Cultura

VORTICE ROSSO

Un vortice di colori allucinogeni.
È reale come un pascolo Polder

Strizzi gli occhi, bisogna abituarsi a questo crescendo di colori e formeTutto ciò che urla rosso e rosa! Quel vortice bianco abbagliante!

Ma il fotografo paesaggista italiano Max Serradifalco, che ha notato l’immagine e con una serie di altre inserite in un libro, giura che questa è la realtà.

Nulla di artificioso o alterato. Una immagine satellitare di un vero paesaggio esistente, solo Google Earth. Proprio come si vedrebbe da una grande altezza, con i miei occhi.

Siete alla ricerca di punti di riferimento: questo, un paesaggio? Aspetta.

Quelle scatole. Crackling sono, proprio come si farebbe con colori ad olio secchi o argilla. Questo paesaggio è appassito, essiccato, strappato. E, anche, a quanto pare, in occasione di acqua nelle vicinanze. Un sacco di acqua.
Il prossimo pezzo del puzzle va a posto: il colore rosso. Perché c'è un fondo di colore più rosso che si va prosciugando: il fondo di una padella sale. La percentuale di sale-resistenti batteri 'Halo' aumenta. E quelli sono in rosso. Usano la rodopsina pigmento rosso a raccogliere. Energia dalla luce solare Energia, che usano per andare fuori a pompare il sale. Questo è ciò che si vede qui: una pianura salata, pieno di infaticabili microbi.
Aspetta: il sale. Quel vortice bianco strano. È un vortice? No, illumina, è un punto, un grumo di sale sul suolo rosso essiccato.

Evaporiti, è la parola per questo tipo di depositi che si verificano attraverso l'evaporazione. E qui la natura ha trasformato un punto di evaporiti in un tumulo di strati di sale.
Ci sono pochi posti al mondo che sono così estreme come il Natron in Tanzania, al confine con il Kenya. Il lago è in realtà un bacino di evaporazione, una fossa poco profonda che è causato dal terreno tra due linee di faglia che è affondata.

Nelle vicinanze si trovano diversi vulcani, tra cui il Ol Donyo Lengai, il che è raro emissioni di magma alcalino.

Questo rende più di infuso di sali disciolti, come la soda (Na2CO3) e di bicarbonato (NaHCO3) di streghe. L'area nella foto è ampia un centinaio di metri.

L'evaporazione è enorme, l'acqua tiepida va e viene, va e viene.

Una chimica situata nel deserto. Anche guardando dalla finestra il nostro pianeta potrebbe sorprenderci con le cose più strane.

Maarten Keulemans

Spiegazione: Matthieu Kervyn (Università di Brussel), Lucas Stal (UVA , NIOZY Erseke).

Articolo apparso sul Magazine olandese De Volkskrant

Venerdì 7 marzo 2014 alle 18.00, nella Sala della Mercede di Palazzo Marini (via della Mercede,55), Camera dei Deputati - Roma -, avrà luogo la cerimonia di consegna di un premio speciale, indetto dalla Fondazione Italia - USA e destinato ad Arrigo Musti.

Il premio verrà conferito all’artista italiano per la sua attività artistica e per il suo legame culturale con gli Stati Uniti.

Interverranno alla cerimonia il presidente della Fondazione, sen. Lucio D’Ubaldo, e la vicepresidente, on. Gabriella Giammanco.

Arrigo Musti, infatti, da molti anni, ha lasciato la professione di avvocato per una carriera artistica che gli ha permesso, in breve tempo, di raggiungere un grande successo internazionale.

Tra le molte esposizioni all’estero di grande rilievo è stata la sua mostra personale "Rain" tenutasi negli Stati Uniti d’America alla Wright State University (Ohio) al missing Peace Art Space ed al Dayton Peace Museum. Inoltre nel 2011, per idea del curatore Vittorio Sgarbi e su indicazione del premio Oscar Giuseppe Tornatore, partecipa alla Biennale di Venezia.

Nel 2012, poi, si inaugura, nel complesso di Vicolo Valdina della Camera dei Deputati in Roma "Nameless", una sua mostra personale ed itinerante.
La Fondazione Italia - USA è un’istituzione indipendente nata per testimoniare l’amicizia tra gli italiani e il popolo americano, il cui comitato scientifico è presieduto da Umberto Veronesi.

