A Bagheria 31 arresti nella notte: azzerato il mandamento mafioso - Video

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cronaca
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Tra i fermati Nicola Greco, Messicati Vitale, Carlo Guttadauro, Giuseppe Di Fiore, Giovanni Pietro Flamia, Salvatore Lo Piparo, Giovanni Di Salvo, Giuseppe Comparetto, Michele Modica ed Emanuele Cecala.

Dalle prime luci dell’alba, 500 Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla locale D.D.A., sono impegnati nell’esecuzione di 31 fermi del P.M. nei confronti di capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina, detenzione illecita di armi da fuoco e danneggiamento a seguito di incendio.

Completamente disarticolato il mandamento di Bagheria, storica roccaforte di cosa nostra. Insieme ai reggenti dell’ultimo decennio del mandamento e delle famiglie mafiose di Bagheria, Villabate, Ficarazzi e Altavilla Milicia, sono stati tratti in arresto pericolosi “uomini d’onore” della consorteria.

I militari, guidati sul campo dai colonnelli Salvatore Altavilla ed Enrico Scandone, in un colpo solo hanno messo le mani sul braccio operativo del clan e su quella che viene definita la “testa dell’acqua”, un anziano boss del calibro di Nicolò Greco, che dal 2004 sarebbe stato il capo assoluto del mandamento. Le sue parole – e di conseguenza i suoi ordini – non si potevano e non si dovevano discutere. Così come non si poteva discutere la necessità di tenerlo fuori dai guai. E lui, che era considerato da tutti la fonte del potere, in questo modo è riuscito a comandare per almeno dieci anni evitando una mezza dozzina di retate.

Le investigazioni, in particolare, hanno consentito sia di documentare l’esistenza di un “Direttorio”, un organo decisionale provinciale, sia di accertare l’esistenza all’interno della consorteria di un vertice strategico, in gergo “la testa dell’acqua”, al quale doveva obbedienza anche il reggente operativo del mandamento.

Sono stati inoltre identificati gli esecutori materiali dell’omicidio di CANU Antonino, consumato in Caccamo il 27 gennaio 2006, e del tentato omicidio di SALERNO Nicasio, occorso in Caccamo il 23 agosto 2005.

Le acquisizioni raccolte hanno, infine, consentito di documentare ben 44 estorsioni, quattro danneggiamenti a seguito di incendio, una rapina e una tentata rapina. Quattro i progetti di rapina sventati grazie all’intervento “preventivo” dei carabinieri.

Vai al video dei Carabinieri

Seguiranno nomi, foto e aggiornamenti

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