Niente pubblicità alla informazione locale: meglio Publikompass

Niente pubblicità alla informazione locale: meglio Publikompass

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Biagio Sciortino, ha sempre sostenuto, che con l’informazione stampata e on-line di Bagheria, vuole avere un rapporto chiaro: niente convenzioni, niente contributi, niente pubblicità istituzionale.
Così l’informazione può dire quello che pensa senza vincolo alcuno, libera insomma di “disturbare il conducente"

Posizione limpida e corretta , se non fosse che si scontra con alcuni fatti che oggettivamente vanno in altra direzione.

In Italia tutta l’informazione è sostenuta più o meno direttamente dallo Stato, o con contributi diretti ( garanzia di quote pubblicitarie ) o indiretti attraverso contributi sulle spese (carta ecc…); finanziate sono le piccole e meno piccole televisioni private, e non parliamo degli sprechi di quella pubblica.

E non per questo l’informazione è meno libera


Non parliamo poi dei contributi che vanno a  giornali,  radio e tv legata a partiti o gruppi politici: una recente inchiesta condotta da Milena Gabanelli su RAI 3 faceva ascendere a 625 milioni di Euro le sovvenzioni che vanno a  iniziative editoriali talvolte minuscole, invisibili e sconosciute, legate però ai gruppi politici.
Questa cifra "mostruosa" di oltre 1.000 miliardi delle vecchie lire, non è mai stata smentita.
.
L’altro aspetto è più legato ad eventi locali: a parte una eccezione che fu fatta al tempo della mostra di Guttuso “La potenza dell’immagine” che coinvolse, per una piccola quota pubblicitaria, l’informazione stampata e via etere locale, mai, in nessuna occasione, un solo euro è stato investito per sorreggere gli organi di informazione locale, anche attraverso la diffusione di informazione su eventi o attività istituzionali.

Né in occasione di grandi eventi, quali la riapertura della Galleria “R.Guttuso”, o mostre o occasioni culturali particolarmente rilevanti, né in occasione delle festività del patrono, né per propagandare le iniziative dell’estate, né per far conoscere le cose buone che pure a Bagheria esistono: niente di niente.

Per le concessionarie di pubblicità e gli organi di informazione non locali di Bagheria si fanno però frequenti eccezioni
: qualche migliaio di euro che da anni, ed ogni anno, vengono dati a qualche rivista patinata che si trova sugli aerei o da qualche altra parte , altri ad un rivista di turismo o di chissaccosa, e del cui investimento non abbiamo idea di che tipo di ritorno di immagine abbia potuto e possa avere su Bagheria., e la Publikompass del “Giornale di Sicilia”.

Ogni anno tramite la Publikompass viene investito qualche migliaio di Euro per la realizzazione di pagine promozionali su Bagheria, in cui il sindaco, o qualche assessore, circondato dal fumo di incensi, parla delle “mirabili sorti e progressive” della nostra comunità, in occasioni varie.

L’ultima ieri, domenica 5 Luglio.


Sul “Giornale di Sicilia”, di ieri appunto, verosimilmente commissionato dal Comune di Bagheria, troviamo la “manchette” pubblicitaria delle esibizioni degli artisti di strada che ci saranno nei prossimi fine settimana nella nostra città.

Non sappiamo ancora quanto il Comune abbia pagato per questa pubblicità
; non sappiamo che ritorno potrà avere; sappiamo solo che al “Giornale di Sicilia” la pubblicità istituzionale, e se il caso anche generosa, può andare, a tutti gli altri organi di informazione bagheresi, no.

E dire che a Bagheria ci sono quattro o cinque testate a varia periodicità , tiratura e diffusione territoriale, ci sono tre siti on line che ogni giorno assommano migliaia e migliaia di contatti di bagheresi di Bagheria, di abitanti del territorio, e di nostri concittadini nel mondo; a costoro invece, non deve andare niente di niente.
Sono strumenti che informano in maniera dettagliata delle attività anche "promozionali" dell'amministrazione, e che pressocchè quotidianamente riprendono e rilanciano notizie dal sito istituzionale del Comune, provvedendo ad informare così un elevatissimo numero di lettori e cittadini.

E’ giusto tutto ciò?

Giusto- dice il sindaco Sciortino: così, senza alcun condizionamento economico, saranno liberi di dire quello che pensano del sindaco e della sua amministrazione.

E allora perché i soldi solo al “Giornale di Sicilia” ?


Occorre tornare sempre al cinismo del navigato Andreotti, perché una battuta più pertinente ed efficace i nuovi politici non l’hanno ancora inventata:A pensar male si fa peccato, però spesso ci s’azzecca”.

Però il sindaco, in fondo in fondo ha ragione: i soldi agli organi di informazione bagheresi sarebbero soldi sprecati, perché, considerate le condizioni in cui versa Bagheria, gliele canterebbero lo stesso.

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