Oggi 18 Luglio 2008: un giorno qualunque

Oggi 18 Luglio 2008: un giorno qualunque

cronaca
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Si stenta a trovare le parole per descrivere lo stato del nostro paese oggi 18 Luglio 2008 (e lo stesso crediamo per i comuni vicini). Rifiuti ovunque, nelle strade principali e secondarie, nei corsi, nelle Piazze, nelle stradine, nei vicoli, nelle traverse.

Ovunque ed a qualunque titolo esista un spazio, un marciapiedi sono rigorosamente occupati da immondizie.

La spazzatura invade le carreggiate, spunta da tutti gli angoli, diventa elemento del “paesaggio”, modifica le sagome delle strade e la fisionomia del paese.
Decine di migliaia di sacchetti, pestati dalle ruote delle auto, che macerano al caldo di luglio, diffondendo nell’aria una cappa di fetore di materia organiche putrescente. Ogni volta dobbiamo spostare più in alto, e più in avanti il livello di indignazione, di rabbia e di schifo.

Bagheria città delle ville, Bagheria città di Guttuso, Buttitta, Scianna e Tornatore, Bagheria , Baarìa... e via via imbrogliando gli altri e noi stessi.
Non c’è bugiardo più idiota di quello che cerca di imbrogliare persino se stesso; e noi appunto questo stiamo facendo. Illuderci: il Coinres, l’Amia, i debiti, i precari, la Temporary e via via giustificando.
La verità è che noi siciliani (e non da ora purtroppo) abbiamo consegnato la nostra terra dal Lilibeo al Capo Passero, a degli ascari, incapaci e rapaci, che hanno mortificato le ragioni dell’autonomia, infangato la Sicilia, e ahimè, tolto anche la speranza.

Quisque faber fortunae suae”: ognuno è artefice del proprio destino. Niente di più vero.
Siamo messi davvero male, se un barlume di speranza lo riusciamo a intravedere in quella maggioranza di siciliani che il 15 Giugno non sono andati a votare, per sfiducia, per nausea, per stanchezza, perché non ci stanno più a giocare in questo tavolo di bari.
Per fortuna ,quelli che ne hanno le possibilità, e non solo i grandi geni, ma le intelligenze, le professionalità, le passioni e gli interessi normali e diffusi se ne sono già andati.
Sono migliaia i bagheresi (e decine di migliaia i siciliani) che frequentano le università del Nord, e che vanno a lavorare anche all’estero, apprezzati e stimati, per far diventare ricchi, le aziende, i centri di ricerca, le Università, gli studi professionali, le banche di mezzo mondo.

Tornano fra qualche giorno per venire a rivedere i loro familiari, la loro terra e il loro mare, perché la nostalgìa e l’amore per la loro Sicilia è sempre forte.
Ma ogni volta che tornano, e vedono in che condizioni ci siamo (e ci hanno) ridotti, ripartono sempre più convinti di aver fatto la cosa giusta.
Noi, che non abbiamo più dove andare, turiamoci il naso e teniamo duro. Anche questa (forse) passerà.

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