Ne fanno parte più di 20 parlamentari bipartisan, oltre a molti protagonisti del mondo della cultura, del giornalismo, della scienza ecc.

Tra le sue attività la Fondazione attribuisce, annualmente, con l'adesione del Presidente della Repubblica, il Premio America, il cui obiettivo è riconoscere e stimolare iniziative e opere volte a favorire i rapporti tra Italia e Stati Uniti d’America.

Vengono premiate alte personalità che si siano distinte per il loro operato e abbiano raggiunto importanti risultati a favore dell'amicizia transatlantica.

Tra i premiati una lunga serie di personalità italiane e non, della politica, dell’imprenditoria, del cinema, dello spettacolo, della letteratura e non solo, tra i quali
Renzo Arbore, Maria Grazia Cucinotta, Alain Elkann, Paolo Mieli, Laura Biagiotti, Franca Sozzani, Emma Bonino, Carla Fendi, Gianni Riotta, Enrico Vanzina.

La partecipazione all’evento è libera e va confermata via email all’indirizzo:
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Un aspetto comune nei casi di disturbi d’ansia o di attacchi di panico è la richiesta da parte del paziente di avere uno strumento che gli consenta di poter controllare l’ansia eccessiva, di  potere cioè tenere sotto controllo gli aspetti emozionali e quindi le eccessive risposte  neurovegetative, come sudorazione, tachicardia, paura di svenire, sensazione di irrealtà ecc.

In genere, specialmente nella seconda parte del percorso terapeutico, insegno ai pazienti a  prevenire la risposta ansiosa e a tenere in pugno le situazioni che sentono stiano sfuggendo loro di mano. 

Ad esempio attraverso il controllo della respirazione è possibile ottenere ottimi risultati. Nella  maggior parte dei casi tutti noi respiriamo non correttamente. Questo innanzitutto non ci  consente di sfruttare i benefici conseguenti all’introduzione di una buona quantità di ossigeno e  non riempendo bene i polmoni non ne sfruttiamo appieno la funzionalità.

La tecnica del controllo della respirazione consiste fondamentalmente nell’insegnare al paziente  ad effettuare lunghi e profondi inspiri diaframmatici seguiti da profonde espirazioni. Importante  è la regolarità della procedura e la costanza della respirazione, che deve essere lenta, ritmica,  senza soluzione di continuità.

Questo è un metodo semplice ma molto potente perché permette ai pazienti di affrontare più  serenamente il percorso di guarigione e consente loro di sentirsi molto più sicuri quando si  tratta di affrontare il proprio disturbo d’ansia o gli attacchi di panico.

In genere insegno ai pazienti ad utilizzare il controllo della respirazione insieme alla  visualizzazione di immagini, un'altra tecnica di cui però parleremo la prossima volta.

Dott. Francesco Greco
http://www.consulenzapsicologicaonline.blogspot.it
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Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo
Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, disturbi dello sviluppo,
consulenza di coppia e familiare a Bagheria (Pa).
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Quella sfida cui mai, si può dire, ho ripensato essendo stata da me completamente dimenticata, me l’ha fatta ricordare Angelo Gargano.

Il luogo: Maggiacomo, proprietà agricola con casa di campagna sulla statale 113, proprio di fronte il cimitero di Santa Flavia, a due passi da quell’albergo delizioso che era ancora La Zagarella e accanto dove adesso sorge un pizzeria, La Baia dei fenici.

L’occasione: la mia prima laurea in filosofia nel 1972 (o forse1973) e i festeggiamenti organizzati per essa con gli amici, grigliata di carne e salsiccia e beveraggi vari, vino abbondante incluso.

Da quella festa sono ormai trascorsi più di quarant’anni e uno degli sfidanti, Michele Toia, non c’è più mentre l’altro, Nino Morreale, continua i suoi studi storici.

Angelo Gargano dunque!

Quella volta c’era anche lui e …chi altri? Nino Morreale e Michele Toia, Vincenzo Drago, Peppino Rotino, che mi ci spartivo il sonno, Totuccio Morana, Agostino Puleo, Ignazio La Monica, Nicoluccio Galioto, Gino Castronovo, Peppino Gumina, forse Franco Di Quarto, e gli allora ‘pulcini’ Mariano Lanza, Ciccio Morana, Mommino Scaduto…il carissimo e simpaticissimo Mummino che ci ha lasciato poco più che ventenne mentre faceva il soldato, si disse allora per la rottura di un aneurisma.

