notato l'ingressodella Società di riscossione delle imposte annerito.

Nessun intervento quindi dei Vigili del Fuoco.

La Scientifica sta ancora nella tarda mattinata effettuando i rilievi, anche se non sembrano esserci dubbi sulla natura dolosa del gesto; sono ancora visibili a terra vistose macchie nerastre dovute al materiale infiammabile utilizzato per dare vita all'incendio che ha lasciato segni vistosi sulla saracinesca di accesso al locale dove viene ricevuto il pubblico.

L'episodio fa il paio con una serie di atti intimidatori, verificatisi nei mesi scorsi a livello nazionale, nei confronti del Direttore generale di Equitalia cui sono stati recapitati nell'ultimo periodo misssive con inquietanti e minacciosi segnali.

Sarebbe un errore liquidare il fatto, che per fortuna non ha arrecato danni agli abitanti del condominio, come un atto di teppismo.

Non è pertanto solo un problema di ordine pubblico, ma è sintomo di un disagio sociale sempre crescente sul quale è opportuno che si concentri l'attenzione delle forze politiche anche locali che hanno il compito di amministrare questa città.

 

Un bagherese e un complice, in un box adibito a deposito di attrezzi agricoli nel centro cittadino, avevano ideato un ingegnoso sistema per truffare Sky, Mediaset ed altri canali a pagamento: muniti di pc, Sky card o Mediaset premium, decoder e altro "decrittavano" il segnale delle pay per view di un abbonamento regolare in modo da renderlo visibile "in chiaro"  e poi tramite internet veloce lo passavano a loro utenti che a costi bassi, con "abbonamenti" di appena 15-20 euro potevano accedere a servizi molto più costosi  offerti da Sky o Mediaset.

E' stata la Guardia di Finanza di Bagheria con  l'operazione "Card Sharing", coordinata dalla Procura di Palermo, che è riuscita a smascherare i due truffatori; con una indagine abbastanza complessa  attraverso gli indirizzi IP, trovati nel box dell'ideatore della truffa, si  è riusciti a risalire anche  a quanti usufruivano illecitanente dei servizi pay tv.

Sono 57 le persone coinvolte nell'operazione: presso cinquanta abitazioni di utenti connessi al sistema sono state effettuate perquisizioni da parte della GdF, con il supporto del Gruppo di Polizia Tributaria, nel corso delle quali sono state rinvenuti particolari modelli di decoders (dream box) direttamente collegati alle reti Internet, da cui prelevavano il relativo segnale trasmesso dagli organizzatori della frode.

Uno dei soci aveva l'incarico di selezionare persone cui venivano intestati gli abbonamenti regolari, pagati con carte prepagate intestate a persone ignare, da cui veniva prelevato il segnale: solo alcuni di costoro erano al corrente dell'uso illecito che veniva fatto della card loro intestata.

Tutti i soggetti, sia i 55 utenti che l'organizzatore del sistema e il suo complice, sono stati denunciati all'Autorità giudiziaria per il reato di "promozione e utilizzo per fini fraudolenti di apparati idonei alla decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato", reato punibile con una reclusione sino a tre anni.

Per il procacciatore d'affari è scattata anche la denuncia per "circonvenzione d'incapace " per avere falsamente intestato ad un soggetto diversamente abile sia l'abbonamento che una "posta pay".

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati 31 decoder tipo "dream box", 2 modem, 2 pc, 1 server, 103 smart card riprogrammabili, 26 smart card Sky, 5 card Mediaset premium, e 1 programmatore per Smart card

 

 

Porticello 20/04/2012 - Le nuove norme in materia di pesca imposte dal Decreto Legislativo n° 04/2012 relativo alla pesca e acquacoltura, hanno mietuto le prime “vittime”. 

Gli uomini della Guardia Costiera di Porticello, guidati dal Tenente di Vascello Silviamaria Malagrinò, hanno dato esecuzione al nuovo decreto, procedendo ad un capillare controllo in ambito portuale degli attrezzi da pesca imbarcati sui pescherecci porticellesi.

Dopo aver proceduto al sequestro di una rete di tipo” strascico” in quanto difforme alle normative impartite dalla comunità europea, gli uomini del locale Circomare, hanno proceduto al controllo di un unità da pesca, iscritta a Porticello, che deteneva a bordo, in maniera visibile attrezzi da pesca autorizzati ma non utilizzabili in questo periodo di pesca.

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I militari, incuriositi dell’anomalo contesto, hanno proceduto ad un controllo del peschereccio sollevando le tavole del fasciame e ispezionando locali opportunamente occultati. Durante il controllo è stata riscontrata la presenza di 4.000 metri di rete di tipo “spadara”, vietata sin dal 2001, e “ferrettara” difforme alle caratteristiche previste.

Le reti sono state poste sotto sequestro e al capobarca C.P. di anni 63 è stato elevato verbale amministrativo per 4.000 euro. I controlli si protrarranno nei giorni a seguire anche in considerazione della sempre stringente procedura di infrazione che potrebbe pendere sull' Italia nel caso in cui tali sistemi di pesca non vengano del tutto aboliti.

Dall’inizio dell’anno sono già numerosi i sequestri eseguiti dalla Guardia Costiera porticellese che hanno riguardato oltre la detenzione di rete illegale, il controllo della filiera di pesca al fine di evitare l’immissione di prodotti in cattivo stato di conservazione o provenienti da altri paesi non comunitari e venduti in maniera fraudolenta come prodotti locali, un esempio per tutti la presenza sempre più costante sulle nostre tavole del pangasio che,  importato come prodotto congelato dal Vietnam, viene venduto per fresco quale filetto di persico, o in certi casi di altri specie ancora più pregiate.

Per ogni tipo di informazione sulla filiera di pesca e sui prodotti ittici la Guardia Costiera è sempre disponibile a fornire informazioni finalizzate a una sempre maggior tutela del consumatore.

 

foto in alto: il porto peschereccio di Porticello; foto a destra: il Tenente di vascello della Guardia Costiera Silviamaria Malagrinò, Comandante del Circomare di Porticello.

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