Otto anni e un mese per il manager della pubblicità Faustino Giacchetto; 5 anni e 8 mesi per l'ex presidente dell'ente di formazione professionale, Francesco Riggio, oggi deputato regionale del Pd; 4 anni per Stefania Scaduto, segretaria di Giacchetto; 3 anni per l'ex dirigente dell'Agenzia regionale per l'impiego, Rino Lo Nigro. Assolto invece l'ex assessore Luigi Gentile, "perché il fatto non sussiste" (era difeso dall'avvocato Giovanni Rizzuti). Assoluzione anche per la moglie di Giacchetto, Angela Argento (avvocato Ida Giganti). Ecco le decisioni dei giudici per lo scandalo della formazione professionale.
Giacchetto era al centro di un vero e proprio sistema, come lo ha definito la procura nell'indagine condotta con il nucleo di polizia tributaria di Palermo: attraverso favori e prebende, il manager noto per i suoi buoni uffici ai piani alti della Regione era riuscito a drenare verso le casse delle sue società un fiume di risorse pubbliche, nella fattispecie i 15 milioni di euro dell'Unione europea. Era la pubblicità per corsi di formazione che spesso neanche partivano. E anche la pubblicità restava sulla carta, attraverso una montagna di fatture false, per servizi mai svolti.
Così, la quinta sezione del tribunale di Palermo, presieduta da Piero Falcone, l'accusa era rappresentata dai pubblici ministeri Pierangelo Padova, Maurizio Agnello, Sergio Demontis e Alessandro Picchi. I pm avevano sollecitato la condanna a 12 anni per Giacchetto, ma due capi di imputazione sono stati ritenuti prescritti.
In seguito alla condanna, Riggio, sulla base della legge Severino, viene sospeso per 18 mesi da deputato regionale (in lista con il Pd, era subentrato all'Ars al dimissionario Fabrizio Ferrandelli). Approda a Sala d'Ercole Pino Apprendi, che resterà deputato sino a fine legislatura