Cronaca

Un episodio i cui contorni debbono essere ancora chiariti è avvenuto stamattina a Santa Flavia: pare, stando alle prime notizie, che mentre il camion addetto alla raccolta stava svuotando i cassonetti dei rifiuti in via Giovanni Falcone appena dopo il crocevia che conduce al parco archeologico di Solunto, non è ancora chiaro se ignoti lo abbiano lanciato , o se sia stato solo trovato, dentro un cassonetto un lanciarazzi, probabilmente di quelli usati nelle imbarcazioni.

AGGIORNAMENTO

Abbiamo approfondito le prime notizie e abbiamo appreso cosa sia realmente accaduto: intorno alle sette di questa mattina gli operatori dell'autocompattatore di servizio a Santa Flavia proprio nel momento in cui stavano svuotando i cassonetti dentro il grosso mezzo, hanno avvertito una esplosione.

Hanno capito subito che ad esplodere era stato un razzo di segnalazione.

Immediatamente hanno sospeso l'operazione e  hanno scaricato la spazzatura per terra nel timore, poi rivelatosi fondato, che c'è ne potessero essere altri.

In effetti è stato trovato un altro lanciarazzi, appunto di quelli in uso sulle imbarcazioni per le segnalazioni in mare, la cui data di scadenza è Ottobre 2012.

Sono stati pertanto allertati gli artificieri per la "bonifica" della spazzatura scaricata per terra.

Può darsi che l'episodio si inquadri nel clima di paura e di psicosi diffusosi dopo i fatti di Brindisi, ma non si esclude che possa trattarsi di un "segnale" di altra natura.

Sono intervenuti i Carabinieri della locale stazione che stanno accertando le modalità e l'eventuale matrice e significato del gesto.

Domenica 20 maggio il conduttore dell'Arena, Massimo Giletti, il contenitore di informazione all'interno del programma domenicale di RAI uno  Domenica in...è tornato a parlare dell'ingegnere bagherese Michele Aiello, già titolare della clinica Santa Teresa, e condannato per mafia.

Ha colto l'occasione durante la presentazione di Claudio Martelli, già vicesegretario del PSI e ministro della Giustizia, e rivolgendosi direttamente al Ministro della Giustizia, Paola Severino, ha ricapitolato la vicenda aggiungendo alcuni "imbarazzanti" particolari.

Ricorderanno gli ascoltatori - ha detto Giletti- che Michele Aiello aveva ottenuto un differimento della pena, (sta infatti scontando una opena di 14 anni di reclusione n.d.r.) e quindi la concessione della detenzione a domicilio, per un grave problema di favismo, incompatibile stando alla sentenza dei giudici di sorveglianza dell'Aquila con lo stato di detenzione carceraria che prevedeva nella dieta "abbondanza" di fave e piselli.

A questo punto il conduttore ha tirato fuori una serie di notizie di cui -ha detto- mi assumo la piena responsabilità, perchè rigorosamente verificate.

In poche parole l'ing. Aiello, stando a quanto ha detto Giletti, in carcere non si faceva mancare proprio nulla.

Ha proseguito infatti Giletti: " Ci risulta che Aiello, abbia speso da 80 a 100 euro la settimana per farsi arrivare in carcere cibi di vario genere, dalla cioccolatta al prosciutto ai gamberetti, dalle lenticchie al pesce fresco ben confezionato; non solo - ha proseguito Giletti- ma l'ingegnere Aiello che sappiamo soffre di una patologia polmonare si farebbe recapitare in cella sigari, e quattro o cinque pacchetti di sigarette a settimana."

Per questo - ha concluso Giletti - chiediamo ancora una volta al ministro della Giustizia Paola Severino che sinora non ci ha degnato di una risposta di far sapere agli italiani, su come stanno veramente le cose circa una decisione che a dire il vero ha suscitato parecchie perplessità non solo nell'opinione pubblica, ma anche e soprattutto tra gli addetti ai lavori.Aspettiamo quindi una risposta.

Non sono infatti sfuggite sull'argomento le dure prese di posizione di Nino Di Matteo, della Direzione Distrettuale antimafia e di altri esponenti della magistratura

Una nuova tegola sulla testa degli ex-amministratori dell'Amia, a partire dall'ex presidente sen. Enzo Galioto al direttore generale Orazio Colimberti e agli altri componenti nel tempo il CdA dell'azienda , e tra questi gli altri due bagheresi, oltre allo stesso Galioto, e cioè Angelo Canzoneri e Vincenzo Gargano.

Il p.m. Carlo Marzella agli indagati ha notificato il provvedimento di chiusura delle indagini in cui si ipotizza il reato di bancarotta fraudolenta, oltre a quello già contestato di falso in bilancio che ha già portato ad alcune condanne.

Il motivo dell'accusa risiede, oltre che negli accertati falsi in bilancio che ascenderebbero a 61 milioni di euro,  nella allegra gestione dell'Amia nel epridodo che è andato dal 2002 al 2008.

In particolare sotto il mirino è finita la missione negli emirati arabi degli allora presidente e direttore generale Galioto e Colimberti, ed altre spese pazze in un momento in cui la città di Palermo era ricoperta dai rifiuti

Adesso gli indagati hanno sessanta giorni per presentare le loro controdeduzioni dopodichè il p.m. deiderà se chiedere o meno il rinvio  a giudizio per un reato, quello di bancarotta appunto, che prevede, se provato,  una pena da tre a dieci anni

Il 6 maggio scorso nella consueta operazione di "bonifica" dell'area circostante l'abitazione del magistrato  Nino Matteo, che si trova nelle vicinanze di via D'Amelio, è stato rinvenuto, occultato sotto un vaso di arredo urbano, un piede di porco del tipo usato per aprire i tombini dell Amap.

L'Amap ha comunicato che nessun lavoro era stato nè fatto nè programmato in quella zona, e che quindi l'attrezzo non poteva essere stato dimenticato da collaboratori dell'azienda dell'acqua. 

Questo ritrovamento ha fatto scattare la cosiddetta procedura di "sensibilizzazione", la cui esecutività prevede di aumentare il grado di vigililanza e di tutela nei confronti del magistrato, che oltre ad essere uno degli uomini di punta della DDA, è anche presidente dell'Associazione magistrati palermitani.

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