Cultura

Frequentemente capita che i pazienti chiedano informazioni sulla possibilità di affiancare un sostegno di tipo farmacologico al percorso psicoterapeutico.

In realtà l’opportunità di utilizzare contemporaneamente farmaci e psicoterapia dipende dal singolo caso e deve essere attentamente valutata dal medico in sinergia con lo psicoterapeuta.

Se dal quadro clinico emerge una chiara indicazione all’utilizzo del farmaco il percorso viene programmato valutando con le altre figure sanitarie il miglior piano terapeutico possibile per il paziente.
La maggior parte delle ricerche concordano nell’affermare che i migliori risultati si ottengono (chiaramente per certe patologie e situazioni cliniche) con l’utilizzo concomitante di farmaci e psicoterapia.

Tuttavia il farmaco da solo può aiutare ad alleviare certi sintomi, ma sicuramente per un cambiamento più radicale, che possa rappresentare una via di guarigione per il paziente, è necessario un percorso psicoterapeutico.
In fondo se io ho la febbre potrò assumere del paracetamolo per contenere il rialzo termico ma probabilmente, se il malanno è dovuto a un infezione, non risolverò alla radice il problema.

Così la psicoterapia, grazie al suo grande potere di cambiamento è in grado di apportare modifiche più profonde, che riguardano l’organizzazione dell’individuo e il suo modo di pensare e di affrontare i problemi.
Il percorso terapeutico quindi consente alle persone di iniziare a guardare le cose in modo nuovo e di affrontare i cambiamenti e le sfide di ogni giorno con maggiore sicurezza e con strumenti nuovi.

Dott. Francesco Greco
http://www.consulenzapsicologicaonline.blogspot.it
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Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, disturbi dello sviluppo, consulenza di coppia e familiare a Bagheria (Pa).
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Non so se perché da considerarsi un frutto virtuoso della crisi o se perchè celebrazione del cinema come opera collettiva, ma il film di Pippo Gigliorosso "Ore 18 in punto" (da giovedì 12 giugno anche al Supercinema) appare un miracolo al pari della recente vittoria elettorale del Movimento 5 stelle a Bagheriopoli. 

Lungometraggio indipendente (interamente prodotto dal cast artistico e tecnico e co-prodotto da 1000 "volontari" che hanno acquistato 18 cm di pellicola a testa al costo di un biglietto, 7€), applauditissimo al TaorminaFilmFestival, "Ore 18 in punto" è un'apprezzabile favola d'amore che gioca con intelligenza con gli stilemi del genere (Amor vincit omnia) riuscendo ad affrancarsi (nonostante la zavorra del low cost), con leggerezza - grazie a una gestione del set cinematografico che ha molto, pure in alcune scelte di fotografia, di teatrale - da qualche calo di tensione narrativa.

Non fosse per l’ambientazione ultraterrena dell’incipit, si direbbe che l’idea originaria del film abbia linfa stevensoniana (Il club dei suicidi). Il racconto infatti ha inizio in un al di là immaginato in maniera quasi kafkiana, come un politburo in cui particolari angeli custodi (tra i quali il protagonista, Paride Benassai) si curano di assistere il trapasso dei suicidi. Un elegante impiegato in abito bianco e copricapo rosso, Paride anche nella finzione filmica, esegue con abnegazione da travet, appena velata da una certa strafottenza, il suo ufficio fin quando un giorno il suicidio di un clochard – previsto per le 18 in punto – non ha corso. La morte, incredibilmente, si inceppa come la pistola del più sgamato dei sicari da B-movie. Il morente viene distolto dall’autoimpiccaggione – nella sontuosa scenografia naturale dei Ficus Microphylla o Magnoliodes del giardino Garibaldi di Palermo – dal trillo opportuno di un cellulare.

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Da qui si dipana una storia intrecciata – quella di Paride, travet dei suicidi, e quella di Nicola, barbone salvato dall’amore – attorno a un unico filo conduttore: quello di due personaggi, l’angelo e il barbone, che in maniera diversa si riappropriano dell’umanità perduta. Nicola (interpretato da Salvo Piparo) lo vediamo affrancarsi dalla sua condizione di marginalità grazie all’amore (un Eros che inceppa la perfetta macchina di Thanatos, in barba alle più consolidate aspettative dello spettatore e alle regole del dramma classico); Paride, l’angelo che assiste i suicidi, con un atto finale di ribellione sceglierà ( in questo forse c’è un’eco del Bruno Ganz che ne Il cielo sopra Berlino di Wenders, film ispirato alle Elegie duinesi di Rilke, abbandona la propria scomoda eternità contemplativa per farsi uomo tra gli uomini, mortale ma vivo) il Paradiso autentico, che è la vita pienamente vissuta nella relazione con l’altro e con il mondo, qui e ora. Questo, in sintesi, il plot al quale non giova – almeno incerti passaggi – il racconto, involontariamente caricaturale e manicheo, del mondo dei diseredati (troppo vicino il ricordo dei Magi randagi di Citti).

