Cronaca

Sembra essere diventata la "nuova frontiera" della criminalità locale: rubare computer e attrezzature nelle scuole bagheresi; ultima era stata la scuola "G.Cirincione" una settimana fa.

Ad oggi sono ormai sei o sette le scuole che nell'ultimo anno sono state depredate e spogliate di computer e attrezzature tecniche di videoproiezione , stampanti, ecc..

Stavolta è stato il turno della scuola di contrada Monaco intitolata a "Don Pino Puglisi".

Una quindicina i computer asportati con una tecnica che fa pensare ad un colpo studiato e preparato da tempo con grande meticolosità.

Sconcerto naturalemnete tra insegnanti e ragazzi della scuola, che era peraltro dotata di un sistema d'allarme.

Forse questa gente non si rende neanche conto che rubando questi beni alla scuola si impoveriscono le possibilità di crescita dei nostri bambini.

Indaga la Polizia, la cui sezione scientifica ha proceduto ai rilievi di rito.

Chiedevano il 10% delle somme che avrebbero dovute percepire i loro "clienti", da 500 sino a 2000 da ripartire tra i complici, e questo per accelerare le pratiche per la liquidazione delle pensioni di invalidità.

I Carabinieri di Palermo hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal GIP del Tribunale di Palermo a carico di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla concussione.

Le indagini hanno preso l’avvio dalla denuncia presentata ai militari dell’Arma da parte di una casalinga 50enne, madre di una ragazza appena 18enne affetta da gravi handicap psicomotori e per questo in attesa di ricevere la pensione d’invalidità civile.

L’indagine ha permesso di individuare negli odierni arrestati la figura dei “procacciatori” di affari, che ricercavano le potenziali vittime e intrattenevano con loro i contatti durante tutto l’iter illecito della pratica, e degli “impiegati”, pubblici ufficiali, che si occupavano di “estrarre” le pratiche “segnalate”, e quindi accelerare la formazione dei decreti ovvero rallentarne l’iter quando le richieste di denaro non fossero corrisposte.

Le facilitazioni si concretizzavano solo quando le somme pattuite fossero state effettivamente corrisposte in contanti.

Le indagini hanno fatto emergere anche casi in cui, a fronte di ripensamenti da parte delle vittime colte da difficoltà di liquidità, il gruppo criminale procurava artatamente il “congelamento” della pratica, quale forma di pressione per conseguire l’illecito profitto.

Il compenso era appunto fissato al 10% delle somme spettanti in concreto dai 500 ai 2000 euro, successivamente ripartiti tra i correi.

Si tratta di due pensionati, del cameriere di un bar, un impiegato della prefettura e uno dell'Inps che avevano organizzato un giro di tangenti sulle pratiche: corsie preferenziali per chi pagava.

Sono finiti in manette quattro bagheresi e un palermitano:  Antonino Aiello, 72 anni, pensionato;Salvatore Alaimo 54 anni, cameriere in un bar, Sciortino Giacinto, 70 anni, pensionato;Vincenzo Mirabella, 40 anni, addetto al servizio d'invalidita' civile presso la prefettura di Palermo,; Scardina Agostino, 60 anni, impiegato presso l'ufficio Inps di Bagheria.

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AIELLO ANTONINO   ALAIMO SALVATORE   MIRABELLA VINCENZO   SCARDINA AGOSTINO   SCIORTINO GIACINTO

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Palermo 07/02/2012- Al culmine di un violento litigio Rinaldo D’Alba di 39 anni, appuntato in servizio alla stazione Falde nel quartiere acquasanta, in preda a un raptus omicida ha ucciso la moglie Rosanna Siciliano di 37 anni con 4 colpi di pistola.

Il fatto è avvenuto intorno alle 20,00. Il carabiniere ha sparato alla donna con l'arma d'ordinanza centrandola mortalmente al petto e subito dopo si è suicidato con un colpo alla tempia.

La tragedia si è consumata in casa sotto gli occhi delle figlie di dodici e cinque anni, ed è stata proprio la bambina più grande ad avvisare per prima i soccorsi.

Il dramma si è consumato nell'alloggio di servizio al secondo piano della caserma di via Giordano Calcedonio, in uso alla famiglia del militare.

D'Alba, originario di Bari, era in servizio da molti anni a Palermo. Gli investigatori pensano ad una lite per problemi familiari, il rapporto tra i coniugi non era dei migliori e pare che la coppia meditasse una separazione.

Sul posto, dove in serata si è recato anche il PM Di Matteo, stanno effettuando i rilievi i carabinieri della scientifica del nucleo provinciale.

nella foto la caserma dei carabinieri di via Giordano Calcedonio a Palermo

Aveva 73 anni e da tempo era gravemente malato: a Bagheria lo conoscevamo un pò tutti, grandi e bambini che possiedono una bicicletta e lo andavamo a trovare nel suo laboratorio artigiano di via Milazzo.

Riparava anche le gomme d'auto ma il centro della sua attività era rimasta la bicicletta.

Sempre cordiale conversatore ed economico nel prezzi, aveva lavorato nello storico  negozio Macaluso che si trovava su corso Butera nel tratto che attraversa la piazza Madrice, dove c'è oggi un negozio di abbigliamento femminile, e che per decenni rappresentò (assieme o "zu Pinè", Giuseppe Ventura,  di Santa Flavia)  un punto di riferimento anche per gli appassionati di ciclismo.

I funerali si sono svolti nella mattinata di lunedì 6 febbraio nella Chiesa delle Anime Sante

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