Comuni siciliani: disoccupazione e tagli sollevano la protesta

Comuni siciliani: disoccupazione e tagli sollevano la protesta

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Difficile la situazione economica di diversi comuni siciliani che stentano a risollevarsi dalla sempre più pressante morsa della crisi economica che ha investito tutto il Paese.

Se tutta l'Italia fa fatica a trovare uno spiraglio in questo scenario, in Sicilia la situazione appare ancora più pesante: i tagli e il tasso della disoccupazione sono i maggiori problemi che si devono fronteggiare in questo difficile momento.

Proprio per affrontare queste tematiche si è riunito il 9 febbraio il consiglio comunale di Bagheria che, seguendo la proposta dell'AnciSicilia, ha messo all'ordine del giorno l'adesione alla mobilitazione legata alla protesta contro la pressante situazione finanziaria ed economica dei comuni siciliani.

Sono i tagli del governo centrale del nostro Paese alle risorse degli enti locali e la mancanza di riforme adeguate ad affossare ulteriormente l'economia dei comuni, come ha dichiarato lo stesso presidente dell'Anci-giovani Maurizio Lo Galbo in occasione dell'ultimo Consiglio regionale. Lo stesso ha in quell'occasione invitato tutti gli amministratori a unirsi, a prescindere dalle ideologie politiche, con lo scopo comune di migliorare la condizione dei propri territori.

Ma come se tutto ciò non fosse sufficiente, aggrava la situazione il tasso di disoccupazione giovanile a livello nazionale che, nel mese di novembre, è letteralmente schizzato al 43,9%. In Sicilia i dati sono ancora più allarmanti soprattutto se si analizza l'occupazione femminile.

Difficile in questa situazione riuscire a ritagliarsi una fetta d'indipendenza dalle famiglie d'origine e chi in passato vi era riuscito ha, in molti casi, dovuto fare un passo indietro. Il problema maggiore che incontrano i giovani è quello di riuscire ad acquistare una casa. I mutui non vengono concessi con facilità e l'unica soluzione sembra essere quella di richiedere finanziamenti a enti privati.

Rimane comunque problematica la concessione di prestiti a protestati (leggi tutto su http://www.zonaprestiti.com/prestiti-protestati.htm), una categoria che dal 2013 ha raggiunto livelli record sia nel settore pubblico che in quello privato. Tra le regioni più colpite proprio la Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna dove si registrano i maggiori ritardi sui pagamenti.

Per cercare di arginare una situazione talmente complessa, forse la protesta da sola dei comuni siciliani non sarà sufficiente, ma se, come spera Lo Galbo, l'iniziativa dovesse essere presa come esempio, potrebbero aprirsi nuove prospettive di dialogo con il Governo centrale e dare almeno una boccata d'ossigeno ai comuni più sofferenti.