Ci è pervenuta qualche minuto fa la notizia che stamattina l'ufficiale giudiziario accompagnato da tecnici ha notificato all'Amministrazione un debito pregresso di circa 2.000 euro non onorato dal Comune, e l'istanza del creditore di un pignoramento di beni comunali per identico controvalore.
Sono stati, non sappiamo con quale criterio, individuati i condizionatori d'aria di tre stanze della sezione edilizia privata del Comune che nel momento in cui scriviamo i tecnici stanno smontando e portando via.
Ora al di là del valore venale del pignoramento rimane il danno d'immagine che ne riceverà il Comune; pare peraltro che il debito originario inevaso ascendeva a 97 euro nei confronti di una finanziaria milanese, una somma tale da non rovinare neanche le esauste casse comunali. Il sindaco ha assicurato che i condizionatori verranno riacquistati.
Al di là del danno, materiale e di immagine, occorre riflettere anche sui costi "indotti" per diverse ore, nove dipendenti di un settore nevralgico dell'amministrazione, oltre e tre operai, sono rimasti con le mani in mano in attesa che si completassero le operazioni di prelevamento dei condizionatori.
Peraltro l'avvocato del Comune pare che non fosse al corrente che questa ingiunzione fosse diventata esecutiva.
Una riflessione amara è d'obbligo: in una situazione in cui ormai quasi settimanalmente l'Ufficiale giudiziario arriva per sfrattare uffici comunali per il mancato pagamento degli affitti, vedi caso di via Mattarella, per pignorare l'altro ieri mobili ed oggi condizionatori, colpisce l'atteggiamento di una classe politica locale che continua imperterrita a indire commissioni su commissioni per parlare di aria fritta.