Ancora una falsa partenza per la casa della solidarietà

Ancora una falsa partenza per la casa della solidarietà

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Si presentava come una iniziativa utile e necessaria, anche perchè rivolta a quelli che soffrono e ai più deboli. Per insipienza, per incapacità, per superficialità si avvia a diventare un altro dei soliti confusi "pateracchi" di questa amministrazione. Leggete attentamente il documento reso noto sull'argomento dalla Caritas

La Giunta con delibera N° 94 del 13 Ottobre 2010 decide di attivare il "Centro della mensa" a cui la Caritas cittadina deve fare da "supporto" con proprie risorse organizzative e strumentali, idonee per l'attivazione della "Mensa della solidarieta' cittadina, promossa dal Comune".
Il comune, titolare del Centro, mette a disposizione solo i locali e il pagamento di energia elettrica e acqua.

Si tratta, quindi, di una istituzione comunale, che, pero', si vuole sia la "Caritas" a gestire per conto del Comune.

La delibera ritiene di potere legittimare l'iniziativa appellandosi alla Caritas diocesana che si legge "ha condiviso l'iniziativa di istituire un Centro mensa della solidarieta' cittadina a sostegno delle fasce piu' deboli e ha dichiarato la propria disponibilita' a supportare le attivita' del Centro per il tramite della Caritas cittadina".

Solo che la Caritas cittadina bagherese in questo iter di preparazione della delibera e soprattutto delle novita' gestionali del Centro mensa, non e' stata interpellata.

PERTANTO

Il Consiglio cittadino della "Caritas", durante la seduta del 29 ottobre scorso alla delibera della Giunta ha fatto le sue osservazioni, che segnatamente indichiamo:

1. La Mensa, per anni, e' stata un servizio prestato dalla "Casa francescana" come iniziativa tutta propria della Comunita' ecclesiale bagherese, i locali furono acquisiti dal Comune per trasferirvi la scuola materna dai locali di Palazzo Butera, per i noti lavori di ristrutturazione, non riuscendo a trovare altri locali idonei, la Mensa venne chiusa.

2. Il Comune aveva promesso di affidare alla "Caritas cittadina" dei locali in cambio di quelli inadatti dello stadio, perche' potesse non solo riaprire la Mensa, trasferirvi il Centro unico per le derrate alimentari e il Centro di Ascolto; ma per potere, altresi', potenziare l'attivita' con un servizio di prima accoglienza con doccia, cambio di indumenti e ospitalita' di breve durata.
Era opinione comune, per altro non contraddetta da nessuno, che il Comune doveva, soltanto, cedere, in comodato d'uso, i locali alla Caritas cittadina.

3. Ci si e' ritrovati, invece, senza nessun preavviso o consultazione, di fronte a una delibera che stravolge sostanzialmente il senso del Progetto iniziale.

Dall'incontro con la Dottoressa Bonanno, a cui hanno partecipato Don Giovanni La Mendola, Don Francesco Michele Stabile, la Signora Concetta Testa, direttrice della Caritas cittadina, si e' saputo che la motivazione dello stravolgimento era dovuta ad un intervento della segreteria Generale del Comune, secondo la quale il Comune non puo' dare in "comodato d'uso" i locali non di sua proprieta', presi in affitto.
Tale annotazione avrebbe fatto decidere la Giunta a istituire un proprio "Centro mensa solidarieta' cittadina".

Nell'incontro che la stessa delegazione ha avuto con la Segretaria Generale del Comune, la suddetta motivazione veniva ribadita non come una normativa di legge, ma come una indicazione della Corte dei Conti, che avrebbe potuto penalizzare gli attori del Comune responsabili di una delibera che avesse concesso in comodato d'uso locali affittati dal Comune.

4. La istituzione di questa Mensa comunale viene inserita all'interno delle "azioni" del "Piano di zona del Distretto 39". Poiche' il Piano di zona e' risultato poco poco attento al contesto delle poverta' in questo momento di crisi sociale, l'istituzione della Mensa, parrebbe, in qualche modo, dare l'impressione all'opinione pubblica di una attenzione alle fasce piu' deboli della societa'.

5. L'inserimento nel Piano zona comporta necessariamente, come per tutte le "azioni", che anche l'attivita' della Caritas cittadina, dovrebbe essere sotto il controllo del Comune, infatti nella bozza di atto di intesa proposto dalla delibera in oggetto si legge "al servizio sociale professionale del Comune viene affidato l'orientamento dell'utenza professionale del Comune viene affidato orientamento dell'utenza bisognosa, il controllo e il monitoraggio della prestazioni rese dalla Caritas cittadina" (art. 5).

6. Nonostante il riferimento alla Caritas diocesana da parte degli uffici comunali, la Caritas cittadina di Bagheria, non ha mai "dichiarato la propria disponibilita' a supportare le attivita' del Centro", perche' non sapeva neanche della esistenza di questo Centro della Mensa comunale da parte della Giunta come descritto dalle delibere del 13 ottobre scorso; era ancora convinta che il Comune si dovesse limitare a mettere a disposizione i locali per le attivita' della Caritas cittadina.

Per questa considerazioni sulla delibera di Giunta, il Consiglio della Caritas cittadina ritiene non essere disponibile a supportare :
- un Centro che e' del Comune di Bagheria
- di non potere accettare di svolgere una "azione" del Piano di zona secondo la legge 328/2000
- di non potere essere "monitorata e controllata" nella sua attivita' dal servizio Sociale professionale del Comune.

La Caritas cittadina non puo' rinunciare alla sua autonomia, come all'impegno di istituire una Mensa.

Ribadisce, altresi', la volonta' di collaborare con il servizio sociale professionale del Comune, senza per altro, rinunciare al suo ruolo di interlocutrice e animatrice delle politiche sociali del Comune.
Documento firmato da:
Padre Giovanni La Mendola
Concetta Testa per la "Caritas Cittadina"

 

(lettera trasmessa dalla "Caritas cittadina" e dall'Arciprete Giovanni La Mendola al sindaco, alla segretaria comunale ed all'assessore alle politiche sociali del comune di Bagheria in data 1 novembre 2010)

Nella foto di copertina I locali che erano stati individuati come sede della "Casa della solidarietà"