Gli interessi di Bagheria, innanzitutto

Gli interessi di Bagheria, innanzitutto

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Spinge a qualche considerazione, l’atteggiamento che si va profilando nei partiti dell’opposizione alla Giunta Sciortino, all’interno del consiglio comunale.

Già per l’elezione del presidente dell’Assemblea, l’opposizione ha fatto “muro” facendo convergere in maniera pressocchè totale i propri voti su Angelo Calì; è questo è stato un segno legittimo e significativo di una ritrovata unità tra le forze di opposizione.

Ma nelle ultimissime settimane tende ad manifestarsi una opposizione che si sta schierando appunto "muro contro muro" , che ricorre anche a forme di vero e proprio ostruzionismo, facendo cioè mancare il numero legale, e impedendo di fatto lo svolgimento dei lavori dei consigli comunali.

Sarebbe facile dire che Biagio Sciortino comincia a raccogliere i frutti avvelenati di quanto ha seminato, e che l’opposizione fa il proprio lavoro; ma sarebbe semplicistico chiudere così la questione.
Ora, fermo restando il diritto dei partiti presenti in consiglio di disegnare le loro strategie, qualcosa , lo ripetiamo, va comunque detta.

Se questa “scelta” di non garantire il numero legale nelle sedute in cui la maggioranza non si “autosostiene”, diventasse “strategica” e venisse ogni volta reiterata, si avrebbe di fatto la paralisi del consiglio comunale; perché è difficile , se non impossibile che una maggioranza di 16 consiglieri riesca sempre a garantire la presenza in aula di tutti i suoi consiglieri.

Forse la minoranza dimostrerebbe così l’incapacità a governare di Sciortino e soci e la debolezza intrinseca della sua maggioranza, ma i problemi di Bagheria non troverebbero certo una più adeguata soluzione.
Far mancare il numero legale, e fare “saltare” i consigli comunali, può essere una scelta “d’emergenza”, da usare con estrema parsimonia e oculatezza, ma non può diventare la norma.

In circostanze particolari, per segnalare e difendersi da atteggiamenti di vera e propria prevaricazione della maggioranza o quando sono in ballo questioni di principio, allora la difesa può essere anche quella di impedire il funzionamento di un organo elettivo, ma dallo spettacolo di un consiglio paralizzato non ci guadagnerebbero né i bagheresi nè la fiducia nelle istituzioni.

Gino Castronovo, consigliere di S.D. e autore della riflessione che abbiamo riportato, ricorderà senz’altro, perché come me ebbe in consiglio comunale un maestro di vita e di politica come il compianto on. Peppino Speciale, che neanche in momenti in cui lo scontro politico era molto più duro che adesso, facemmo ricorso, se non, ripeto, in circostanze assolutamente particolari allo strumento di far mancare il numero legale.

Anche perché i bagheresi hanno votato i consiglieri comunale perchè ne rappresentassero dalla maggioranza o dall’opposizione le istanze e i bisogni, e non è giusto che la logica dello scontro politico prevalga su quella degli interessi della collettività.

In un momento tra l’altro in cui il nuovo presidente del consiglio, Daniele Vella, e anche questo va detto, sta iniziando un percorso per aumentare la “produttività” del consiglio, impegnando anche le ore pomeridiane per le sedute, e avviando il rispetto di una serie di richiami regolamentari (e noi pensiamo che servano anche delle vere e proprie modifiche) che vanno nella direzione di restituire ai cittadini un’immagine del consiglio comunale di grande efficienza ed efficacia, trasmettere all'esterno, di contro, l'impressione di un consesso rissoso, diviso e paralizzato nelle decisioni farebbe ulteriormente perdere la credibilità e la fiducia nelle istituzioni.
Ed è un rischio che nè la maggioranza nè l'opposizione, possono correre.
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