La marginalità non è facile da raccontare (soprattutto a Palermo, dopo il racconto apocalittico che ne hanno fatto Ciprì e Maresco), come dimostra il personaggio di Duchessa (Valentina Gebbia) - che nell'abbigliamento ricorda le sculture di carta e di materiale riciclato di Anna Maria Tosini ( forse un omaggio all’artista outsider recentemente celebrata da una mostra all’Orto Botanico di Palermo, non a caso set di alcune importanti scene del film).

Il film, encomiabile da tanti punti di vista, si avvale – ed è una delle note più significative - della colonna sonora del maestro baàrioto Francesco Di Fiore, la cui musica è un tappeto volante di suoni che sostiene in alto il racconto filmico anche nei momenti meno dinamici. Alla sua partitura ha prestato l’inconfondibile violoncello, con la consueta generosità, Giovanni Sollima.

Il film, come è facile prevedere, non si avvarrà di alcuna struttura di comunicazione istituzionale: nessuna presentazione nei talk show nazionali o nei TG. Tranne che il passaparola, anche mediatico, al quale vogliamo contribuire con questa breve nota, non sortisca un ulteriore miracolo.

Maurizio Padovano 

Sabato 7 giugno 2014 alle ore 22, Galleria d'Arte Moderna, Convento S.Anna, Apertura a Strappo presenta LETTERATURA LOW COST, progetto incentrato sul ribaltamento di grandi romanzi, classici e non, a partire dal titolo, dal registro linguistico utilizzato, per poi arrivare al nucleo, leitmotiv che ha spinto l’autore a scrivere pagine e pagine.

La letteratura low cost è caratterizzata dalla brevità e dall’ironia ma non cade nella semplice parodia del romanzo originale, al contrario, suggerisce una chiave di lettura.

I personaggi delle storie low cost agiscono in situazioni ribaltate, “economiche” dal punto di vista della trama, e così Il giorno della civetta diventa Il giorno della gallina, Dorian Gray da sfacciato e dissoluto diventa sensibile e con una forte tendenza all’isolamento, Ulisse preferisce la sedentarietà allo spirito d’avventura.

Apertura a Strappo è un collettivo di autori, lettori, musicisti, performer che cura laboratori di scrittura e lettura creativa, spiega nelle scuole cosa è la mafia, organizza reading nelle librerie e nelle piazze.

Dal febbraio 2014 movimenta un blog letterario (www.aperturaastrappo.blogspot.it) articolato in lattine tematiche.

Apertura a strappo parteciperà a “Una marina di libri” con il reading LETTERATURA LOW COST il 


 

Venerdì 6 giugno a partire dalle ore 9,00, presso l’ITES Sturzo di Bagheria, si terrà l’iniziativa “Incontriamoci a metà percorso”. Allievi, esperti e tutor presenteranno a genitori e cittadini gli elaborati realizzati nel corso delle progettualità del PON FSE Obiettivo F3 “Nuovi modelli per la promozione di giovani protagonisti”, che vedono agire in partenariato scuole, la parrocchia Natività della Beata Vergine Maria e l’associazione “Sostegno Docet” di Bagheria. 

Sulla base delle indicazioni ministeriali il progetto punta a contrastare, anche con interventi personalizzati, situazioni di disagio relazionale e difficoltà di apprendimento scolastico. Azioni mirate, dunque, che guardano al corretto orientamento didattico di bambini e adolescenti, ma soprattutto alla conoscenza di sé e del mondo circostante. 

Quello di venerdì vuole essere un incontro a metà percorso, visto che le attività extrascolastiche avviate con il PON FSE Obiettivo F3 continueranno anche nei prossimi mesi. Gli elaborati saranno esposti nell’auditorium e negli spazi esterni dell’Istituto, In via Sant’Ignazio di Loyola, 7.

 

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