I lavoratori delle aziende confiscate del gruppo Aiello scendono in piazza a Bagheria

I lavoratori delle aziende confiscate del gruppo Aiello scendono in piazza a Bagheria

cronaca
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Mercoledì 25 marzo scandendo lo slogan "L’unico ammortizzatore sociale che riconosciamo è il lavoro”, scenderanno in piazza a Bagheria i lavoratori delle aziende edili confiscate ad Aiello.

Lo grideranno  a gran voce gli edili della Fillea Cgil che domani a Bagheria manifesteranno per una giornata di mobilitazione di tutti i 114 dipendenti di Ati Group, Edimar ed Ediltecna, le tre aziende di Bagheria confiscate alla mafia, appartenute a Michele Aiello. Cgil Palermo e Fillea chiedono all’azienda in amministrazione giudiziaria di far ripartire i lavori nei cantieri fermi ormai da più di un anno, rimasti inattivi da quando, con la confisca definitiva, il patrimonio della società è stato estrapolato e ceduto allo Stato. 

L’azienda, entrata in crisi, ha dovuto mettere gli operai in cassa integrazione e malgrado le diverse commesse in corso, e l’acquisizione di nuove commesse, tra cui quelle di recente affidate dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati, i cantieri sono rimasti inattivi e in questo momento lavorano solo 10 operai edili su 80 (dei 114 fanno parte anche 17 metalmeccanici e 8 impiegati). Il sindacato ha chiesto un incontro con l’Agenzia per superare gli ostacoli che intralciano la riattivazione delle opere interrotte.

Il concentramento è domani alle 9.30 in via Dante, 70, angolo via città di Palermo, sede dell’azienda. Verso le 10 il corteo proseguirà per corso Butera e corso Umberto, per raggiungere il Comune. Nell’aula consiliare si terrà un’assemblea con i lavoratori, alla quale sono stati invitati il sindaco, il presidente del consiglio comunale e i capigruppo.

Chiediamo che ripartano i lavori per il completamento di Villa Santa Teresa, la costruzione del mattatoio di Partinico e il cantiere interrotto dentro il Policlinico - dichiarano il rappresentante della segreteria Cgil di Palermo Mario Ridulfo e il rappresentante della Fillea Cgil Franco Macaluso - A maggior ragione dopo la firma del contratto con la Bolognetta-Lercara, un importante ma piccolo affidamento che non risolve il problema di tutti i 114 dipendenti, resta il problema degli altri cantieri fermi da mesi che tardano ad attivarsi. La situazione è sempre statica e le difficoltà quotidiane dei lavoratori invece aumentano. C’è una grande attesa e queste speranze vengono poi disilluse”. 

Fermi del tutto sono l’ampliamento di Villa Santa Teresa, iniziato nel 2013, e la commessa del Policlinico (non legata alle opere di ammodernamento in corso). Il lavoro per la realizzazione del Mattatoio di Partinico, appaltato dalla Provincia nel 2001 a un’altra azienda è stato affidato all’Ati Group successivamente, dopo un periodo di blocco. Impegna attualmente solo 3 operai e i lavori di avanzamento non procedono. Altri 3 operai del gruppo lavorano per conto dell’Agenzia per i beni confiscati in un supermercato di Castelvetrano. Ati Group inoltre ha un contratto con Villa Santa Teresa per 4 lavoratori impiegati nel settore delle pulizie.

Da quando il patrimonio è stato confiscato, sono iniziati i problemi di liquidità perché le banche non hanno concesso più credito all’azienda. Oggi a tutela del bene ci sono solo i lavoratori e i mezzi, in parte obsoleti. E’ iniziata una crisi che ha fatto chiudere i cantieri malgrado le diverse commesse in grado, se portate avanti, di dare lavoro e reddito aggiungono Ridulfo e Macaluso Più volte abbiamo denunciato i limiti della normativa, concentrata sulla gestione dei beni. Per le poche aziende che arrivano alla confisca definitiva non c’è la stessa attenzione. Abbiamo sollecitato l’Agenzia, unitamente all’amministrazione giudiziaria. Domani si riunisce il direttivo. Chiediamo di dare al più presto seguito alla nostra richiesta”.
 

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