Un Papa che non è Papa - di Movimento Senza Potere

Un Papa che non è Papa - di Movimento Senza Potere

attualita
Typography

Il 13 Marzo 2013 il Cardinale Bergoglio venne eletto Papa.


Il nome che scelse per il suo pontificato, Francesco, fu già una indicazione forte e chiara dell’indirizzo che avrebbe dato alla Chiesa. Una Chiesa misericordiosa, coraggiosa, con le porte sempre aperte, ma soprattutto umile.
Misericordia, coraggio, porte aperte e umiltà sono i cardini del pensiero di Francesco. In tutti i suoi discorsi, in tutti i suoi incontri e in tutti i suoi gesti si è sempre vista non la figura del Papa, ma quella di un Uomo semplice che ha posto al centro i contenuti, indipendentemente da ciò che Lui rappresenta.
In un mondo governato, purtroppo, da figure di basso profilo, Francesco è un faro importante non solo per la Cristianità, ma per tutti coloro che si rivedono nel suo pensiero, sempre aperto verso un mondo più equilibrato. Francesco è un patrimonio dell’umanità.
Nelle sue Encicliche parla di lavoro, di ambiente, di giustizia e di equità sociale, di accoglienza. Questi temi, che dovrebbero essere al centro dell’agenda mondiale affinché un nuovo mondo sia possibile, sono affrontati dai vari rappresentanti di governo con ipocrisia, ma spesso anche con fastidio, perché hanno posto al centro non i bisogni dell’uomo, ma la ricchezza. Il profitto a qualunque costo.
Il profitto non è un demone, è la sua aberrazione che bisogna combattere: l’uomo contro l’uomo, l’uomo contro l’ambiente, l’uomo contro se stesso.
Lo sfruttamento lavorativo, non è accettabile; il degrado ambientale, non è accettabile; l’indifferenza, non è accettabile.
Francesco rappresenta tutti quei preti e tutte quelle sorelle che ogni giorno affrontano i bisogni, i disagi, il degrado di intere aree del mondo. Sono i preti e le sorelle delle periferie, delle missioni, che spendono la propria vita in nome di Cristo. Sono loro i veri eroi. Sono gli eroi di Francesco, perché Lui è rimasto un prete di frontiera. Infatti, fin dall’inizio del suo pontificato ha messo al primo posto il ritorno della Chiesa alle sue origini, cioè una Chiesa povera, vicina agli ultimi, ai deboli: la Chiesa di Cristo contro una Chiesa incrostata di ricchezza e di potere.
Nel film di Zeffirelli “Fratello Sole Sorella Luna” sono molto significative le parole che Papa Innocenzo III rivolse a Francesco d'Assisi “Tu, con la tua povertà, con la tua semplicità hai saputo umiliarci.”
Quello che colpisce di Francesco è la sua capacità di guardare la realtà e affrontarla: non con gli occhi della Chiesa, ma con gli occhi di Cristo. Infatti le sue aperture verso questioni che un tempo erano tabù, come i divorziati, le unioni civili, la pedofilia nel clero, e da ultimo il fine vita, temi che molto fastidio hanno dato e danno a certi settori del clero, sono la conferma di un percorso nuovo che la Chiesa, grazie a Francesco, ha intrapreso all’interno della società. E i suoi continui appelli, quasi accorati, ai cattolici, ma non solo a loro, affinché si impegnino in politica, rappresentano un messaggio forte di rinnovamento culturale della società. Non più mercificazione della politica. Questa rincorsa spasmodica “ai voti”. Abbiamo trasformato le persone in voti. Ma i voti non esistono, esiste il consenso fatto di impegno, di idee, di progetti, ai quali tutti devono dare il proprio contributo.
“La buona politica: contro la corruzione e per chi lavora per il bene comune”. È questa la vera rivoluzione di Francesco.
Dobbiamo tener presente che questo suo forte impegno di rinnovamento, di aperture, di ritorno alle origini sta trovando forti resistenze all’interno del clero. Infatti il caso delle dimissioni di Marie Collins, irlandese abusata da bambina da un sacerdote, dalla Commissione Pontificia per la tutela dei minori, vittime di abusi del clero, voluta fortemente da Francesco, ne è un caso lampante. In una intervista Marie Collins ha spiegato in modo duro e amaro i motivi delle sue dimissioni: “Non potevo restare. Dopo tre anni vedere continuamente che nella Curia romana c’era chi non favoriva il nostro lavoro, chi in sostanza lo boicottava, senza rispondere anche alle richieste più elementari che venivano avanzate, mi ha gettato in un profondo sgomento, ho provato anche vergogna, e così ho deciso di dimettermi. Francesco fin dall’inizio è stato sincero. Ha preso decisioni chiare nel senso della tolleranza zero. Ma intorno a lui le cose non procedono come dovrebbero e tutto ciò non è corretto”. Lo sfogo di Marie Collins mette in evidenza, in modo non equivocabile, tutte le difficoltà che Francesco sta incontrando e affrontando all’interno della Curia romana. Ma la sua fermezza nei confronti della pedofilia è sancita nelle sue dure parole: “Nessuna grazia per i preti pedofili.”
Da ultimo, l’accusa di eresia che gli è stata lanciata dall’ala conservatrice della Curia romana. Ciò dimostra che Francesco, con la sua azione di ferma applicazione del pensiero di Cristo, ha messo in crisi tutto un sistema incancrenito che si è consolidato e ha dominato la Chiesa negli anni passati. La Chiesa illuminata di Francesco contro la Chiesa oscurantista di una parte del clero.
Sì, la Chiesa illuminata di Francesco.
“Non è eutanasia lo stop a cure inutili.” La svolta di Francesco contro l’accanimento terapeutico è un grande atto d’amore verso la vita. Un Papa che va oltre, che scuote e illumina le nostre coscienze.
La mente corre veloce al caso di Eluana Englaro, una delle pagine più tristi e vergognose della politica italiana. Bastava entrare nell’animo dei suoi genitori per capire che interrompere l’alimentazione e l’idratazione artificiale era non solo rispetto della volontà di Eluana, ma un loro grande atto di amore nella immensa sofferenza. Una sofferenza che la politica ha portato alle estreme conseguenze. Non era eutanasia. Era non vita. Quindi bisognava porre fine a un assurdo accanimento terapeutico. La svolta di Francesco possa scuotere l’animo e le coscienze dei nostri parlamentari affinché la legge sul testamento biologico possa al più presto essere approvata dal Parlamento.
Il Papa, diciamolo chiaramente, ha difficoltà a dialogare non solo all’interno della Chiesa, ma anche con alcuni cosiddetti “potenti della terra” perché costoro una visione miope del mondo. Forse sarebbe meglio dire che non hanno proprio una visione del mondo.
La vita all’insegna dell’umiltà e della sobrietà è il messaggio di Francesco d’Assisi. È il messaggio che Bergoglio ha posto al centro della sua vita. E questo messaggio deve essere per tutti noi, motivo di profonda e seria riflessione.

Movimento Senza Potere