In difesa della formazione e della cultura nel nostro Paese

In difesa della formazione e della cultura nel nostro Paese

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Dopo il lungo e logorante percorso di delegittimazione e umiliazione che ha visto scuola e università essere vittime designate di un logorante processo di "schiacciamento verso il basso" di tutte le nostre risorse intellettuali e culturali, il procedimento criminoso giunge oggi a termine.


Il nuovo governo, approfittando dell'estate, ha approvato il 25 giugno con la fiducia un decreto (poi legge 133) che modifica profondamente la struttura dell'università:

1. Ci sarà un taglio di 500 milioni di euro in 3 anni alle università. Per alcuni atenei questo potrebbe significare la chiusura. Altrimenti:

2. Con il nuovo decreto le università pubbliche potranno scegliere se diventare fondazioni private o meno.

Perchè dovrebbero diventare fondazioni private?

3. Per riuscire a finanziarsi aumentando le tasse agli studenti, che non avrebbero più un limite di legge. Le tasse infatti potrebbero aumentare a dismisura, anche raggiungendo i 6-7000 euro (oppore 15mila) l'anno, sul modello delle università americane.

Inoltre le fondazioni verrebbero finanziate da enti privati, come ad esempio le industrie farmaceutiche (forse le sole a poterselo permettere), e tali enti finirebbero per tagliare le gambe a tutti quei settori universitari e di ricerca che non rientrano nei loro interessi.

Ma soprattutto sarebbero le ricerche a venir danneggiate pesantemente
, non più spinte dal puro interesse culturale e sociale, ma dai fondi messi a disposizione e dalle commissioni dirette degli enti stessi!!

A nessuno importa del futuro dei giovani?


4. Università di serie A e di serie B in base alle disponibilità economiche degli studenti, quindi titoli di studio dal differente peso e possibile perdita del valore legale di questi.

I collettivi dei vari atenei organizzeranno assemblee per approfondire le conseguenze dei cambiamenti in atto, portati avanti da governi sia di destra che di sinistra di anno in anno, che minacciano quella che DOVREBBE ESSERE una UNIVERSITÀ LIBERA PUBBLICA E DI MASSA.

Studenti, ricercatori e professori si stanno già muovendo e i corsi quest'anno non partono per protesta, ma un problema così grave è ancora poco conosciuto.

Infatti il problema più grave è che nessuno sa niente, i media nazionali e regionali non ne hanno parlato, se non per screditare a titolo di 'minoranza' chiunque abbia protestato contro questo assurdo disegno di legge!

Dobbiamo riuscire a bypassare il muro dei giornalisti e delle televisioni controllate da questo governo (maggioranza + opposizione, sia chiaro!!) per far sapere, perché tutto questo non passi indifferente!!

Alzo la voce non per protesta politica, ma per senso civico, nell'interesse di tutti (credo in assoluta buonafede), per non calpestare i diritti fondamentali di una comunità "sana".

E' ovvio che un popolo mantenuto nell'oscurità della più crassa ignoranza, è un popolo più facile da comandare.

Ringrazio la redazione per la possibilità datami di condividere il mio pensiero con un pubblico più ampio che non sia la mia cerchia d'amici e conoscenti.

Angelo Tomasello
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