Dopo il figlio Andrea si pente anche il padre e capomafia di Altavilla Francesco Lombardo

Dopo il figlio Andrea si pente anche il padre e capomafia di Altavilla Francesco Lombardo

cronaca
Typography

Il primo passo lo aveva fatto il figlio Andrea, iniziando a collaborare con la giustizia alcuni mesi orsono. Oggi, anche il padre, Francesco Lombardo, capomafia di Altavilla Milicia, ha deciso di siniziare a collaborare con la giustizia.

La notizia è emersa ieri pomeriggio quando il sessantaduenne capomafia ha chiesto di prendere parola durante il processo d’appello che lo vede imputato insieme al figlio per associazione mafiosa ed estorsione (i Lombardo sono inoltre indagati per l’omicidio di Vincenzo Urso, ex fidanzato della figlia di Francesco Lombardo). La decisione di rompere con Cosa nostra sarebbe scaturita proprio dalla sollecitazione del figlio che una settimana fa aveva fatto un accorato appello al genitore nel corso dell’udienza: “Riappropriati della tua identità, questo mondo non ti appartiene. Sono tuo figlio, e normalmente sono i padri che danno i consigli, ma se posso permettermi, affidati alla giustizia, ammetti le tue colpe, credi in coloro che operano nella giustizia”. E così ha fatto il boss di Altavilla Milicia, ignorando i più stretti congiunti che hanno rinnegato entrambi, rifiutando la protezione offerta dallo Stato. Francesco Lombardo ha spezzato (si spera) quella catena che lo legava a Cosa Nostra, cominciando a collaborare con il Procuratore aggiunto Salvatore De Luca e i sostituti procuratori Francesco Mazzocco e Bruno Brucoli, con i quali sta già riempiendo pagine e pagine di verbali. Importanti saranno le sue dichiarazioni per via della sua posizione di rilievo all’interno dell’organizzazione criminale palermitana e non solo, della quale, si apprende, conosce molti dei segreti dell'ultima stagione mafiosa.
Francesco Lombardo è stato arrestato nel 2012. A prendere il suo posto al vertice della "famiglia" era stato il figlio Andrea, che per due anni ha tenuto le redini del clan, per poi finire in manette nell'ambito dell'inchiesta denominata Reset. Tre mesi fa il 36enne è passato dalla parte dello Stato. “Questi anni di carcere mi sono serviti per prendere coscienza di cosa volessi fare nel futuro" aveva detto. Il pentimento del capomafia di Altavilla rappresenta un nuov terremoto all’interno di Cosa Nostra che ha visto l’ennesimo affiliato scegliere la via della collaborazione. Negli ultimi tre mesi, infatti, è il terzo mafioso che ha cambiato rotta. Prima di lui, dopo il blitz “Cupola 2.0”, c’erano state le collaborazioni di Francesco Colletti, boss di Villabate, e Filippo Bisconti, boss di Belmonte Mezzagno

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.