Cronaca

Nella mattinata odierna, personale del Commissariato di Bagheria ha tratto in arresto il pregiudicato bagherese CHINNICI Antonio (cl.’54), sul conto del quale pendeva un ordine di carcerazione della Procura Generale presso la Corte di Appello di Palermo per anni 3 e mesi 5 di reclusione.

Tale pena detentiva fa riferimento alla consumazione di ben sei episodi di truffa, appropriazione indebita e falso documentale in danno di altrettanti commercianti e professionisti di Bagheria, consumatisi negli ultimi quattro anni.

Già dal 2010 l'Ufficio di Polizia di Bagheria aveva redatto a suo carico informative di reato, ritenendo provata la sua penale responsabilità negli episodi delittuosi contestati.

L’uomo, che non ha esitato a commettere reati della stessa specie anche in Lombardia e Veneto, è stato localizzato stamane in un magazzino deposito sito in Contrada Incorvina ed intestato ad altro soggetto, poiché da diversi mesi il CHINNICI si era reso irreperibile presso il proprio domicilio di Via Alcide De Gasperi.

Al termine degli adempimenti di rito, l’uomo è stato tradotto presso la Casa Circondariale Ucciardone.

 

Appunto Stampa Commissariato di P.S. di Bagheria

 

Ormai il fenomeno comincia seriamente a preoccupare gli organi di polizia del nostro territorio: non passa giorno che non vengano segnalati a bagheria e nei comuni vicini episodi di furti e di rapine, che stanno allarmando serriamente l'opinione pubblica, anche  perchè mettono a serio repentaglio la sicurezza e l'incolumità dei cittadini.

A Bagheria nel giro di poche ore tre episodi allarmanti

Il primo intorno alle 22 di sabato scorso in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, nel popolare rione Certosa: una donna, D.P. di 55 anni, si trovava in auto proprio davanti la propria abitazione con il finestrino del lato guida aperto, quando un giovane dell'apparente età di 30 anni, alto, magro, dall'aspetto ben curato, si avvicina alla donna e con gesto improvviso le strappa la collanina d'oro che  aveva al collo.

La signora urla, si dimena, reagisce, chiede aiuto, ma nella confusione il malvivente riesce a scappare con la collanina; pr obabilmente lo attendeva poco distante un complice in motorino perchè si è subito dileguato.

Il secondo episodio, una tentata rapina, per fortuna non andata a segno, in via Gigante nel quartiere Quattrociocchi: tre giovinastri riescono a forzare la persiana di una casa a piano terra dove abita una anziana signora, che non deambula.

Non appena entrati in casa, la soprresa che i tre giovinastri non si aspettavano: in casa assieme alla anziana c'è un uomo la cui sola presenza convince i malintenzionati a desistere dalla vigliacca impresa dandosi alla fuga.

Ieri domenica un furto di auto in pieno giorno davanti al supermercato Sympli di via Libertà: un uomo aveva lasciato posteggiata una Alfa 147, ma all'uscita la sgradita sorpresa: l'auto non c'era più.

Qualcuno dei presenti lo informa che due giovani si erano imposessati dell'auto che avevano poi abbandonato qualche centianio di metri più in là, in via Borsellino, dopo essere andati a sbattere contro un muro di recinzione condominiale.

Su tutti gli episodi indaga la Polizia che non smette di suggerire ai cittadini le più elementari misure di accortezza e di prudenza.

 

E' accaduto sabato pomeriggio  ad Altavilla Milicia: tre malviventi nella centralissima via Loreto sono riusciti con un pretesto a dentrare in casa di tre anziani un uomo e due donne, e non appena introdottisi nell'abiatzione che si trova al piano terra, hanno bloccato le vittime intimandogli la consegna dei loro risparmi.

Superato l'attimo  di vero e proprio terrore i tre hanno consegnato ai rapinatori i loro risparmi consistenti in circa 500 euro.

Subito dopo, allontanatisi i banditi, gli anziani hanno dato l'allarme: sono intervenute le forze di Polizia per rilevare le modalità della rapina,  e le ambulanze del 118 per prestare alle vittime i primi soccorsi; ma per fortuna le tre vittime si erano prese solo un grande spavento.

C'è una recrudescenza di fenomeni delittuosi, furti  e rapine soprattutto, nel territorio di Bagheria.

Negli ultimi mesi, e con modalità sempre diverse, sono state compiute rapine anche con l'uso di armi, oltre che presso Istitui di credito anche presso abitazioni private che, in un  caso come quello accaduto a Bagheria, hanno fruttato oltre settantamila euro che un titolare di un distributore di carburante custodiva in casa il sabato.

 

Al termine di indagini dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo - Dipartimento Pubblica Amministrazione, i Finanzieri del locale Comando Provinciale hanno individuato casi di assenteismo che hanno riguardato 13 dipendenti dell’Ufficio del “Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e per il loro reinserimento sociale”.

In particolare, i militari del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di polizia tributaria, grazie a telecamere nascoste in prossimità degli ingressi dell’Ufficio del Garante e attraverso appostamenti, pedinamenti e servizi di osservazione, hanno monitorato per oltre un mese alcuni dipendenti che, durante l’orario di servizio, erano soliti assentarsi dal proprio posto di lavoro per recarsi, spesso in gruppo, presso bar e altri esercizi commerciali a Palermo, anche per diverse ore nell’arco della stessa giornata.

Alcuni dei dipendenti “osservati” non si presentavano affatto in ufficio pur risultando presenti, altri impiegavano anche 2 ore per la pausa pranzo (a fronte dei 30 minuti previsti) o addirittura non rientravano affatto in ufficio, altri ancora hanno maturato oltre 20 ore di assenza nell’arco di una sola settimana.

Successivamente, i Finanzieri hanno perquisito l’Ufficio del Garante rinvenendo e sequestrando i “fogli di presenza” giornalieri compilati e sottoscritti dai dipendenti che erano risultati assentarsi ripetutamente dal proprio posto di lavoro.

È stata così rilevata la non rispondenza degli orari riportati sui “fogli presenza” con quelli effettivamente svolti nell’arco delle giornate oggetto di video-riprese e pedinamenti.

Il danno subito dall’Erario a causa delle ore di servizio retribuite ma non prestate è stimabile, orientativamente, in 250 mila euro.

Le indagini proseguono per fare luce anche su altri aspetti relativi alle modalità di gestione e funzionamento complessivo dell’Ufficio.

 

Fonte  Ufficio Stampa della Guardia di Finanza
 

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