Stanno scontando l’ergastolo, sono sottoposti al regime carcerario duro del 41 bis, eppure per usare l'espressione di Totò Riina , continuano a “mafiare”, a tessere trame, a scontrarsi, a progettare omicidi, a cercare forse di affogare nel sangue la loro condizione di disperati.
A partire da Pino Scaduto che di Nardo Greco dice: ”Perché a me mi ha fatto le note, che dovevo ammazzare qualche dieci bagheresi…”
Uno dei dieci era, ormai è chiaro, Pietro Lo Iacono, il “due di spada” come veniva inteso a Bagheria , e come lo chiamano i mafiosi.
Non si è mai capito se questa ‘nciuria fosse un riferimento alla sua scarsa caratura criminale, o se come sosteneva qualcuno, un riferimento ad un intercalare che faceva spesso quando giocava a briscola “ e picchì un ci passavi u rui ri spata”.

E Scaduto (quello che, a suo dire, parlava poco): “Onofrio ( Morreale n.d.r.) si merita di staccargli la testa! Onofrio sa questo discorso…e lo va a dire al due di spade. Perciò il due di spade sa che Nardo “ ti devono ammazzare”,: Se lo sai-continua Scaduto- come ti autorizzi tu a dirgli una cosa del genere… Mette in difficoltà pure suo suocero”.
Lo stesso Scaduto però in un’altra intercettazione, sicuramente precedente alla “sbirriata” parla di Morreale in termini molto comprensivi: “E’ una vittima, un pupo…, un pupo che lo giostrano a destra e a sinistra, un picciotto che lo hanno usato sempre e poi al momento in cui…..lo hanno buttato sempre e non è onesto.”
Ma Scaduto con il suoi contatti con i Capizzi, Benedetto il padre, aspirante a ricoprire il ruolo di capo cupola e il figlio Sandro, è una miniera di informazioni per gli inquirenti che riescono a decifrare lo scontro che si stava consumando all’interno della famiglia di Bagheria tra Nardo Greco, Nino Gargano e Pietro Lo Iacono e che lasciava presagire una nuova guerra di mafia a Bagheria dopo l’ultima del 1989.
In una telefonata di appena quattro mesi fa Scaduto commenta:”Del contrasto tra Nardo, Onofrio e Pietro c’erano tutti i discorsi…Nardo prima voleva ammazzarlo”. Ed è Nardo appunto che gli avrebbe detto: “Come esci ammazza a lui, ammazza a quello”.
E Sandro Capizzi di rinforzo: ”A tutti voleva ammazzare”.
In una intercettazione ambientale, avvenuta probabilmente nel garage di Via Senatore Scaduto a Bagheria, ed in cui parlano Pino Scaduto, Sandro Capizzi e Giovanni Adelfio si capisce però come il bos Nardo Greco venga da questi mafiosi considerato ormai “alla frutta”;
Scaduto: “Adesso hanno in mano un pugno di mosche, parliamoci chiaro…Non ci sono persone che ne parlano bene…
E Capizzi: “E’ normale , a lungo andare”.
E Adelfio il terzo interlocutore: ”E’ normale. La gente si apre gli occhi, dicendo che qua….”
Scaduto: “Di come si sono comportati e di come hanno gestito o come giocano ancora…”.
Capizzi: “E’ un gioco che dura poco…”
Scaduto: ”Con suo padre (il riferimento è a Benedetto Capizzi padre di Sandro) c’è l’ha a morte…
Lui va contro tutti. Chi vince vince, vince sempre lui…
E Sandro Capizzi:a ribadire: "Ma quello…quello non è normale…”
E Scaduto per chiudere: ”Per voi quello che gli è uscito dalla bocca non ne hai idea…gli ho detto, ma sei responsabile di quello che ti esce dalla bocca…?
Ha ragione Capizzi: per fortuna il gioco, che gioco non era, è durato poco.
Nelle foto: Totò Riina, Leonardo Greco e il lido di Fondachello, dove era stato progettato di uccidere Pietro Lo Iacono.