Ho avuto modo di rilevare che gli eucalipti presenti in Piazza Vittime della Mafia sono da ascrivere ad una fustaia matura e poco stabile non idonea ad assolvere alle funzioni che si richiedono agli alberi all’interno della città.
Il vero problema, ritengo, non risiede nella questione se togliere o no gli eucalipti ma piuttosto come organizzare lo spazio, quali essenze scegliere e soprattutto, per come purtroppo vanno ultimamente le cose, come assicurare alle nuove piante pronto attecchimento ed equilibrato sviluppo.
Incuriosito ed un po’ preoccupato, ho avuto cura di dare una veloce occhiata al progetto, il cui importo complessivo ricordo ammonta a ben Euro 1.143.202.
Alcune immediate questione vanno sollevate:
- A fronte di un importo di Euro 1.143.202 la spesa prevista per le nuove piante è pari a circa 13.000 Euro e cioè l’1,1% dell’importo complessivo dei lavori.
Se interveniamo in “un’area che abbia i caratteri del verde urbano” (come la definisce il responsabile del procedimento, cfr. Bagheria news del 30.06.2008) se dobbiamo cioè qualificare un’area a verde nel cuore della città non bisognerebbe forse essere più generosi e spendere qualcosa in più per le opere a verde? Diversamente si corre il rischio, sempre in agguato, di fare progetti per il verde privilegiando altre categorie di lavori, come è purtroppo avvenuto a piazza Butera.
- Nel progetto è previsto un prato di circa mq 1.500.
Al riguardo mi preme evidenziare : l’idea è in sé ottima perché se ben realizzato e gestito, il prato costituisce un ornamento di pregio che qualifica bene il luogo, in modo corrispondente al decoro che si richiede ad un’area del centro urbano. Tuttavia, come è noto, realizzare un buon prato non è operazione agevole, gestirlo bene poi è impegno ancor più arduo, difficilmente sostenibile con l’attuale organizzazione.
L’esempio della Favorita è da monito: lì è bastato che l’addetto “dimenticasse” di azionare l’impianto di irrigazione per qualche giorno ed una parte è definitivamente morto. Meglio quindi porsi obiettivi minimi ed alla “nostra portata” ma sicuramente raggiungibili piuttosto che traguardi che rimarranno lontani e che ci costeranno parecchio (risemine, ripristini e tante brutte figure).
- Nel progetto è prevista la messa a dimora di limoni: il filare lungo la via Diego D’Amico ed il filare su via Ruggero Settimo. Qui occorre fare bene attenzione. Il limone, come pianta ornamentale, non si presta all’impiego nei giardini pubblici. L’innesto è infatti molto basso e l’imbrancatura si origina a circa cm 50 dal suolo. Per quanto “sviluppati” i soggetti in commercio sono di bassa statura.
Il limone è poi pianta che oltre ad essere esigente (vuole terreni fertili e profondi) cresce lentamente ed esige cure costanti. La presenza dei frutti eduli costituisce inoltre elemento di disturbo alla sua crescita. Il limone va quindi escluso.
Per convincersene basta verificare la fine che hanno fatto gli alberi di limone piantati due anni fa a Piazza Butera : fateci caso, oggi sono più piccoli di quando furono messi a dimora.
- In progetto infine è prevista una fontana nel sito dove ancora ci sono le pompe di Benzina (e chissà quanto ci rimarranno).
Perché allora, sul presupposto che il progetto attuale non può essere realizzato, per l’ultima evidenziata circostanza, non allestire una bella variante redistributiva della spesa, riservando una somma congrua (oltre 50.000) per l’acquisto e la messa a dimora di nuove piante, su terreno buono ovviamente?
Quali: vi è l’imbarazzo della scelta. Intanto i due filari di limoni li sostituiamo con due filari di Washintonia filifera, poi qualche bell’olivo, un paio di esemplari di Leccio, un paio di Grevillea Robusta, o di Iacaranda Mimosifolia, qualche Cedro del Libano, qua e là infine qualche macchia di colore di Ibiscus e Lantana, per esempio.
Facciamo intanto un bel giardino, se ci riusciamo. Per il prato c’è tempo.