Cinque arresti a Palermo, Ficarazzi e S. Flavia per una megatruffa con assegni rubati -FOTO e VIDEO

Cinque arresti a Palermo, Ficarazzi e S. Flavia per una megatruffa con assegni rubati -FOTO e VIDEO

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I carabinieri della compagnia di Bagheria e della sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Palermo hanno smascherato una mega truffa e arrestato cinque persone fra il capoluogo, Ficarazzi e Santa Flavia. In cella, su richiesta del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e del sostituto Claudio De Lazzaro, sono finiti Paolino Cavallaro, Domenico Siciliano, Attilio Di Stefano, Salvatore Storniolo ed Antonino Ribaudo. L'ordinanza di custodia cautelare è firmata dal giudice per le indagini preliminari Lorenzo Matassa. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, ricettazione di assegni e falso.

I cinque sono ritenuti responsabili, a vario titolo e in concorso, di una pluralità di reati tra cui ricettazione di assegni, truffa e falso, tramite la negoziazione di assegni di provenienza illecita. Fra questi, numerosi titoli del Banco di Sicilia provenienti dallo smarrimento di 5.000 stampe denunciato da Gianstefano Passalacqua il 27 ottobre 2005 presso la Stazione Carabinieri di Santa Croce Camerina ed assegni cosiddetti “ballerini” (o “brasileiri” come vengono ironicamente definiti dagli indagati nel corso di una conversazione intercettata), ovvero tratti su conti correnti aperti da prestanome e privi dei necessari fondi a copertura della relativa emissione.

Gli arresti arrivano al culmine di anni di indagini con perquisizioni, sequestri, interrogatori, intercettazioni telefoniche ed ambientali, integrati con le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. Tutto inizia nel 2012 quando addirittura la banda cercò di simulare la vendita di una villetta ad Altavilla Milicia, la cui proprietaria risultava una persona deceduta, mentre gli assegni per il pagamento facevano parte di un  blocco emesso dal Banco di Sicilia e smarrito nel Ragusano. La gran parte degli assegni era nella disponibilità di Ribaudo. Ci sarebbero pure dei collegamenti con la mafia emersi in un capitolo investigativo tutto da esplorare.

Il colpaccio la banda l'ha messo a segno ai danni di un gallerista palermitano da cui Cavallaro e Siciliano avrebbero acquistato, in più occasioni, 75 quadri di pittori siciliani - alcuni di interesse nazionale come una litografia di Renato Guttuso - per un valore di oltre centomila euro. Tutti pagati con assegni fasulli. Erano appassionati d'arte, ma anche di orologi di lusso. Un Rolex Daytona in oro rosa sarebbe stato comprato con un assegno di carta straccia.

In tale quadro, il SICILIANO è risultato un vero e proprio mago dell’inganno, “arruolato” dagli iniziali promotori dell’organizzazione per le sue potenzialità e doti di creatività. Emblematico, in termini di creatività e capacità di improvvisazione è un episodio dai risvolti tragicomici, documentato da una telefonata intercettata, nella quale, al fine di accreditarsi quale importante commerciante di orologi, il SICILIANO si accorda con un complice che dovrà fingersi, in un successivo contatto telefonico che avverrà alla presenza della vittima di turno, un fornitore cinese (simulandone l’accento) incaricato di consegnarli i cronografi da “piazzare”.

Gli associati si sono rivelati anche particolarmente attrezzati sotto il profilo tecnologico. Nelle diverse perquisizioni eseguite, è stato possibile rinvenire e sequestrare una notevole mole di documentazione cartacea attestante l’esistenza di una vivace attività di falsificazione. Venivano, ad esempio, approntati dal DI STEFANO Attilio files relativi a timbri postali contraffatti con cui realizzare false attestazioni di pagamento delle bollette per la fornitura di servizi relativi alle utenze domestiche che venivano anche offerti dai sodali al pubblico, nonché falsi contratti per l’attivazione di servizi televisivi (pay tv), telefonici, ecc.., in capo ad inconsapevoli soggetti.

L’ammontare complessivo dei proventi originati dalle varie attività criminose è stimabile, allo stato attuale dell’indagine, complessivamente in circa € 350.000,00 quasi certamente suscettibili di ulteriore incremento nel corso di più approfondite analisi, tenuto conto che è stato possibile documentare l’attività di riciclaggio svolta dallo STORNIOLO Salvatore e tendente a sostituire le utilità provenienti dai vari delitti ovvero a porre in essere operazioni tali da ostacolare l’identificazione della loro provenienza illecita.

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A. RIBAUDO;               A. DI STEFANO;           D. SICILIANO;            P. CAVALLARO;            S. STORNIOLO

 

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