Censurata dalla stampa e boicottata dall'amministrazione la mostra di Piero Montana

Censurata dalla stampa e boicottata dall'amministrazione la mostra di Piero Montana

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COMUNICATO STAMPA GALLERIA PIERO MONTANA

Fatta passare per mostra hard da Palemo Today la nostra mostra “Galleria dell’eros- Nuove acquisizioni” è stata completamente censurata da Il Giornale di Sicilia.

La loro motivazione è che ad Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. non è pervenuta nessuna nostra email, che invece abbiamo spedito sia il 18 che 20 ottobre a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., ritenendo che la nostra esposizione d’arte certo anche provocatoria ma assolutamente non hard, potesse essere una notizia di un certo rilievo riguardante il nostro territorio, dato che si svolgeva in una città di provincia non certo avulsa da tanti pregiudizi e tabù e che come la nostra precedente mostra sui manifesti e le locandine cinematografiche di Moana Pozzi potesse avere uno spazio sulle pagine di Cultura e Spettacoli del giornale in questione.


E invece nulla da fare per “Galleria dell’eros-Nuove acquisizioni”, che non ha avuto neppure tre righe sul Giornale di Sicilia. Ma sulla nostra mostra non solo cala il silenzio della carta stampata, su di essa cala anche il veto dell’amministrazione bagherese, con l’assenza del cattolicissimo sindaco Filippo Tripoli e della sua giunta talebana in cui va compreso il liberista Daniele Vella, attuale assessore alla cultura, quand’era nella giunta di Biagio Sciortino, ed ora diventato più bigotto, più fanaticamente cattolico del sindaco Tripoli.
Uno insomma che per guadagnar la pagnotta da paladino dei diritti civili ed in primis dei diritti delle persone omosessuali è passato non solo a sostenere ma addirittura a far parte di una giunta talebana.
In questo clima di bigottismo certo una mostra come “ Galleria dell’eros-Nuove acquisizioni” non poteva non essere disturbante e pertanto si è cercato di rimuovere questo disturbo sia con il censurarla sia con l’evitarla ed isolarla non partecipando all’inaugurazione di essa in maniera del tutto ingiustificabile giacché il sindaco, pur essendo un cattolico assiduamente praticante, il primo cittadino di Bagheria, che è una realtà in cui, ad esempio, in passato i consiglieri comunali laicamente in maggioranza hanno votato sia per l’istituzione di un consulente del sindaco per la realtà omosessuale della citta, sia per l’istituzione per un registro delle unioni civili.


Ma quel che è più grave riguardo alle nuove acquisizioni della Galleria dell’eros è che questa censura in cui comprendiamo anche l’assenza del sindaco e della sua giunta all’inaugurazione della nostra mostra, è anzitutto indice di ignoranza e incompetenza sui fatti d’arte, giacché l’erotismo è sempre stato rappresentato in arte fin dai tempi degli etruschi, dei greci e dei romani fino ad affermarsi come una tradizione che ha avuto sviluppi notevoli nella modernità, di cui qui non è il caso di parlare.
Ma davvero cosa può scandalizzare in “Galleria dell’eros-Nuove acquisizioni”, una “Termografia del fallo” sia pure esso lungo un metro e mezzo, opera di Alessandro di Giugno che vuol misurare lo stato di eccitazione e del piacere dell’organo sessuale maschile?
Oppure scandalizza “La sfintria” di Franco Castiglione, sia pure ingrandita due metri, rappresentante una scena erotica ed un numero in cifre romane con il quale in un lupanare si poteva richiedere quella particolare prestazione erotica?
Scandalizza l’opera di Angelo Belvedere “Culi e chitarre” in cui la musicalità può diventare oscena con l’emissione di suoni ammorbanti?
Scandalizza ancora “ Acchiappacazzintallaria” Di Pino Manzella, già censuratissimo a Carini quando fu esposto per la prima volta e rappresentante una grandiosa scena di “uccelli” volanti che potrebbero come le mosche entrare in casa, quando le tendine applicate al quadro sono aperte, mentre quando sono chiuse, si elimina il rischio di una loro invasione?
Scandalizza questo giocoso divertimento che Manzella ci offre con la sua opera?
Oppure ci si scandalizza con il “Daprés de Coubert” di Giovanni Proietto. Una coloratissima fica in primo piano, realizzata in uno stile che parrebbe guttusiano e che invece è proprio del nostro artista di Realmonte, che è una liberissima interpretazione del-“L’origine del mondo” espressivamente ludica nella sua composizione di tonalità di colore?
Ma forse la causa di tutta questa censura sono i due manifesti cinematografici della nostra sempre divina Moana Pozzi, il primo intitolato “Le grandi labbra bagnate di Moana” con la nostra bellissima pornodiva a seni scoperti, il secondo pure provocatoriamente intitolato “Depravazione anale”, dove la regina dell’hard si mostra seminuda e ridotta in catene.
Se questa “materia erotica” da noi proposta scandalizza i benpensanti, al punto da censurarci, ebbene noi sfidiamo tale censura col denunziarne oltre all’ipocrisia ed il moralismo perbenista borghese anche l’ignoranza ed incompetenza dei censori in opere d’arte.

Piero Montana

Foto in basso l'opera Termografia del fallo di Alessandro Di Giugno. 

Termografia del Fallo di Alessandro Di Giugno