"La questione giovanile": ritardo economico e disagio

"La questione giovanile": ritardo economico e disagio

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Nei giorni scorsi Antonio Golini, professore del Dipartimento di scienze demografiche dell’Università “La Sapienza” di Roma ha presentato il “Rapporto sulla condizione giovanile in Italia”.

Si tratta di un interessante studio articolato in 5 sezioni che cerca di analizzare il rapporto tra giovani e famiglia, lavoro, quadro sociale, stili di vita e rapporti con l'estero. In poco meno di 20 pagine i ricercatori sono riusciti a mettere a fuoco le principali problematiche riguardanti quel 24,1% della popolazione italiana che comprende i giovani di ambo i sessi tra i 15 e i 35 anni.

I dati dello studio offrono inoltre diversi spunti e motivi di riflessione a chi per dovere istituzionale o per semplice passione ha a cuore le problematiche giovanili.
In Italia il 24,7% dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha un lavoro; in Sicilia la percentuale scende al 15,9%.Non va meglio nella fascia di eta' che comprende giovani tra i 25 e i 35 anni (70,1% i contro il 50,2%.). In Italia il 74,9% della popolazione tra i 15 e i 34 anni dichiara di non riuscire a risparmiare, il 12,9% ha arretrati con le bollette e il 30,2% dichiara di non essere ingrado di far fronte ad una improvvisa spesa di 600 euro. Il confronto con analoga popolazione delle isole è impietoso. Qui quelli che dichiarano di non essere in grado di risparmiare sono addirittura il 90,3%, il 25,5% e' in arretrato con le bollette e il 49,9% non sarebbe in grado di far fronte alla spesa di 600 euro.

Il disagio economico dei giovani del sud e quelli delle isole in particolare e' evidente. Infatti il reddito individuale dei giovani tra i 15 e i 34 anni in Italia e' di 13,006 euro mentre nelle isole si scende a 10,778 euro. Ma il disagio non riguarda soltanto la sfera economica. L'indagine della Sapienza affronta anche i differenti stili di vita: In Italia il 33% dei maschi ed il 20,1% delle femmine fuma, nelle isole le percentuali salgono al 37% e al 21,2%, e ancora se il 31,3% dei giovani italiani è in sovrappeso o francamente obeso in Sicilia si registra il record con il 40,2%. Infine mentre nel resto d'Italia il 40% dei giovani pratica uno sport nelle isole gli sportivi sono solo il 33%.

Il rapporto dei ricercatori della sapienza evidenzia quindi una condizione di svantaggio per i nostri giovani. Verrebbe da dire che il ritardo economico del meridione non e' una novita' e scandalizzarsene appare un tantino ipocrita. In realta' la preoccupazione e' che la situazione sia destinata ad aggravarsi soprattutto alla luce della dense nubi che appaiono all'orizzonte della nostra economia. In tempi di crisi sono le fasce deboli a pagare il prezzo piu' alto. Certo questo e' soprattutto affare del governo centrale e della regione nella consapevolezza che il disagio economico e sociale dei nostri giovani e' destinato ad alimentare, microcriminalita', dipendenza dalla droga, emarginazione
ecc...

Ma l'allarme deve riguardare anche i comuni dove deve farsi strada la consapevolezza che la questione giovanile e' questione centrale di ogni programma e le ristrettezze economiche (seppur notevoli!) non possono essere l'alibi che giustifichi il disimpegno ed il disinteresse verso il proble-ma.

Da qualche tempo molti Sindaci hanno nominato assessori con competenze e delega alla questione giovanile. Ma tale rinnovato impegno e' spesso solo nominale, perche' tali assessorati appaiono eleganti scatole vuote privi di mezzi, strutture e soprattutto risorse. Eppure l'impegno di far sentire ai nostri giovani la vicinanza delle istituzioni puo' anche inquesto desolante quadro essere ancora un obbiettivo credibile. A tale esigenza risponde per esempio la costituzione della consulta giovanile di Casteldaccia che dovra' essere lo strumento di dialogo e di incontro tra le istituzioni locali e i giovani. Prove di dialogo dunque, difficili perche' bisogna rimuovere la diffidenza verso la politica ed una certa pigrizia mentale che hanno spinto i giovani verso il privato ed il disimpegno. Ma la grande scommessa consiste proprio nella capacita' che le nostre istituzioni mostreranno nell'ascoltare i giovani, interpretare le loro ansie, intercettare i loro bisogni essergli vicini anche nei luoghi non istituzionalì.

E' una sfida che non possiamo permetterci di perdere.


Vincenzo Accurso

Assessore alle politiche giovanili - Comune di Casteldaccia



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