Bagheria, crocevia di mafia o capofila del riscatto?

Bagheria, crocevia di mafia o capofila del riscatto?

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Bagheria si conferma purtroppo terra ospitale anche per i latitanti di mafia, che evidentemente nella nostra città riescono a trovare complicità e supporto logistico”, scrivevamo ieri, e non possiamo che confermare. Però vogliamo pensare e sperare che l’immagine simbolo dell’arresto di Antonio Lo Nigro,

e che ha fatto il giro d’Italia (e con Internet anche del mondo), e che è quella in cui il comandante della Stazione dei Carabinieri di Bagheria, maresciallo Ettore Saladino, conduce il latitante in carcere, possa essere assunta come una immagine che parli piuttosto che della storica “ospitalità” di Bagheria nei confronti dei mafiosi, della voglia di liberazione di una comunità dalla mala pianta di cosa nostra. (In fondo alla pagina il video dell'arresto).

Certo Lo Nigro stava quà perché Brancaccio é a due passi, ma probabilmente anche perché, questo mafioso emergente che si avviava a diventare un pezzo da novanta, con i mafiosi di Bagheria intratteneva buoni rapporti e si fidava.
Una indagine in cui i carabinieri hanno dimostrato grande fiuto e abilità: e la cattura di Lo Nigro dimostra anche che se alle forze di polizia si danno mezzi e fiducia, i risultati arrivano.

Colpisce anche nella vicenda questa latitanza nel pieno centro di una città popolosa, con contatti inevitabili con "terzi", che riducono i livelli di sicurezza per i mafiosi.
Altro che pani e tumazzu, e l’isolamento negli sperduti casolari di campagna, regola aurea dei vecchi capimafia.

Ma ormai si è visto che i giovani boss emergenti non sanno e forse non possono fare a meno delle comodità e della teconologìe che sono poi quelle che li rovinano: computer e telefonini soprattutto, ma sono per loro anche gli strumenti di lavoro.

Il traffico di stupefacenti, di cui Lo Nigro assieme Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati, gli inquirenti pensano che fosse uno dei “leader”, non può fare a meno delle moderne tecnologie
I “pizzini” di provenzaniana memoria potevano funzionare per estorsioni, appalti e "messe a posto".
Per muovere grandi “partite” di cocaina dai mercati di origine ci vuole ben altro sistema di comunicazioni.

Qualche giorno fà siamo rimasti piacevolmente sorpresi nel vedere il comandante provinciale Teo Luzi, il comandante della Compagnia di Bagheria maggiore Stefano Tocci, restare per quasi tre ore assieme a Caterina Chinnici, ad ascoltare ingenue e commoventi poesie e ricevere quadretti e composizioni degli studenti dell’ ist. reg. d’arte nell’incontro organizzato dal Parlamento della legalità.
Giusto un lavoro su due versanti: sul piano della repressione ma anche sul terreno della prevenzione per costruire una nuova cultura e una nuova sensibilità.

L’arresto di Lo Nigro arriva dopo una serie di operazioni antimafia che stanno mettendo in ginocchio cosa nostra a Palermo e provincia: dall’operazione “Perseo” che ha stroncato sul nascere la ricostituzione della “cupola” provinciale, e l’operazione ”Carthago” che ha decapitato la mafia di Villabate, a pochi giorni di distanza viene arrestato “il re della cocaina”, l’uomo considerato assieme a Gianni Nicchi e Gaetano Fidanzati, uno dei trafficanti di droga più “scafati”

Magistratura e forze dell’ordine continuano a sferrare un colpo dopo l’altro ad una organizzazione in difficoltà, cui non viene dato tempo di riorganizzarsi.

Per questo acquista maggiore valore l’appello che il magistrato inquirente Nino Di Matteo rivolgeva gli studenti poco meno di un mese fa:” Nel nostro territorio la gran parte di capi, sottocapi e capetti sono in carcere: è venuto il momento che i giovani per primi, ma l’intera società ripudi la mafia,in questo momento ribellarsi alle imposizioni, al pizzo, alle estorsioni è possibile.

Non perdiamo come bagheresi e siciliani questa grande opportunità.

La foto di copertina è tratta dalla prima pagina dell'edizione straordinaria del periodico "S".

La cronaca dell'arresto:

Nel corso della notte a Bagheria, in un appartamento sito in Via Paterna n. 2, proprio nella stradina adiacente al vecchio Cinema Corso, i militari della locale Compagnia Carabinieri, a conclusione di una serrata attività di indagine, hanno tratto in arresto Lo Nigro Antonio .

Nato a Palermo, il 27.06.1979, una delle figure emergenti di maggiore spessore nel nuovo panorama criminale mafioso palermitano.

Lo Nigro era latitante dal 15 gennaio 2008, colpito da un provvedimento di cattura della DDA di Palermo per associazione mafiosa ed era stato inserito nell'elenco dei 100 catturandi più pericolosi.
Il suo peso criminale trova conferma, quindi, nell’operazione “PERSEO” dove viene riconosciuto reggente dello storico mandamento di “Brancaccio”.

Lo Nigro è stato sorpreso dai Carabinieri al centro di Bagheria in un elegante appartamento, preso in affitto da Barbagallo Concetta (foto a destra), una 29enne bagherese, che è stata tratta in arresto per favoreggiamento.

Bagheria si conferma purtroppo terra ospitale per i latitanti di mafia, che evidentemente nella nostra città continuano a trovare comunque coperture, complicità e supporto logistico. La figura del Lo Nigro è ampiamente richiamata anche nell'ordinanza della recente operazione "Perseo", che ha visto quasi cento arresti di mafiosi .

Il Lo Nigro, solo da poche settimane si era trasferito nel miniappartamento-mansarda al secondo piano dell'immobile di Via Paterna, 2, preso in affitto appunto dalla Barbagallo.

