L'attualità di Angelo Fiore nella letteratura italiana- di Melina Mele

L'attualità di Angelo Fiore nella letteratura italiana- di Melina Mele

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Nel panorama della letteratura italiana, l'importanza di Angelo Fiore si lega all'originale declinazione del tema dell'inquietudine e del senso di estraneità che segna l'uomo del Novecento. Dalla raccolta di racconti Un caso di coscienza, pubblicata nel 1963, alla prima prova romanzesca Il supplente, fino all'ultimo testo L'erede del Beato, del 1981, l'autore siciliano narra la parabola fallimentare di individui nevrotici, i quali, incapaci di adattarsi alla superficialità del vivere, indirizzano le loro energie verso la ricerca di un'ossessiva e metafisica idea della vita, grazie alla quale uscire dalla loro condizione esistenziale di marginalità.

  Allo scopo di diffondere l'opera dello scrittore, il Centro Studi a lui dedicato rinnova anche quest'anno il Seminario di studio sulla sua figura e l'opera e assegna il Premio “Angelo Fiore” - Città di Bagheria per il miglior progetto di ricerca, giunto alla III edizione.

   Durante la manifestazione, svoltasi il 2 aprile scorso nell'elegante cornice di Villa Palagonia, si è assistito ad interessanti interventi e dibattiti tenuti da critici e studiosi che, analizzando la poetica dello scrittore, ne hanno evidenziato e sostenuto il valore letterario e culturale. Ad inaugurare l'evento è stato Natale Tedesco, presidente del Comitato scientifico del Centro Studi, che, dopo aver ringraziato il presidente Emma De Giacomo, ha offerto importanti spunti di riflessione sull'oltranza figurale di Fiore, sottolineando la percezione carica e alterata della realtà e il gioco dell'essere e dell'apparire che caratterizzano i testi.

   Il seminario ha visto anche la partecipazione attiva dei giovani delle scuole di Palermo e Catania, degli studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Palermo e del Movimento Giovani per un Nuovo Umanesimo. A rappresentare l'associazione è stato Daniele Giustolisi che, con il suo intervento “La resistenza della parola nella notte del mondo”, ha rimarcato il nesso, evidente nell'autore siciliano, tra trauma del vivere e opera d'arte.

Ai giovani si è rivolto anche il prof. Sergio Collura, ringraziandoli per l'interesse dimostrato nei confronti di una lettura ostica e non immediata, quale è quella di Fiore, e per aver risposto con entusiasmo alle numerose iniziative intraprese dal Centro Studi e destinate proprio agli studenti.

A seguire, Antonino Rapisarda ha esposto le sue considerazioni sul concetto di libertà e di esperienza nell'opera dell'autore palermitano, ponendoli a confronto con l'idea husserliana di erlebnis, del vissuto interiore che conduce ad una visione altamente soggettiva della realtà.

Successivamente, è stato introdotto da Tommaso Romano il saggio Lo spazio sospeso di Angelo Fiore: una lettura del “Supplente”, di Marco Carmello, vincitore della II edizione del Premio per il miglior progetto di ricerca. Il lavoro, spiegato dallo stesso Carmello, si rivela coerente con l'intento di esplorare nuovi campi di indagine, concentrandosi, nello specifico, sul rapporto tra spazio interno ed esterno e sul significato simbolico dei luoghi del Supplente.

La manifestazione si è conclusa con la cerimonia di premiazione del vincitore della III edizione del Premio “Angelo Fiore” - Città di Bagheria, conferito dal Comitato scientifico del Centro Studi a chi scrive, per il progetto La ricchezza formale del grottesco vuoto esistenziale: analisi delle modalità stilistiche nelle opere di Angelo Fiore. Il tema dello studio è stato introdotto da Domenica Perrone, docente di Letteratura Italiana Contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo, la quale ha individuato il fulcro centrale della ricerca nell'analisi dettagliata delle scelte linguistico-stilistiche dello scrittore, elaborate per esprimere in modo adeguato tematiche ambigue, contrastanti e dicotomiche.


Melina Mele
 

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