Bagheria fa i conti con la propria storia: Piazza Trabia verrà ribattezzata

Bagheria fa i conti con la propria storia: Piazza Trabia verrà ribattezzata

cronaca
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Sessanta anni fa, il mattino del 28 Novembre del 1949, cosa nostra bagherese scriveva una delle pagine più sanguinarie della propria storia: il maresciallo capo Salvatore Messina, comandante la stazione dei carabinieri di Bagheria alta  e l' appuntato Francesco Butifar  venivano brutalmente assassinati in Via Truden all’angolo con Via Trabia.

 

I due militari erano alla ricerca di un carro agricolo che era stato rubato e che era stato visto, pare dallo stesso proprietario, sistemato nel minuscolo cortile di ingresso di una stalla in Via Truden.
Del che il proprietario aveva dato indicazione ai militari, che avevano deciso di effettuare una perquisizione.
Non appena entrati il maresciallo Messina veniva immediatamente fatto oggetto di colpi d’arma da fuoco e ucciso all’istante; l’appuntato Butifar che seguiva il maresciallo riusciva a rispondere al fuoco ma veniva a sua volta ferito, e sarebbe morto poco dopo in ospedale.
I militi senza saperlo avevano incontrato sulla loro strada, dei pericolosi mafiosi latitanti che colà si nascondevano: Paolo Savona, Vincenzo Calì e un certo Antonio Lo Cicero, inteso “u porcu”, per la sua corporatura bassa e tozza.
I tre fuggono e con il Calì che era stato ferito dall'appuntato si va a rifugiare nell'abitazione attigua alla stalla, dove poi i carabinieri seguendo le tracce di sangue lo ritroveranno nascosto sotto un letto. Verranno poi arrestate altre cinque persone per favoreggiamento, tra cui una donna incinta che partorirà in carcere: del Savona e del Lo Cicero non si saprà più nulla. Si disse allora che fossero scappati in America, ma qualche altro sostiene che fu la stessa cosa nostra a farli sparire, per il fatto che avessero ucciso i due carabinieri e inguaiato altre persone.

La storia continua, con una appendice pietosa e tristissima: il maresciallo Messina morendo aveva lasciato la moglie Rosa Di Salvo, che all'epoca dei fatti aveva appena 28 anni, e un figlio di un anno, Vincenzo.
La vedova del maresciallo Messina venne successivamente assunta al Comune di Bagheria, dove lavorò con grande dedizione presso l'Ufficio di Stato civile: tirò su con grande amore e sacrifici, il figlio Vincenzo che si laureò brillantemente in Medicina e Chirurgia verso la fine degli anni ’70.
Ma la famiglia sembrava perseguitata dalla malasorte: Enzo Messina, un ragazzo splendido, appassionato e provetto subacqueo, morì durante un immersione allo scoglio della Formica, mezzo miglio fuori Porticello, nei primi degli anni ’80.
La signora Di Salvo aveva anche tentato il suicidio sulla tomba dei suoi uomini: la morte non la volle. E’ morta l’anno scorso a 87 anni.
Sabato 28 Novembre 2009 alle 10.30, dopo cinquanta anni dalla tragica vicenda,  Bagheria fa coraggiosamente i conti con la propria storia, che è anche storia di sangue e di delitti efferati, e intitolerà quella che sin ora si chiamava Piazza Trabia, al maresciallo Salvatore Messina e all’appuntato Francesco Butifar alle presenza delle massime autorità militari e civili della città e della provincia.

Meglio tardi che mai.

 

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