Casteldaccia si divide sulla paventata apertura di un centro accoglienza per immigrati

Casteldaccia si divide sulla paventata apertura di un centro accoglienza per immigrati

attualita
Typography

A Casteldaccia ha infervorato l'opinione pubblica ed è diventato ben presto  terreno di scontro degli opposti schieramenti politici, il caso della possibile apertura di un centro d'accoglienza per immigrati minori non accompagnati negli ex locali comunali siti in via Vittorio Veneto.

La vicenda è abbastanza intricata è non è il caso in questa sede scendere in dettagli essendo sufficente richiamere alcuni passaggi fondamentali. 

In seguito al trasferimento degli uffici comunali di Casteldaccia presso la torre del "Duca di Salaparuta" restaurata pochi anni fa, si è palesata l'esigenza di dismettere gli immobili in affitto da parte del comune per far fronte alle ristrettezze di bilancio di un ente che deve far quadrare i conti per evitare il dissesto finanziario. 

Riguardo uno di questi edifici comunali, quello di via vittorio veneto appunto, che sorge in pieno centro storico, dopo l'inizio di alcuni lavori di ristrutturazine, si è cominciato a parlare con sempre con maggiore insistenza tra i casteldaccesi della prossima apertura in quell'immobile, di un centro di accoglienza per migranti minori non accompagnati. La notizia anche se non confermata ha fatto scoppiare un putiferio.

Il paese si è diviso, con una maggioranza di persone che si sono opposte in linea di principio alla possibile apertura del centro, poche a dir la verità le voci a favore o comunque non contrarie all'apertura. Fabio Spatafora ha dichiarato di non essere contrario a prescindere, pur rimanendo abbastanza vago, ma ha detto dall'inizio di questa vicenda di non essere mai venuto a conoscenza ufficialmente della prossima apertura del centro, quindi di non poter far nulla senza che nemmeno sia giunta una dichiarazione di inizio attività, che confermi le indiscrezioni. Su questo punto il sindaco è stato attaccato duramente dalle opposizioni, che contestano le sue dichiarazioni, sostenendo che il sindaco sapeva della volontà del proprietario di farne una casa famiglia per immigrati. Il tema, oltre a mobilitare i cittadini, ha scompaginato gli assetti politici della maggioranza, con due consiglieri che sono fuoriusciti dalla compagine del sindaco, ufficialmente per una "mancata condivisione di alcune scelte politiche", costituendo un nuovo gruppo consiliare che si è posto al di fuori della maggioranza ed in una posizione di attesa. 

Le opposizioni hanno fiutato il momento di difficoltà della maggioranza e hanno cavalcato l' onda delle lamentele dei cittadini alla paventata apertura del centro. E' stata così avviata una raccolta firme per indire un'assemblea pubblica sulla vicenda che in pochissimo tempo ha raggiunto le 300 firme. Ma soprattutto è stata diffusa a firma di generici  "Cittadini Casteldaccesi" una lettera, in cui vengono esplicitati i motivi per cui non si vuole il centro migranti a Casteldaccia. Nella lettera si legge: -"la struttura dove si vuole ralizzare tale centro è ubicata in piano centro storico e per di più attigua alla scuole del paese e solo una rete alta 2 metri divide il centro dal cortile della scuola". La letttera chiosa poi con la frase: "nel nostro comune non esistono le condizioni socio ambientali per realizzare un centro per migrantie/o una casa famiglia per minori stranieri non accompagnati. venendo meno le basilari norme di sicurezza". Dell'argomento si è discusso nel consiglio comunuale dello scorso 26 agosto, durante il quale non sono mancati i toni accesi e gli scambi di battute al vetriolo tra i vari protagonisti. Ma alla fine tutti sono rimasti sulle proprie posizioni di partenza.

A nostro modo di vedere gli aspetti da mettere in evidenza non sono le diatribe e gli scontri politici tra maggioranza e opposizione, ma gli aspetti socio culturali che stanno alla base delle accesissime proteste dei cittadini, che si sono mobilitati come non accadeva da tempo.

Casteldaccia come Bagheria e le altre cittadine dell'hinterland, è un paese con una popolazione di età media avanzata e con moltisimi giovani studenti e lavoratori che sono andati via per cercare fortune altrove, dove persiste ancora uno stato mentale di chiusura verso la diversità.  La nostra accoglienza quasi mai si traduce in una vera integrazione, ma al massimo in una sorta di empatia da parte di alcuni per le condizioni di sofferenza degli immigrati.

La recente escalation di attentati di matrice islmamica in tutta europa ed il clima di tensione nel mediterraneo hanno inevitabilmente alzato ancor di più la soglia di paura verso il fenomeno dell'immigrazione. Accanto a ciò, alcune forze politiche e mass media hanno soffiato sul fuoco fomentando l'odio razziale. 

L'immigrato quindi è sempre dipinto come quello brutto, sporco e cattivo, alcuni episodi di cronaca, statisticamente irrilevanti per la verità, ma che hanno destato un grande allarme per la sicurezza nell'opinione pubblica, hanno agevolato ancr più il compito di chi vuole sfruttare questa situazione per il proprio tornaconto personale o politico, facendo leva sulle paure e l'ignoranza di ampi strati della popolazione.

Ci riferiamo in particolare a frasi demagogiche e populistiche atte a far presa su menti chiuse e persone disperate, a partire dalle polemiche condite da bufale sui costi giornalieri per lo stato di un immigrato in italia, continuando con il sempre verde: "prima gli italiani e poi gli stranieri", per arrivare  alll'intramontabile  "gli immigrati ci rubano il lavoro e prendono le nostre donne, che tornino a casa loro". Queste ci sembrano affermazioni razziste che non corrispondono a verità. L' immigrato è dunque quasi sempre visto, nella nostra società bigotta e arretrata, come il nemico da combattere, "l'invasore" da respingere. Paure quest'ultime non giustificate da fatti reali.

Tornando al nostro caso si starebbe comunque parlando di immigrati e minori non accompagnati, quindi dei bambini e ragazzi, non dei criminali incalliti, possibilmente gente che fugge da fame e guerra, orfana e via dicendo. Sono persone che avrebbero bisogno si di essere seguite ed aiutate ad integrarsi in una nuova società e sostenuti affinchè possano avere la loro dignità di esseri umani. 

L'integrazione potrebbe avvenire attraverso l'impiego di questi giovani per dei lavori socialmente utili rendendo così un servizio alla comunità che li ospita. riqualificandola anche dal punto di vista del decoro urbano. Gli immigrati potrebbero diventare un valore aggiunto per un territorio che abbia le idee e la determinazione per intraprendere un percorso serio di integrazione, magari anche studiando e copiando altre realtà virtuose.

A giudicare da quanto sta succedendo a Casteldaccia però, ma sarebbe potuto accadere in qualsiasi altra realtà simile, siamo ancora lontani da quell'accoglienza e accettazione del prossimo, concetti anche alla base del cristianesimo, che in questa epoca  sembrano essere estranei al nostro animo.

Lorenzo Gargano