Cronaca

Ci è pervenuta qualche minuto fa la notizia che stamattina l'ufficiale giudiziario accompagnato da tecnici ha notificato all'Amministrazione un debito pregresso di circa 2.000 euro non onorato dal Comune, e l'istanza  del creditore di un pignoramento di beni comunali per identico controvalore.

Sono stati, non sappiamo con quale criterio, individuati i condizionatori d'aria di tre stanze della sezione edilizia privata del Comune che nel momento in cui scriviamo  i tecnici stanno smontando e portando via.

Ora al di là del valore venale del pignoramento rimane il danno d'immagine che ne riceverà il Comune; pare peraltro che il debito originario inevaso ascendeva a 97 euro nei confronti di una finanziaria milanese, una somma tale da non rovinare neanche le esauste casse comunali. Il sindaco ha assicurato che i condizionatori verranno riacquistati.

Al di là del danno, materiale e di immagine, occorre riflettere anche sui costi "indotti" per diverse ore, nove dipendenti di un settore nevralgico dell'amministrazione, oltre e tre operai, sono rimasti con le mani in mano in attesa che si completassero le operazioni di prelevamento dei condizionatori.

Peraltro l'avvocato del Comune pare che non fosse al corrente che questa ingiunzione fosse diventata esecutiva.

Una riflessione amara è d'obbligo: in una situazione in cui ormai quasi settimanalmente l'Ufficiale giudiziario arriva per sfrattare uffici comunali per il mancato pagamento degli affitti, vedi caso di via Mattarella,  per pignorare l'altro ieri mobili ed oggi condizionatori, colpisce l'atteggiamento di una classe politica locale che continua imperterrita a indire commissioni su commissioni per parlare di aria fritta.

Nella giornata del 01 marzo u.s., personale dipendente dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porticello, guidati dal Comandante Tenente di Vascello (CP) Silviamaria MALAGRINO’, hanno posto sotto sequestro circa 1000 ricci e 10 kili di murici.

Gli esemplari erano posizionati su un banchetto lungo il lungomare di Aspra – frazione del Comune di Bagheria, pronti per la vendita. 

All’approssimarsi degli uomini in divisa, i detentori del prodotto, abbandonando gli esemplari, si dileguavano tra la folla sottraendosi alla comminazione delle sanzioni previste.

Si rammenta infatti che la vendita ed il commercio dei prodotti della pesca non professionale, tra cui sono da ricomprendersi anche i ricci, sono puniti con il pagamento di una sanzione amministrativa da duemila a seimila euro e con il sequestro del pescato.

Gli esemplari sono stati sottoposti a ispezione da parte del veterinario della ASP di Palermo – Unità Operativa Veterinaria di Bagheria, che, dopo aver constatato e dichiarato che erano ancora vivi, li ha lasciati in custodia agli uomini della Guardia Costiera affinché procedessero al rigetto in mare.

Intorno alle ore 13.00 della stessa mattinata, la motovedetta CP 524 dell’Ufficio Circondariale marittimo di Porticello mollava gli ormeggi e, fuori dalle ostruzioni portuali provvedeva a riportare il pescato nel proprio habitat naturale.

I controlli sulla filiera ittica, nei prossimi giorni continueranno e saranno intensificati anche per l’entrata in vigore del decreto che dispone il divieto di pesca, trasbordo e detenzione del pesca spada, sino al 31.03.2013.

 

Fonte Ufficio Circondariale marittimo di Porticello
 

A seguito del sequestro, effettuato dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Bagheria in provincia di Palermo, lo scorso mese di agosto 2012, di oltre 500 kg di prodotti pirotecnici abusivamente prodotti e commercializzati presso un capannone nelle campagne di Misilmeri (PA), unitamente a numerosi sacchi contenenti polvere pirica ed altri prodotti necessari per la produzione di fuochi d’artificio, il proprietario del fabbricato e dell’area prospicente, peraltro già noto per precedenti di polizia specifici, era stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria di Termini Imerese per produzione abusiva di materie esplodenti e conseguente omessa denuncia alle autorità.

