Vade retro: arriva Vittorio Sgarbi

Vade retro: arriva Vittorio Sgarbi

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Si può amare o si può odiare, si possono condividere o aborrire i suoi paradossi e i suoi giudizi politici ed estetici, si può tollerare o condannare la sua presunzione, rimane però nel bene e nel male, un personaggio, un tempo anche scomodo.
Le polemiche lo lambiscono, e se le scrolla di dosso con una alzata di spalle, come quella più recente nata da un articolo de “ la Repubblica”.
Nell’articolo del quotidiano di una settimana fa, si dimostrava che una prefazione critica di ben sette pagine ad un volume d’arte su Botticelli, facente parte di una collana della casa editrice “Skirà” venduto in allegato con alcuni quotidiani, e firmata da Vittorio Sgarbi, era stata copiata alla lettera da un lavoro del 1964 di Mina Bacci, vera studiosa dell’arte botticelliana.
“Ma cosa volete – ha risposto Sgarbi- sarà stato un mio collaboratore il quale ha attinto troppo a testi preesistenti senza avere il buon senso di alterare quei materiali.”
Sarà, ma la firma sotto il testo era la sua , e non ci ha fatto certo una gran bella figura, sorpreso come un bambino con le dita nella marmellata.
Comunque rimane un grande affabulatore dall’eloquio seducente, che tra una tirata contro la pale eoliche e contro i restauri che sono, a suo dire, i peggiori nemici della conservazione delle opere d’arte, trova il modo però da grande navigatore della politica e da assiduo frequentatore dei palazzi e degli uomini del potere di lanciare messaggi di pace e di collaborazione a quanti controllano i cordoni della borsa, dal presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo al ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi.

Esordisce con un saluto a Bagheria e agli amici di Bagheria, Antonella Miloro Nasca, presidente della UNITRE, il professore Natale Tedesco, i fratelli Falcone ed il sindaco conosciuto per la prima volta a Vigevano durante una mostra di Renato Guttuso.
E via sull’onda dei paradossi: dal fatto che certi cognomi restino indissolubilmente legati a quanto di negativo hanno fatto questi personaggi: da Andreotti a Gelli, da Piromalli a Cuffaro.
Nessuno conosce e ricorda però i meriti culturali di artisti e studiosi che portano gli stessi cognomi.
Ed è il cognome Cuffaro che gli da il destro per riparlare della grande mostra di Pina Calì e Silvestre Cuffaro, ( che paragona per la intensità e la complementarità del sodalizio artisticoalla coppia di pittori messicani Diego Rivera e Frida Khalo): la loro casa di Santa Flavia e un museo, pieno di opere e di ricordi dei due artisti ed evocativo delle vicende storiche e culturali che incrociarono la pittrice e lo scultore ( che fu peraltro uno dei migliori sindaci di Bagheria) e che -sostiene Sgarbi-dovrebbe essere dichiarato monumento nazionale
Liscia per il verso del pelo il ministro dei Beni Culturali Sando Bondi condividendone la scelta di affiancare al direttore generale del ministero, quello che fu il direttore generale di Mc Donalds per mettere ordine sulla pletora di musei , troppi dei quali hanno un numero di visitatori talmente modesto, da far pensare che la loro chiusura sarebbe salutare per le casse dello Stato, senza nuocere alla diffusione della cultura.

Ma perché i nostri musei non attirano visitatori
? si chiede Sgarbi.
I musei in Italia sembrano luoghi nati per far soffrire le persone, mai una sedia , mai dove prendere un caffè, cessi sporchi, dice Sgarbi. Ed ha ragione.
Ed ecco l’intuizione e la risposta giusta.
Si guardi agli altri paesi , e soprattutto all’Inghilterrra aggiungiamo noi.
Nei musei in Inghilterra l'ingresso è gratuito per visitare le collezioni permanenti (chi lo voglia può lasciare un contributo volontario), a parte gli allestimenti straordinari.
Però, provate ad andare a vedere e troverete tutto: dal guardaroba, alle sedie e poltrone praticamente in ogni sala, al bar, alla caffetteria, al ristorante , ai negozi di merchandising, alle librerie, in alcuni addirittura un’area per lasciare i bambini più piccoli.
Visitare musei come la Tate Modern o il SouthBank Centre…è vero un piacere, e non una tortura come avviene sovente da noi
Il museo è un luogo gradevole dove si va trascorrere gradevolmente una serata con gli amici


Da sindaco di Salemi sta cercando, interloquendo con assessori regionali e ministri, e facendo leva sulla capacità di far parlare i “media” di tutto il mondo delle sue performance, di attirare su questo centro del trapanese, noto ai più per essere stata la patria dei tristemente famosi cugini esattori Nino e Ignazio Salvo, risorse e interessi turistici.
Cosa resterà di questa esperienza non sappiamo: sarà il tempo a dircelo, sinora suscita curiosità, attenzione e qualche ragionato scetticismo
Il libro presto detto: è la storia dei suoi difficili rapporti con la giunta di Suor Letizia (Moratti); esplosi con una mostra sull’arte omosessuale, appunto "Vade retro", che ha scosso i benpensanti.
Clausura perchè Milano, o meglio la sua attuale amministrazione, contiene al proprio interno una insanabile contraddizione: grandi disponibilità e risorse economiche, ma poche idee innovative e coraggiose.
Volevano dei servi-dice-senza capire che è dal dissenso e dal confronto che vengono fuori le buone idee.
E poi quella-aggiunge- del servo è una vocazione che non ho mai coltivato.
Al l contrario di quanto avviene in Sicilia o , per meglio dire nella "sua" Salemi; pochi soldi e tante idee originali o stravaganti:dipende dai punti di vista.
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