Chi ruba la luce elettrica?- di Tommaso Impellitteri

Chi ruba la luce elettrica?- di Tommaso Impellitteri

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Molto frequenti sono gli arresti e le denunce per furto di energia elettrica. È aumentato il desiderio di rubare o aumenta sempre più lo stato di indigenza delle persone,

in particolare di quelle già povere?

Chi compie un furto deve essere, giustamente, perseguito.

E, però, ciò dovrebbe valere per qualsivoglia tipologia di furto, compreso, ad esempio, quello comunissimo e frequentissimo compiuto da chi (col posto sicuro!) non vuole lavorare e percepisce comunque lo stipendio.
Trovo opportuno usare il verbo per-seguire.

Esso si dovrebbe tradurre in modi differenti a seconda che a rubare sia un povero, realmente tale per le condizioni di estremo bisogno e degrado in cui può versare, o uno che povero non è e ruba consapevolmente e deliberatamente.
Per-seguire il povero dovrebbe significare andare oltre le conseguenze del reato, ossia dovrebbe implicare prioritariamente che lo stesso venga seguito da e attraverso i Servizi Sociali del Comune, espressione della solidarietà che la società civile, si sottolinea civile, esercita e deve esercitare su chi ha più bisogno.

Al contrario, paradossalmente, il povero diventa o diventerebbe solo un pretesto e, perché no?, una "fortuna" per far campare altri ... impiegati in strutture pubbliche previste appunto per per..seguire!
Pertanto, agli arresti e alle denunce dovrebbe seguire una domanda: quanto e come funzionano i Servizi Sociali? Le risorse umane e i fondi pubblici come vengono gestiti?
Chissà quale scenario si aprirebbe!
Siamo convinti che il Sistema dei Servizi Sociali debba funzionare sempre meglio quale emblema di civiltà.

In fondo, esso è fondamentale come il PRG propriamente detto, potendosi configurare come il PRG dei bisogni della comunità, che sono tanti e complessi e perciò richiedono competenza e impegno notevoli.
Della comunicazione circa gli arresti e le denunce per frode di energia elettrica, colpisce questo commento:
" ... stante anche il fatto che si tratta di un grave reato, che però da alcune fasce di popolazione non viene percepito come tale, per le condizioni di estremo bisogno e degrado in cui vivono."

Adottando questa espressione "un grave reato che.. non viene percepito ...", sicuramente senza volerlo, si corre il rischio di "massacrare" due volte gli autori del reato.

Una volta perché poveri che vivono in estremo stato di bisogno e degrado lasciati alla deriva e, un'altra , perché poveri che non capiscono la gravità di ciò che di illegale possono compiere. Sono, al contrario, convinto che i poveri capiscono, eccome! e, però, non hanno alternative, soprattutto quando avvertono di essere ulteriormente abbandonati (non dico sconosciuti perché mi rifiuto di pensarlo), anche dai Servizi Sociali, per le esigenze vitali!

La povertà, checché se ne dica è come l'handicap: dà fastidio!

I poveri, nell'immaginario culturale e sociale di molti, sono "individui" (definire "persone" già sarebbe un gran bel passo avanti !) che fanno ‘impressione', fanno ‘senso', disturbano.

Spesso sono sgarbati, pretendono!

I poveri, se proprio devono stare in mezzo a noi, li si vorrebbe come persone per- bene, non arrabbiate, rispettose, dolci quasi, educate, pulite, ossequiose, insomma "felici" di essere poveri e di stare al loro posto!

Li accetteremmo sicuramente meglio, anche perché ci toglierebbero il gran peso della solidarietà, singola e collettiva.

Al di là dell'ironia, ribadiamo come sia fondamentale per l'espressione del livello di civiltà di una comunità un corretto funzionamento dei Servizi sociali, totalmente rivolto a chi ha realmente più bisogno.

 

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