Contestualmente era scattato il sequestro per tutta l’area, per alcuni fabbricati e per un paio di macchinari industriali, tra i quali una moderna macchina impastatrice che, normalmente, viene utilizzata per la produzione del cemento ma che, nella circostanza, era stata adattata per miscelare i composti dei fuochi; i finanzieri l’avevano trovata in funzione proprio all’atto dell’accesso nella fabbrica.

Il GIP del Tribunale di Termini Imerese, sulla base delle evidenti prove di responsabilità ha ora emesso un decreto penale con cui, oltre a condannare il responsabile alla pena dell’ammenda di 5.000 euro, ha disposto la confisca definitiva dei beni immobili precedentemente sequestrati, nonché la distruzione, a spese dello stesso responsabile, degli oltre 500 kg di fuochi pirotecnici e del materiale esplodente.

I militari della Compagnia di Bagheria, nell’eseguire il provvedimento, hanno quindi confiscato l’intera area di oltre 15.000 mq, ubicata nella campagna del comune di Misilmeri, in contrada Bizzolelli e 8 fabbricati ad essa pertinenti, adibiti in precedenza a locali per la produzione dei fuochi e per lo stoccaggio delle materie prime, per una superficie complessiva di circa 200 mq.

fuochi d’artificio e le altre sostanze piriche, sono stati distrutti in sicurezza in zona protetta dagli artificieri della Polizia di Stato.

Fonte Ufficio Stampa della Guardia di Finanza
 

I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo stanno dando esecuzione a quattro Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di altrettanti estorsori di cosa nostra palermitana.

Le attività dall'indagine, coordinate dal Procuratore Aggiunto Dott. Leonardo AGUECI e dai Sostituti Procuratori della D.D.A. di Palermo Dott.ssa Francesca MAZZOCCO e Dott.ssa Caterina MALAGOLI, hanno avuto origine dalla denuncia di un noto imprenditore locale, titolare di una società di ristorazione e catering.

Lo scorso marzo, la vittima, lo chef Natale Giunta, ristoratore molto noto, che ha partecipato anche alla  'Prova del cuoco' con Antonella Clerici su Rai uno, veniva contattata dagli aguzzini che le contestavano di aver intrapreso delle attività commerciali senza aver chiesto l' autorizzazione a  cosa nostra, ovvero di non essersi messo a posto, esigendo, quindi, la somma di "euro 2.000, da pagare sia a Pasqua che a Natale, per il sostentamento delle famiglie dei detenuti". E, usando il linguaggio degli estorsori:"messa a posto significa che praticamente qua dentro non verrà  più nessuno perchè praticamente siamo d'accordo tutti: significa la pace però, la pace significa la pace assoluta, e ti levi questo pensiero".

Gli intermediari, dopo aver fatto intendere che non stavano scherzando, sottolineavano che il loro approccio era stato assolutamente benevolo, in quanto non avevano preannunciato il loro arrivo con danneggiamenti.

L'imprenditore manifestava di non essere nelle condizioni di soddisfare la richiesta estorsiva perchè in difficoltà economiche, ma gli uomini del pizzo  gli rispondevano che erano certi che avrebbe cambiato idea.

Di li a poco, infatti, veniva recapitato alla vittima un biglietto anonimo con scritte minacciose ('mettiti a posto un fare u sbirru picchì ti finisci mali"), poi venivano perpetrati due danneggiamenti all'interno del suo locale e, da ultimo, quale chiaro e decisivo avvertimento, una tanica di benzina veniva collocata all'esterno dell'attività commerciale.

I quattro arrestati, ai quali viene contestato il reato di tentata estorsione aggravata dalle finalità mafiose (articolo 7 della legge d.l. 152/1991), sono:

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1. CIRESI Antonino, nato Monreale 23.05.1943, pregiudicato;

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2. LUCCHESE Maurizio, nato Palermo 16.04.1963, pregiudicato;

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3. PERRICONE Alfredo Calogero Attilio, nato Palermo 14.08.1971, incensurato;

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4. BATTAGLIA Giuseppe, nato Palermo 12.07.1972, incensurato.

Palermo, 27 febbraio 2013

Ufficio Stampa Provinciale dei Carabinieri

 

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