Coronavirus e rimborso viaggi- a cura dell'Avv, Antonino Oceano

Coronavirus e rimborso viaggi- a cura dell'Avv, Antonino Oceano

attualita
Typography

Cosa succede a chi ha dovuto rinunciare al proprio viaggio per cause di forza maggiore, per esempio perché diretto verso alcuni dei paesi che hanno imposto i blocchi causa coronavirus (o meglio Covid-19), o che ha semplicemente preferito non partire?

Nel comunicato diffuso dall’Associazione Nazionale dei Tour operator, si afferma che «nelle ultime settimane il comparto del turismo organizzato (agenzie di viaggi e tour operator) ha assistito non solo ad un azzeramento della domanda verso la Cina e verso le altre mete asiatiche, ma anche a un blocco della domanda di viaggi in generale per tutte le destinazioni del mondo, oltre che a un raddoppio delle richieste di cancellazione di viaggi. Inoltre, alcuni Paesi esteri stanno adottando misure restrittive nei confronti dell’ingresso di viaggiatori italiani, fattore che determina un ulteriore aggravio del danno, che è già molto ingente».
Per rispondere correttamente a tutte le domande che poniamo o che vi stanno venendo in mente, bisogna sicuramente fare le dovute ed opportune distinzioni caso per caso.
Ed invero, se esiste una difficoltà reale, e quindi in caso ad esempio di divieto di ingresso nel Paese di destinazione (ad esempio ai cittadini italiani è stato impedito l’ingresso in Israele, Giamaica, Giordania ecc.) , il consumatore ha diritto al rimborso di quanto versato, ma non a un risarcimento proprio perché intervengono cause di forza maggiore.
Il consiglio è di scrivere (preferibilmente per il tramite del vostro Avvocato di fiducia) al tour operator, all’agenzia o alla compagnia aerea, un’email nella quale si menzioni il viaggio ed, una volta evidenziate le difficoltà sopravvenute, si chiede il rimborso di quanto versato.

Alcune aziende, come Italo e Trenitalia, hanno dichiarato spontaneamente che rimborseranno i viaggi nelle zone interdette, altre come Ryanair al momento stanno rifiutando i rimborsi.
Ovviamente è opportuno precisare che i rimborsi sono dovuti solo a situazioni legate al virus. Se il consumatore si reca in una zona non a rischio ottenere un risarcimento sarà molto più difficile, ma in alcuni casi sarà comunque possibile, si pensi ad esempio ad una persona affetta da particolari patologie tali da rendere eccessivamente rischioso intraprendere un viaggio, in una situazione del genere si potrebbe anche ottenere il rimborso. Come dicevo va valutato caso per caso.
Per programmare nel futuro i propri viaggi è bene stipulare polizze annullamento, che costano circa 50 euro. Così facendo si può tranquillamente prenotare una vacanza per l’estate con la possibilità di rinunciarci senza perdere soldi.
Per chi invece ha già prenotato il proprio viaggio, ma a causa delle incertezze legate al momento attuale non ha più intenzione di partire o è realmente impedito a farlo da restrizioni governative, le piattaforme online stanno pubblicando linee guide per ottenere il rimborso. Su Booking, il portale più importante per la prenotazione alberghiera, gli utenti possono già avvalersi della cancellazione gratuita prevista in molti casi.
Intanto, a tutela dei consumatori il Codacons sta predisponendo un facsimile di diffida attraverso il quale i consumatori che si vedono negare i rimborsi, sulla base degli ultimi decreti del Governo e in virtù della situazione di forza maggiore venutasi a creare, diffidare gli operatori alla restituzione di quanto speso e chiedere alla Procura competente l’avvio di una azione penale per la possibile fattispecie di appropriazione indebita.

Avv. Antonino Oceano