Ferdinando Scianna, 4 lustri e qualche milione di frames- di Ezio Pagano

Ferdinando Scianna, 4 lustri e qualche milione di frames- di Ezio Pagano

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Alla Galleria d'arte moderna di Palermo dal 21 febbraio al 28 luglio 2019. Nel 2003 durante i preparativi per una mostra di Ferdinando Scianna a San Paolo del Brasile, di cui ero il curatore, chiesi a Ferdinando di raccontarmi qualcosa della sua vita, da questo interessante racconto nacque il volumetto “Sicilia dentro”, pubblicato per la collana “I Tascabile dell’arte” e che illustrerà la mostra.

Tutto questo avveniva nel mio studio, al Museum di Bagheria, dove a intersecare i nostri discorsi era un Salvo Cuccia agguerrito nel voler intervistare Scianna per realizzare un documentario. Così quel giorno entrò di prepotenza nella genesi di tre eventi che proiettano Bagheria nel palcoscenico internazionale: la mostra in Brasile, il volumetto “Sicilia dentro” e il video di Salvo Cuccia “12568 frames con Ferdinando Scianna”. Involontari Notai di questi accadimenti furono Franco Ciminato e lo storico Nino Morreale, amico di vecchio stampo di Ferdinando Scianna.

 scianna e morreale

Foto - In prima fila Ezio Pagano, Ferdinando Scianna e Nino Morreale, dietro Salvo Cuccia e i suoi collaboratori, a Bagheria nel 2002. Accanto la mostra in Brasile nel 2003.

Del racconto di Scianna mi colpì particolarmente quando dice: “La mia storia personale mi ha portato, da quasi quarant’anni, a vivere fuori dalla Sicilia. Sapevo, anzi, di essere fuggito dalla Sicilia, da quella Sicilia. Forse questo sentimento è durato finché è durata, come per ogni distacco, l’illusione del ritorno possibile. Poi, a poco a poco, ho scoperto con gli anni che non si va mai via completamente dalla Sicilia, non si distrugge dentro di se un’appartenenza così drammaticamente forte. E ho scoperto anche che il ritorno, ogni ritorno, è impossibile”.
Riflettendo su questo concetto, espresso da Scianna, affiorano alla mente tante amare realtà, come: amore/odio, bene/male o la più appropriata al nostro caso, madre/matrigna.
Infatti, Bagheria per i bagheresi è madre e matrigna, dove quelli che rimangono perché la sentono madre, quando s’accorgono ch’è matrigna è troppo tardi per andarsene e chi, invece, se ne va perché la sente da subito matrigna, poi ne sente la mancanza. Anche se in realtà nessuno va veramente via.
Nel 1996, in una conferenza sull’emigrazione a Sidney dissi: “l’emigrante ha il corpo dove vive e il cuore dov’è nato” e, infatti, a questo proposito dice ancora Scianna: “La Sicilia che desideravo, che credevo di desiderare, di essermi lasciato alla spalle è così tornata ad essere presente - ma non era mai stata assente - nei miei pensieri, nella mia memoria, nella mia coscienza, nel mio racconto”.
Credo che sia proprio da queste premesse che nasce la fotografia di Scianna e, dunque, anche la mostra alla Gam di Palermo dal titolo “FERDINANDO SCIANNA Viaggio Racconto Memoria” a cura di Paola Bergna, Denis Curti e Alberto Bianda, promossa da Civita.

 mpstra chicago

Foto- FERDINANDO SCIANNA, “Sicilia il paesaggio” 2007. Mostra curata da Ezio Pagano alla Dominican University di Chicago

Foto di copertina - Ferdinando Scianna a San Paolo del Brasile nel 2003 in uno scatto di Ezio Pagano e con E. Pagano a Bagheria nel 2002

 

 

 

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