Pesanti richieste dei P.M. per i bagheresi del processo Perseo

Pesanti richieste dei P.M. per i bagheresi del processo Perseo

cronaca
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Pesanti le richieste dei p.m., che di fronte al G.U.P Ettorina Contino, stanno portando avanti un troncone del processo Perseo,

che vede alla sbarra una parte degli oltre 90 arrestati, di apparteneneti e presunti appartenenti a cosa nostra, nell'operazione del dicembre 2008

L’accusa principale era quella di aver tentato di ricostituire la cosiddetta commissione provinciale , per ridare una struttura organizzata e verticistica a cosa nostra: obiettivo non realizzato per i contrasti insorti tra le varie famiglie, all’interno delle quali un ruolo di autorevole mediatore, secondo l’accusa, giocò il capo della famiglia mafiosa di Bagheria Giuseppe Scaduto.

 

Ma assieme al reato di associazione a delinquere di stampo mafioso a parecchi degli imputati venivano contestati i reati di estorsione e di favoreggiamento, e di concorso.
Nel troncone principale Adelfio Giuseppe + 48, giovedì i pubblici ministeri Marzia Sabella, Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene, coordinati dall’aggiunto Ignazio De Francisci, e che si svolgeva con il rito abbreviato sono state pesanti le richieste dei p.m., se si considera che le richieste sono già scontate di un terzo, per avere gli imputati scelto il rito abbreviato.


L’imputato per cui è stata richiesta la pena più alta, 24 anni, è Sandro Capizzi, 27 anni, figlio di Benedetto capomafia mafioso di Altofonte.
Per i bagheresi Giuseppe Scaduto la richiesta è stata di 19 anni, per Mineo Gioacchino di 10 anni e 7 anni per Onofrio Prestigiacomo.
L’altro bagherese coinvolto Salvatore Flamia assieme ad altri 7 imputati verrà processato con il rito ordinario la cui prima udienza è stata fissata per il 3 marzo di fronte alla IV sezione del Tribunale.

Nel corso dell'udienza di ieri sono inetrevnute anche le parti civili: il comune di Bagheria era difeso dall'avvocato Ettore Barcellona. La sentenza è prevista per la fine di Aprile.