Ieri i carabinieri di Bagheria in collaborazione con i loro colleghi del Comando Provinciale hanno acquisito gli ultimi tasselli che hanno consentito di mettere a punto il difficile mosaico di individuazione e appostamenti, e nella notte sono intervenuti. Il sindaco di Bagheria Biagio Sciortino ha inviato un telegramma al maggiore Tocci, comandante della Compagnia e al maresciallo Saladino, comandante della stazione, congratulandosi per il brillante successo e ribadendo" la voglia di riscatto, di legalità e di giustizia della popolazione bagherese".

Riportiamo integralmente il Comunicato dell'Ufficio Stampa dei Carabinieri sulla cattura di Lo Nigro (a fianco, la sua abitazione al 2 piano, in via Paterna)

Nel corso della notte a Bagheria, i militari della Compagnia Carabinieri hanno tratto in arresto Antonio Lo Nigro, 30enne palermitano, una delle figure emergenti di maggiore spessore nel nuovo panorama criminale mafioso palermitano.

Lo Nigro era ricercato dal 15 gennaio 2008, quando era stato colpito da un provvedimento cautelare, emesso dalla DDA di Palermo, per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti ed estorsioni, e subito inserito, tenuto conto del suo peso criminale, nell'elenco dei 100 catturandi più pericolosi.

Le indagini hanno preso l’avvio circa un mese fa, quando i militari della Stazione Carabinieri di Bagheria, nel corso delle consuete attività di controllo del territorio, rilevano la presenza sospetta di soggetti palermitani d’interesse nei pressi della centralissima via Paterna, una traversa di Corso Butera.

Le prime positive risultanze determinano l’intervento del Nucleo Operativo della Compagnia, che intraprende un’attività di controllo più stringente, resa assai difficoltosa proprio dalla collocazione dell’obiettivo: una delle strade più trafficate di Bagheria.

Dopo alcuni giorni, i sospetti si concentrano su una figura femminile: Concetta Barbagallo, 29enne bagherese, incensurata.

La Barbagallo vive con i propri genitori, in una zona limitrofa, ma viene vista più volte fare la spesa ed entrare in un condominio proprio di Via Paterna. Il cerchio si stringe, quando i militari osservano la donna incontrare un soggetto bagherese – risultato estraneo alle indagini - proprietario di un mini-appartamento proprio all’interno del condomino.

Quando ieri notte la Barbagallo esce dall’immobile e nell’appartamento una luce resta accesa, i militari passano all’azione. Le squadre di supporto circondano l’immobile. I militari d’intervento irrompono superando il portone d’ingresso e la porta dell’appartamento. L’ingresso è fulmineo e non lascia scampo a Lo Nigro, che si arrende senza opporre resistenza.

Antonio Lo Nigro è una figura emergente nelle famiglie palermitane.

Il collaboratore Franzese ne parla diffusamente come uno dei principali interlocutori di Salvatore e Sandro Lo Piccolo, all’epoca della loro latitanza, uomo di fiducia di Andrea Adamo, successivamente arrestato con i due boss.

Colpito da provvedimento cautelare nell’ambito dell’operazione “Addiopizzo”, Lo Nigro fugge in Calabria dove trascorre le “vacanze” nell’estate del 2008. Il suo nascondiglio è a Siderno (RC), Lido Tropical.

Qui il 23 agosto viene notato dai militari dell’Arma che tentano di accerchiarlo. Lo Nigro scappa e scompare di nuovo.

In un quartiere storico della mafia, Lo Nigro acquisisce una crescente considerazione oltre che per i suoi legami anche per le sue dirette parentele con Piero e Francesco Lo Nigro, personaggi di spicco negli anni ’60, arricchitisi con il contrabbando di sigarette.

D’altra parte Lo Nigro è anche nipote di Pietro Tagliavia, boss storico della famiglia di Corso dei Mille.

È ancora Franzese che parla definendolo “uno dei più grossi trafficanti di droga… Sandro Lo Piccolo mi diceva che i Lo Nigro erano diventati ricchi con la cocaina insieme ai Tagliavia”.

Le ultime conferme arrivano dall’operazione “Perseo”. Lo Nigro è il reggente riconosciuto del mandamento di Brancaccio. Al suo fianco il cugino Ludovico Sansone, oggi latitante.

Durante i colloqui tra Capizzi, Scaduto, Spera e Adelfio, per la ricostituzione della Commissione, Antonio Lo Nigro viene riconosciuto a capo del mandamento. E tutti sono d’accordo sul suo ruolo, anche Lo Presti, confermando la rapida e solida ascesa di questo latitante eccellente.

In tale quadro, Lo Nigro è certamente un “moderato”, in grado di interporsi unitamente a Ludovico Sansone, tra Lo Presti e Scaduto, con un rapporto privilegiato con il mandamento di Bagheria, che trova conferma proprio nella sua cattura nella città, dove evidentemente continuava a tessere i propri rapporti e affari illegali.

Primo fra tutti il traffico di stupefacenti che rappresenta il “valore aggiunto” di Lo Nigro nei confronti delle famiglie mafiose. Resta indubbia, infatti, la sua capacità di finanziare l’organizzazione mafiosa, gestendo con abilità i flussi di stupefacente.

In definitiva, proprio le risultanze dell’operazione “Perseo” individuano lo spessore criminale di Lo Nigro e il suo ruolo centrale.

Con la sua cattura i Carabinieri, pertanto, sistemano un altro tassello nella strategia di contrasto perseguita, in stretta sinergia con la Magistratura di Palermo, per reprimere le nuove figure criminali di una mafia che ha nel suo DNA il rapido ricambio generazionale.

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