E sicuramente altri che non ricordo.

Dopo quella volta ci si cominciò ad allontanare, e nel giro di poco tempo dopo l’università e la laurea ognuno se ne andò per la sua strada, perchè così è la vita; ma quelli che ti sono stati amici, se in quarant’anni li vedi solo quaranta volte, una volta sola in un anno cioè, è come se li avessi avuti sempre vicini.

Angelo mi sollecitò a scrivere qualcosa su quella sfida e io, da quel momento, a una cosa sola ho pensato, a un episodio del film ‘L’oro di Napoli’ e, precisamente, a quello in cui Eduardo De Filippo disquisisce, e con quale serietà, sul pernacchio.

A quelli del quartiere che gli si rivolgono perché consigli loro la punizione che essi devono infliggere al loro nemico, è infatti l’esecuzione di un pernacchio che Eduardo suggerisce prescrivendo, come fosse una medicina, quante volte deve essere somministrato ( quando quel nemico esce di casa e quando rientra ) e come ( mano molle, labbra umettate, dita alzate ).

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Con un pernacchio come quello fatto da Eduardo si può fare la rivoluzione; attenzione però! il pernacchio è un’arte ed è diverso dalla pernacchia , cosa brutta e volgare ( ma quale esilarante performance comica concesse la volgare pernacchia al tenente tedesco al già maturo Totò del film I due marescialli), sono soltanto in tre o in quattro a Napoli ( e quindi in tutto il mondo ) a saperlo fare.

Perché ho pensato a quel film? Perché, attaccatomi al computer ho rivisto, e più volte, quell’episodio?

Perché ho cercato tra i miei libri, fin quando l’ho trovato, quello di Giuseppe Marotta andandovi a leggere il racconto da cui l’episodio fu tratto?

Forse che quella sfida in campagna, a Maggiacomo, fu sfida di capacità sonore come quella in cui don Ersilio Miccio, venditore di saggezza, eccelleva?

No, ma fu comunque confronto a base di sonorità, degna conclusione d’un’abbuffata senza etichetta, una sfida insomma tra particolari abilità.

Non ricordo chi fosse stato a cominciare; forse Mommino Scaduto, o forse Nicoluccio Galioto, capacissimi di farlo e di replicarlo un rutto d’autore, ma come si suol dire oggi quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare e scesero in campo i professionisti, ma che dico professionisti?  scesero in campo gli artisti, i virtuosi del rutto.

Sta di fatto che la prima sonorità fu sicuramente di pancia mentre le altre, quelle di Michele Toia e di Nino Morreale, i finalisti della insolita gara, furono erutti di petto e di testa, come lo erano i pernacchi d’Ersilio-Eduardo, e raggiunsero i livelli dell’espressione artistica.

Nell’ilarità generale anche un po’ sopra le righe per il tanto vino che aveva innaffiato le vivande i due solisti alimentando con birra e muluni russu i loro visceri raggiungevano vette epiche per sonorità, intensità e durata.

I due contendenti avevano ognuno un proprio metodo per ‘evocare’ il rutto: mentre l’uno si massaggiava e poi comprimeva l’addome, l’altro sfruttava una diversa tecnica di i(n)spirazione ed espirazione: insomma fu una coinvolgente battaglia all’ultimo rutto.

Vinse ai punti Michele Toia, dicevo buon’anima, che quello straordinario successo decantò tutta la vita e che con il passare degli anni, come sempre accade quando i fatti della nostra gioventù vieppiù si allontanano, dilatava a dismisura nei ricordi, volume e durata dei rutti assimilati a rombi di tuono premonitori di una tempesta.

E la sfida venne nobilitata, e non mancavano le teste, con citazioni classiche: che gli antichi romani dopo ogni mangiata facevano così, che un tempo era un modo per dimostrare di avere apprezzato le pietanze, che lo dicevano Catullo, Orazio e compagnia cantante ecc..ecc..

Ed a conclusione della periodica rievocazione dell’evento Michele ricordava sempre che da quel giorno suo figlio Peppino, allora cinque o sei anni, che si era portato dietro per ‘educarlo’ a stare con gli adulti, aveva iniziato a guardarlo con più considerazione e rispetto.

Al vincitore mancò solo il serto di alloro

Biagio Napoli

Angelo Gargano
 

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