Incendi di terreni incolti: un problema che va risolto

Incendi di terreni incolti: un problema che va risolto

cronaca
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C'è un articolo del codice penale, il 449 ci pare, che sanziona i proprietari di quei terreni incolti e abbandonati il cui incendio può costituire un rischio per cose e persone della collettività.

Ogni anno i comuni all'inizio dell'estate, con un rituale ormai inutile e noioso, reiterano l'ordinanza in cui richiamano la legge e intimano ai proprietari di questi terreni di metterli in sicurezza.
E' una di quelle "grida" di manzoniana memoria destinate a restare inattuate e inapplicate.
E' difficile applicarle? Sicuramente no.
I proprietari dei terreni abbandonati, ai margini dei centri abitati soprattutto, sono arcinoti: epperò ogni anno ragazzini, ma anche giovanotti vogliosi di emozioni forti, oltre che malati di mente, appiccano il fuoco soprattutto quando il vento lo alimenta al meglio: già quest'anno a Bagheria, come ogni anno è successo più di dieci volte.
Monaco, Fonditore, Consuono, Montagnola, Scotto, Incorvino ecc..ecc.., le contrade che un giorno sì e l'altro pure vengono dati alle fiamme, in maniera dolosa.
Corrono i pompieri, che, talvolta, come ci è stato riferito, vengono guidati sul teatro dell'incendio da quello stesso che ha appiccato il fuoco, e che magari è lo stesso che ha chiamato i pompieri.
Danni a qualche casa agricola, a qualche agrumeto o uliveto residuo, a qualche villetta di campagna; talvolta la paura che possa andarci di mezzo qualche auto o qualche casa di civile abitazione, e poi costi dell'intervento dei vigili del fuoco. L'anno scorso un anziano rischiò addirittura la vita in Via De Spuches, nel tentativo di spegnere un incendio
Ma avete mai sentito di qualcuno che sia stato sanzionato per le condizioni in cui tiene il proprio fondo ? Noi no.

Registriamo questo malcostume che può sembrare piccola cosa, in mezzo a tutte le altre cose che ormai ci siamo abituati a vedere e subire: ai sacchetti di spazzatura ormai perennemente accatastati agli angoli delle strade come succedeva negli anni '50 e '60, con la differenza che allora si produceva 100 grammi di spazzatura a cranio, ora invece se ne produce un chilo e mezzo pro- capite; ai vigili urbani che sono letteralmente scomparsi; alle doppie file che ormai anche consiglieri comunali abbiamo sentito rivendicare come un diritto inalienabile dell'automobilista, una sorta di moderno "habeas corpus"; ai commercianti che consentono che le loro collaboratrici ramazzino davanti al negozio spostando la spazzatura dai marciapiedi alle cunette.
Ci viene da pensare: ma perché visto che i comuni non hanno più risorse non fanno quelle riforme che non costano nulla e che attengono ai comportamenti civili di una comunità?
Mistero, ma non tanto.
Forse perché siamo a Bagheria, anzi a "Baarìa", e quindi non siamo bagheresi, bensì baarioti.

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