Lettera aperta al sindaco e ai cittadini di Bagheria - di Nicolò Lo Piparo

Lettera aperta al sindaco e ai cittadini di Bagheria - di Nicolò Lo Piparo

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Alla luce del recente servizio mandato in onda nella trasmissione 'Le Iene', mi sembra opportuno manifestare il mio sostegno all’amministrazione di Bagheria con il seguente commento perchè anche se vivo e lavoro all'estero seguo sempre, anche attraverso il vostro sito, le vicende della mia Bagheria.


E’ evidente che negli ultimi tempi il sindaco e la giunta sono stati bersaglio continuo dei partiti di opposizione, i quali non si sono lasciati sfuggire la pur minima imprecisione e/o incorrettezza riguardo l’amministrazione di Bagheria. Ancora fresche sono le polemiche per la concessione di palazzo Cuto’ per la festa di capodanno, ed ecco spuntare questa inchiesta da parte della trasmissione mediaset.

E’ evidente l’imbarazzo e la poca chiarezza con cui il sindaco e il suo assessore (forse presi alla sprovvista forse no) hanno risposto alle incalzanti domande di Giulio Golia riguardo il fatto che anch’essi avessero (o vivessero in, non ricordo bene) una casa abusiva. E’ evidente che l’opinione pubblica ne viene profondamente scossa arrivando a pensare, magari, che anche loro, alla fine, sono come tutti gli altri. E’ evidente che la posizione del sindaco ne esce indebolita. Tutto cio’ e’ evidente.

Allo stesso tempo, pero’, mi chiedo quanto evidenti fossero le montagne di immondizia, accatastate ai lati delle strade male asfaltate o martoriate da profonde buche, ammucchiate ai margini delle case (abusive o no) infestate da sgradevoli miasmi, e che accoglievano i turisti davanti l’entrata stessa di villa Cuto’, la villa dell’infelice festa di capodanno.

Ho ancora impressa l’immagine di quella collinetta di immondizia che si ergeva proprio tra l’ingresso principale di palazzo Cuto’ e quella stradina che sbuca nel posteggio prospiciente la stazione dei treni.

A volte, a causa del suo continuo ammassarsi, l’immondizia straripava ed invadeva la strada, rendendo il traffico poco agevole. Ma forse questo non era cosi’ evidente. In effetti, bastava scansare i sacchetti della spazzatura (che periodicamente venivano usati per alternative vampe di San Giuseppe), oppure turarsi il naso o guardare semplicemente da un’altra parte. Tutto questo era la routine, quindi la maggiorparte della gente aveva imparato a conviverci, come si convive con una malattia incurabile, e alla fine non ci si faceva piu’ caso, si accettava e si andava avanti.

E’ da parecchi anni che non vivo piu’ a Bagheria, ma, sebbene non serba un ricordo lusinghiero della citta’, ci sono attaccato visceralmente, come credo, del resto, tutti quelli che come me sono dovuti emigrare per trovare un lavoro all’estero. Forse per questo motivo, le poche volte che sono tornato negli ultimi anni mi sono accorto che qualcosa e’ cambiato e continua a cambiare.

Forse e’ solo una coincidenza, ma non ho piu’ visto l’immondizia per le strade e mi e’ parso che via Quattrociocchi sia stata asfaltata decentemente. Mi e’ giunta anche voce (ma non posso esserne sicuro) che i servizi idrici sono piu efficienti nella distributione dell’acqua nelle case in alcune zone del paese. Frasi antiche come:“arrivo’ l’acqua sta innata? avi tri ghiorna ca semu senz’acqua”, stanno scomparendo? Forse e’ troppo presto per dirlo, ma sono fiducioso che un miglioramento e’ in atto.

Le azioni dell’opposizione politica, che ha gia’ governato Bagheria non riuscendo a debellare nemmeno una delle piaghe del paese, non occupandosi di nessuna occupazione in particolare, fa il suo “lavoro”, attaccando e cercando di screditare le piccole ma promettenti conquiste della presente amministrazione.

Oggi viene contestato il modus operandi troppo personalistico della gestione dei rifiuti; ieri, la poca trasparenza dell’affidare palazzo Cuto’ a dei ragazzi che volevano festeggiare il capodanno; ora viene messo in evidenza la casa abusiva del sindaco e di un suo assessore. Domani, mi chiedo quale tremenda omissione, scorrettezza e svista verra’ messa in primo piano come imperdonabile motivo perche’ sia giustificabile la richiesta di dimissioni del sindaco; richiesta peraltro avanzata da parte di esponenti del PD che ha fatto parte del governo della citta’ nelle passate amministrazioni.

L’unica vera cosa che mi sembra evidente da tutte queste vicende e’ come un sindaco giovane ed estraneo alle logiche clientelari e opportunistiche di partito e dei partiti che hanno impervesato nel territorio siciliano rendendolo arido e arretrato, si stia sforzando affinche’ un cambiamento sia possibile.

Allo stesso tempo, mi sembra anche evidente, come i suoi avversari politici, impotenti di fronte all’operato incoraggiante del suddetto, stiano cercando in un tutti i modi di mettere in dubbio la sua competenza e la sua onesta’ intellettuale affinche’ l’opinione pubblica (ossia la cittadinanza) arrivi a pensare che la presente amministrazione, oltre ad essere incapace di amministrare, sia, in fondo, come tutte le altre, cioe’ spinta da fini puramente personalistici e clientelari.

E’ evidente che l’inesperienza e la giovane eta’ del sindaco possano creargli qualche imbarazzante situazione. Tuttavia, cio’ non deve essere confuso con la malafede e l’obiettivo di perseguire fini personali, o favoritismi.

Mi ricordo che a mia nonna piaceva riassumere le intenzioni dei politici che si sono alternati nelle passate amministrazioni durante il corso della sua vita, dal dopoguerra ad oggi, con il proverbio siciliano:”susiti tu, ca m’assiettu io”. Forse un po’ qualunquista, forse molto vero, quel proverbio esclude che un cambiamento sia possibile, che, in ultima analisi, anche le piu sincere ed oneste intenzioni celano soltanto un subdolo fine che mira ad ottenere una comoda poltrona.

A me piace pensare, invece, che un cambiamento sia possibile e, secondo me, risulta evidente, che questo processo e’ gia’ in atto sia a livello locale che nazionale, ma, come ogni cambiamento nella storia che vuole mutare il sistema imperante, e’ disprezzato, ostacolato, criticato e soffocato.
Mi auguro infine che il sindaco non si lasci scoraggiare da tutto cio’ e continui il suo operato in maniera serena e sicura.

Nicolo’ Lo Piparo.

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Nicolo’ Lo Piparo si e’ laureato a Palermo e ha proseguito gli studi all’universita’ di Catania laureandosi in fisica teorica nel 2010. Nell’estate del 2010 ha lavorato presso il gruppo Accenture come sviluppatore di software. Ha conseguito un dottorato in fisica dell’informazione all’universita’ di Leeds nel 2015, dove da quattro anni vive e lavora, come post-doctoral fellow. La sua ricerca comprende fondamenti di meccanica quantistica, crittografia quantistica, teoria dell’informazione e teoria quantistica dei campi.

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