Il dilemma del P.D.: affondare con UDC e Sciortino o tentare di salvarsi da soli?

Il dilemma del P.D.: affondare con UDC e Sciortino o tentare di salvarsi da soli?

Politica
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Sono in tanti, gente interessata alla politica e gente comune, a chiedersi a cosa approderanno questi colpi “sotto la cintura” (per rifarci ad una espressione del pugilato) tra Sindaco, U.D.C. e P.D. a Bagheria.


Da un canto per quanto riguarda il consiglio comunale, lo spettacolo offerto dall’assemblea degli eletti negli ultimi mesi, (anche se opportunamente “depurato” nelle riprese tv dei momenti più “vivaci”, grazie alle provvidenziali e tempestive interruzioni decise dal presidente Vella), è stato sotto gli occhi di tutti, addetti ai lavori e non, ed ha offerto un campionario di situazioni ai limiti della decenza politica: un consiglio rissoso, confusionario, fatto di batti e ribatti polemici, e che ha visto anche e soprattutto, i rappresentanti della maggioranza l’un contro l’altro armati.
Dall’altro un paese che ormai vive, come endemica, questa condizione di sostanziale non governo , come se fosse abbandonato a se stesso.
 

 

Manca un guida, manca un punto di equilibrio, manca non solo una strategia, ma anche una bussola per il procedere di ogni giorno.

Sono queste le conseguenze, che certamente al di la dei demeriti e delle volontà soggettive dei protagonisti, si sono create a poco più di un anno di U.D.C. al governo.

Naturalmente non siamo così sciocchi da pensare che la presenza dell’U.D.C., abbia all’improvviso inceppato un meccanismo che andava come un orologio: ma è purtroppo vero, però, che la coesistenza di due grosse formazioni politiche nell’ambito della stessa maggioranza sta suscitando, come era d’altronde prevedibile, gelosie, pretese di primazia e problemi di spartizione.

Ma non è soltanto questo che ha innescato un conflitto: a pesare, e molto, sullo scontro attuale, sono, come sempre, non solo le questioni del sottopotere, bensì la percezione che con due problemi sul groppone, come la vicenda Coinres e quella sulle bollette pazze dell’A.P.S., il rapporto con l’opinione pubblica si è profondamente deteriorato, arrivando ad un punto di non ritorno.
Da qui il tentativo di una grossa parte del Partito Democratico di venirne fuori con un completo rimescolamento di carte che rimette in discussione perfino l’appoggio ad una ricandidatura a sindaco di Sciortino e contiene un giudizio fortemente liquidatorio sulla sua esperienza, che peraltro il P.D. ha totalmente condiviso.

Gli stessi risultati raggiunti della maggioranza in tema di lavori pubblici, stanno in parte ritorcendosi contro la stessa amministrazione: il parco ambientale di Monte Catalfano, salutato positivamente da un apprezzamento generale dei cittadini, sembra già svuotato della sua carica veramente innovativa, e cioè quella di un grande parco extraurbano ricco di storia , di cultura e di varietà ambientali, a servizio del territorio.
.Un parco già chiuso con una discutibilissima ordinanza, (con strutture gà abbandonate e vandalizzate), che tenta di mascherare che a quasi due anni dal completamento dei lavori non è stato ancora seriamente affrontato il problema della gestione del complesso, per i veti reciproci tra Partito Democratico e U D.C , che litigano per affidarlo ad associazioni loro fedeli.
La Certosa restaurata, sia pure in parte e con grandi squilli di tromba, resta là, chiusa, ad attendere una vera destinazione; ed ancora, il restauro del corpo Cancilla di Palazzo Cattolica , da oltre due anni ormai abbandonato a se stesso,e riaperto solo in occasione della recente mostra sulle scenografie di Baarìa;
la stessa decisione di pedonalizzare il corso Umberto, strategicamente positiva e vincente, non viene ancora riempita di quei contenuti e di quei provvedimenti che tutti auspicano ma che nessuno prende.
 

Che fine ha fatto il posteggio di Piazza Indipendenza, che con l’abbattimento delle inutili “casematte” veniva già dato per fatto?
Che fine ha fatto una politica della mobilità che convincesse i cittadini ad usare il mezzo pubblico e lasciare a casa l’auto?
Che fine ha fatto l’ adozione del nuovo piano traffico, che dovrebbe alleggerire i disagi di residenti e non?
Che senso a continuare a dare oltre centomila euro l’anno all’Amat per un servizio di trasporto urbano che serve a niente o a poco?

Perchè con gli stessi soldi, ( e anche con meno) non si attiva un servizio di bus-navetta circolari?

Per finire con la politica delle mance, equanimemente distribuite a centro e a sinistra, cui anche l’U.D.C. sino a ieri fiero fustigatore dei costumi, allorchè era all’opposizione, si è ora prontamente  e disinvoltamente adeguato.
I soliti incarichi per i soliti amici che impoveriscono le casse comunali senza produrre alcunché di positivo, in termini di miglioramento della qualità dei servizi comunali, che non attivano risorse né indicano soluzioni ai problemi.

L’effetto, che si sperava quasi taumaturgico, di Baarìa si è già dissolto, e passato il momento delle passerelle e della vernice, lo squallore di una città bella e abbandonata, si ripropone tale e quale come era prima.
Adesso la gente si interroga per sapere come finire questo scontro che va avanti ormai da mesi.
E’ semplice.

Finirà con un accordo rabberciato e pieno di buoni propositi, che conterrà tante belle e inutili parole, professioni di ritrovata unità e voglia di ben operare, da mostrare al pubblico pagante; dietro le quinte, forse, si riuscirà a trovare un accordo sulle caselle vuote dell’organigramma dirigenziale del comune e sulle solite spartizioni di rito; ma non durerà a lungo.
Sotto l’apparente ritrovata pace e serenità, si continuerà a brigare, a litigare e a tessere e disfare tele, per andare ad un voto ormai quasi imminente, che si prefigura nero per i partiti che a Bagheria governano, ed in cui qualcuno dei cavalli di razza parte già azzoppato in partenza.