I problemi dei più deboli innanzitutto - di Michele Bartolone

I problemi dei più deboli innanzitutto - di Michele Bartolone

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Riceviamo e pubblichiamo: E’ con una certa attenzione che abbiamo seguito la lunga crisi politica e amministrativa di questi ultimi mesi, culminata poi con l’azzeramento della vecchia giunta

e la formazione della nuova.
Precisiamo subito che il nostro interesse non nasce dalla speranza di ottenere qualche piccola sinecura personale, né di far parte della variopinta "corte dei miracoli", (o dei “miracolati” come l’ha definita il direttore di questo sito), di esperti e consulenti, che circondano il sindaco.
Con altrettanta chiarezza diciamo che non ci schieriamo pregiudizialmente né con la maggioranza né con l’opposizione, e che non ci lasciamo guidare nel nostro giudizio dai colori o dalle bandiere di partito, né da aggregazioni né da fusioni anomale.

Il nostro interesse e la nostra attenzione nascono esclusivamente dal desiderio di vedere una Amministrazione comunale, un consiglio, un sindaco che possano lavorare bene, che funzionino, che producano decisioni nell’interesse dei cittadini amministrati, che risolvano i tanti problemi che affliggono questo nostro paese, che sappiano dare risposte alle istanze di tutti i gruppi sociali, con particolare attenzione, per il ruolo che svolgiamo, a quelle persone e a quelle famiglie penalizzate dalla crisi attuale, in poche parole ai settori più deboli della società.
E a tal riguardo, ci sia consentito di fare alcune considerazioni.
In questo lungo periodo di crisi, specialmente nell’ultimo, abbiamo sentito sindaco, partiti, politici, assessori, parlare di maggioranze omogenee, di maggioranze trasversali, alleanze strategiche, spaccature, aggregazioni.
Si badi bene però che c’è attualmente una crisi sociale senza precedenti: la disoccupazione giovanile ha toccato punte che preoccupano e che rattristano, nuove categorie e nuove fasce sociali sono sempre più a rischio povertà, i pensionati devono stringere sempre più la cinghia perché sempre più si riduce il potere d’acquisto delle pensioni.
Ma tutto questo sembra non interessare nessuno, c’è ormai sull’argomento una sorta di sentimento di assuefazione e di ineluttabilità.
A Bagheria ci sono poi cambiamenti e nuovi fenomeni sociali che andrebbero a nostro parere osservati e attenzionati bene.

Da un recente studio della nostra organizzazione sindacale, per esempio, risulta che a Bagheria sta avvenendo una immigrazione di ritorno: molti operai qualificati che nell’ultimo decennio erano felicemente emigrati in Liguria, Emilia, Umbria, Toscana, stanno tornando indietro perché quelle regioni sono investiti da una crisi durissima.
Questo ritorno sta creando forti tensioni sociali, ma anche questo non sembra interessare nessuno.
C’è ancora qualcuno che si interroga sul dove sta andando questo paese?
Lei stesso, signor sindaco, durante lo svolgimento di questa crisi ha incontrato un po’ tutti, partiti politici, consiglieri, assessori, gruppi e aggregazioni politiche varie.

Avrebbe dovuto incontrare, però, secondo il nostro giudizio, anche qualcun altro: la gente del suo paese, e non solo la gente che l’ha votato e ha contribuito alla sua elezione, ma anche quelli che non l'hanno votato. Perchè Lei è stato eletto sindaco di tutti i cittadini.
Avrebbe dovuto incontrare, sempre secondo noi, tutte le organizzazioni di volontariato che operano nel territorio, le comunità ecclesiali, i sindacati ed anche i comitati civici, quelle aggregazioni spontanee di cittadini, cioè, che sono l’unica vera e importante novità di un panorama politico statico e stantìo.

E questo, non lo diciamo perchè questi organismi, incluso noi sindacati si considerino più bravi, né perché, è bene precisarlo vogliono sostituirsi alla politica , né tantomeno agli amministratori, ma soltanto perché, vivendo nel territorio, a stretto contatto con la gente, abbiamo una percezione più diretta e immediata dei fenomeni sociali e ove richiesti, potremmo dare un piccolo contributo per individuare e risolvere i problemi della gente.
Confesso che siamo preoccupati: la nostra preoccupazione nasce dal fatto che dopo tutto quello che è successo e continua a a succedere, gli strascichi velenosi che questa crisi ha lasciato, uniti alle inevitabili tensioni e agli scontri che l’imminenza delle elezioni del 2011 porterà con sé, facciano trascorrere l’anno che viene in un continuo scontro politico, in una paralisi amministrativa e che i problemi della gente vengano relegati in secondo piano.

Tutto questo, signor sindaco, signori assessori, signori consiglieri, il paese, credeteci, non se lo può proprio permettere. Rifletteteci, se il bene di questo paese sta ancora a cuore a qualcuno.

MICHELE BARTOLONE    segretario Federazione Nazionale Pensionati CISL Bagheria