Pedonalizzazione di Corso Umberto: che fare?

Pedonalizzazione di Corso Umberto: che fare?

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Riceviamo e pubblichiamo

Vorrei ritornare sul dibattito aperto in questi ultimi mesi riguardo alla pedonalizzazione del Corso Umberto e sulle ricadute economiche che tale decisione comporta.

A mio avviso chiudere il Corso Umberto al traffico 24 ore su 24 è eccessivo e non porta alcun vantaggio alla città ma solo disagi.

Per il fatto stesso di essere la strada principale non si può paralizzare la città e spostare i disagi nelle strade limitrofe.

Non si può chiudere un’arteria così importante della città solo perché “è bello passeggiare nel Corso”.

Nelle altre città, italiane ed europee, raramente si verifica che una strada fondamentale per la viabilità cittadina venga completamente chiusa al traffico. Semmai, si adottano soluzioni che limitano l’acceso delle auto al centro storico (pass per i residenti, parcheggio orario, autobus navetta), o chiusure parziali in determinati giorni o orari.

Nel caso di Bagheria, secondo me ha senso chiudere il Corso solo in alcuni orari della giornata, ad esempio nella fascia pomeridiana dalle 15:00 alle 20:00 e lasciare la mattina libera circolazione per consentire ai cittadini di transitare e ai negozianti le attività di carico e scarico della merce.
Partendo da questa considerazione occorre a mio avviso dialogare con i commercianti e ragionare con loro che ovunque si siano create delle zone pedonali si è avuto nei primi mesi un forte calo delle vendite degli esercizi commerciali ivi ubicati.

Infatti il forte attaccamento all’uso dell’automobile porta, almeno nella fase iniziale, ad uno spostamento di clientela (specie di alcuni negozi alimentari e di altri prodotti di prima necessità) verso altri esercizi commerciali ubicati fuori dell’area pedonale.

Solo dopo, quando la città scopre il gusto e la bellezza di strade lontane dal traffico e la bella abitudine di vivere a piedi i propri spazi, le strade pedanali tornano a riempirsi di gente.
Occorre comunque ragionare sul sistema complessivo della viabilità della nostra città.

Non si può con un tratto di penna cancellare una strada così importante come il Corso Umberto, è necessario invece, ripensare al sistema complessivo della viabilità di tutta la città, migliorandone l’aspetto organizzativo (ad esempio, trasformando alcuni sensi unici) e riprogrammare i flussi viari delle arterie limitrofe.

Occorre urgentemente realizzare i parcheggi programmati e migliorare il sistema di mobilità pubblico, attraverso navette che creino un collegamento costante in tutto il centro storico, favorendo il cambiamento culturale nell’utilizzo dell’auto, creando le condizioni affinché sia preferibile lasciare l’auto a casa.

Infine, occorre approfittare del Nuovo Corso Umberto per provare a realizzare concretamente la vocazione turistica della nostra città.

Infatti il completamento delle opere infrastrutturali in corso, quali il miglioramento dell’attuale svincolo autostradale, la realizzazione del parcheggio in zona stazione, il restauro della Certosa, la ristrutturazione di Palazzo Butera e la sua prevista rifunzionalizzazione per attività polifunzionali, rappresentano condizioni necessarie per migliorare le condizioni di contesto e di attrattività del nostro comprensorio.

Poi, è necessario un forte cambiamento culturale, perché “una città diventa turistica solo quando i suoi abitanti si innamorano della città in cui vivono”, ovvero occorre un forte rispetto del territorio in cui viviamo per potere provare ad attrarre turisti e risorse nella nostra città.


Roberto Lo Meo è funzionario di Sviluppo Italia Sicilia S.p.A., dove si occupa di marketing territoriale. E’ Dottore Commercialista, Revisore Contabile e Giornalista Pubblicista.

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