Cronaca

Intorno alle ore 19.00 di questa sera a Santa Flavia all'incrocio tra la strada statale 113 e via delle Grazie, subito dopo il passaggio a livello, una Toyota Aygò condotta da una signora bagherese e proveniente da Bagheria, mentre si avviava a girare a sinistra per via delle Grazie, si è scontrata con una moto Ducati Monster, condotta da S.P. anche lui bagherese di 25  anni,  che proveniva in senso contrario: la moto ha impattato contro il faro destro dell'auto, ed il conducente è rovinato a terra.

Il giovane è rimasto ferito a terra sino all' arrivo del 118 che è stato peraltro estremamente tempestivo: il personale dell'ambulanza ha assistito per oltre mezz'ora il giovane sul posto prima di procedere al suo ricovero al Buccheri La Ferla.

S.P.  mentre veniva soccorso era lucido, lamentava forti dolori ad uno degli arti inferiori.

I legali di Nino Di Bella avevano proposto ricorso sino in  Cassazione avverso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il loro assistito ma la Corte di Cassazione confermando il provvedimento, pertanto  il 9 ottobre, i Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno notificato a DI BELLA Gioacchino Antonino, nato a Bagheria, classe 1955, dipendente del CO.IN.R.E.S., pluripregiudicato, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa l’8 ottobre 2013 dal Tribunale di Palermo.

Il provvedimento, che ridispone la custodia cautelare in carcere a seguito dell’udienza dell’8 ottobre presso la Suprema Corte di Cassazione, scaturisce dall’attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, conclusa lo scorso 25 marzo con l’operazione denominata “Baghdad”, che aveva visto l’arresto del DI BELLA e di LO PARO Diego, entrambi dipendenti del Consorzio incaricato della raccolta e smaltimento dei rifiuti.

I reati contestati rimangono quelli di associazione a delinquere di tipo mafioso ed estorsione, essendo stata riscontrata una partecipazione costante e diretta alle attività della famiglia mafiosa di Bagheria. Il DI BELLA, condotto presso la Compagnia Carabinieri di Bagheria per le operazioni di identificazione, è stato successivamente tradotto presso la Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Patrizia Pisciotta, la donna che era accusata di omicidio preterintenzionale per avere provocato,  secondo l'accusa nel febbraio del 2010 con una gomitata conseguente ad una accesa e volenta discussione, la morte del marito, Ciro Gallo, insegnante di 44 anni, è stata completamente assolta dall'accusa.

L'avvocato difensore Salvo Priola, sostenuto da una perizia di parte, ha dimostrato che la morte non fu provocata da un gesto violento della donna conseguente alla lite, al culmine della quale Gallo era crollato aterra privo di vita, ma da un improvviso aumento di pressione e da una serie di gravi patologie concomitanti dell'uomo.

Pare che la discussione sia partita perchè Ciro Gallo aveva rimproverato il figlio: ne  era nata una accesa discussione, poi degenerata, con la moglie che nel tentativo di divincolarsi ha colpito il marito, rimasto a terra privo di vita.

L'accusa di omicidio preterintenzionale formulata in un primo momento nei confronti della donna, era stata poi riqualificata come morte in conseguenza di altro reato.

Le argomentazioni dell'avv. Salvatore Priola  hanno convinto anche il p.m. Renza Ceschon che in sede preliminare aveva chiesto l'assoluzione per la donna e la conseguente archiviazione del caso. 

Era stato il GIP Piergiorgio Morosini a respingere la richiesta di archiviazione del caso fatta dal p.m. ed ha chiedere il processo per omicidio preterintenzionale: il GIP sosteneva che esistevano elementi per pensare che i rapporti della coppia fossero in crisi e che la morte di Gallo, fosse in qualche modo la conseguenza del clima di tensione determinatosi tra la coppia.

Alla fine a rivelarsi decisiva per la decisione del Tribunale è stata la perizia medica che ha sostenuto che il malore che ha portato Ciro Gallo alla morte, non poteva essere conseguenza di una gomitata,ed aha assolto la donna.

Ieri mattina, i Carabinieri della Compagnia di Bagheria hanno eseguito quattro ordinanze di applicazione delle misure cautelari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Termini Imerese, dr.ssa Angela LO PIPARO, su richiesta del Pubblico Ministero, dr. Bruno BRUCOLI.

Le misure restrittive riguardano i seguenti soggetti, tutti originari di Casteldaccia (PA):

- FIORISTA Giovanni, nato a Palermo, classe 1977 ivi residente, per il quale è stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere;

- CANALE Giuseppe, nato a Palermo, classe 1976 residente a Casteldaccia, per il quale è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari;

- D. G. g. nato a Termini Imerese, classe 1989, residente a Casteldaccia e S. M., nato a Corleone, classe 1968, residente a Casteldaccia, per i quali è stata disposta la misura della presentazione alla polizia giudiziaria tutti i giorni della settimana.

Le indagini, scaturite a seguito dell’omicidio di CALABRESE Salvatore, per cui fu arrestato FIORISTA Giovanni il 05.05.2012, hanno consentito di accertare l’esistenza di rilevanti elementi probatori in ordine alla commissione di una serie di furti operati nei territori di Casteldaccia, Baucina e Ventimiglia di Sicilia.

Le attività tecniche, unitamente alle denunce sporte dalle vittime dei reati, ed ai riscontri oggettivi determinati da attività di perquisizione e sequestro, hanno evidenziato l’elevata professionalità degli indagati nella commissione di delitti contro il patrimonio, in considerazione dell’ampia serie di episodi criminosi commessi in forma organizzata, dell’approfondita conoscenza del territorio, della propensione ed eseguire accurati sopralluoghi preventivi, dell’avvalersi di armi e altri strumenti atti ad esercitare violenza sulle cose nonché dell’approfittare delle circostanze più favorevoli per portare impunemente a termine le imprese illecite programmate.

Tra i vari episodi oggetto della misura si evidenziano:

- quello relativo al tentato furto di un quantitativo di gasolio commesso - il 07.02.2012 - da FIORISTA Giovanni, CANALE Giuseppe e suo cognato D. G. g. ai danni dei compattatori CO.IN.R.E.S. (Consorzio intercomunale rifiuti energia e servizi) custoditi presso il parcheggio automezzi sito in c.da Fiorilli di Casteldaccia;

- quello relativo al furto di tre suini commesso, l’11.02.2012, da CANALE Giuseppe e FIORISTA Giovanni ai danni di un congiunto di quest’ultimo;

- quello relativo al furto di 8 pannelli coibentati di termo-copertura asportati da S. m. e CANALE Giuseppe al fine di utilizzarli per ricoprire le stalle per cavalli, precedentemente danneggiate dal vento e di proprietà di quest’ultimo;

- quello relativo al furto di carburante commesso da CANALE Giuseppe ai danni di un camion-frigo posteggiato nei pressi di un meccanico, sito prima dell’ingresso del comune di Baucina.

All’esito delle indagini, quindi, è stata accertata l’esistenza ed operatività nel comprensorio di Casteldaccia, di un gruppo di soggetti, dediti in forma stabile, continuata e seriale alla commissione di reati contro il patrimonio.

Nella foto da sx verso dx: Fiorista Giovanni e Canale Giuseppe

 

 

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