Pochi sanno che il primo nome del Premio Oscar Giuseppe Tornatore è … - di Ezio Pagano

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Una storia a lieto fine che mi piacerebbe mostrare più che semplicemente raccontare.

Non ricordo in quale occasione, ma di certo era il 1981 quando il sindaco di Gibellina, Ludovico Corrao, mi chiese se conoscessi qualcuno che potesse filmare lo spettacolo “San Rocco legge la lista dei miracoli e degli orrori”. Corteo storico de “I Prisenti” e delle “Tamburinaie” di Gibellina con interpretazione scenica e regia di Accursio Di Leo, ideato e scritto da Emilio Isgrò e che si sarebbe tenuto alcuni mesi dopo, il 15 agosto del 1982 tra la vecchia e la nuova Gibellina. La mia risposta fu pronta come sempre e non poteva essere diversamente data l’antica amicizia che mi legava a Corrao: posso chiederlo a Peppuccio Tornatore gli dissi, un mio amico di Bagheria con la passione per la fotografia e la cinematografia (anni dopo la stessa situazione si riproporrà con Renato Guttuso per il documentario “Diario di Guttuso”).

In quel momento, non solo i siciliani ma gli italiani tutti, facevano a gara per dare il proprio contributo alla rinascita di Gibellina, dopo il devastante terremoto del 1968. Infatti, Peppuccio accettò e firmò la regia televisiva dello spettacolo, l’unica volta col suo primo nome Salvatore Tornatore. Allora aveva 25 anni.
A proposito della festa di San Rocco e “i Prisenti”, Vincenzo Consolo scriverà nel 1983: “… una preziosa reliquia di quella che si chiama civiltà contadina: un lunghissimo drappo di seta color porpora, ricamato a grappoli d’uva e spighe d’oro, un drappo che si portava in processione durante le feste religiose. Quella seta rossa e quei grappoli e spighe d’oro diventano ora simbolo di rinascita dal sangue e dalla sofferenza. Simbolo di cultura, d’armonia e di pace …”
Tornando al filmato di Tornatore, un giorno raccontai di questo documentario a Enzo Fiammetta, direttore del Museo delle Trame Mediterranee, il quale si mise a cercarlo ma senza mai trovarlo. Essendo io, rimasto amico di Gibellina anche dopo la morte di Corrao, ho pensato di chiedere una copia del filmato a Tornatore per farne dono alla città, ma la situazione si rivelò peggiore del previsto, perché neanche lo stesso Tornatore la trovò, rimanendone dispiaciuto. Intanto, passavano gli anni, i decenni e come succede, dopo quasi quarant’anni prevalse il sentimento della rassegnazione.
Per la riapertura del museo civico di Gibellina, intitolato a Ludovico Corrao, dopo la temporanea chiusura per assicurargli un nuovo look, torno a visitarlo, e con mio grande piacere riscopro un museo nuovo capace di far vivere l’atmosfera del Getty Museum di Los Angeles. Ovviamente trovandomi a Gibellina l’occasione è stata propizia per andare a trovare gli amici della Fondazione Orestiadi. Giunto alla Fondazione, sintiti sintiti, cosa succede, la memoria storica di Gibellina, Giulio Ippolito, amico mio e Vice Presidente Vicario della Fondazione mi dice – Ezio, ho trovato il filmato della processione di San Rocco - e qui la scoperta: regia televisiva di Salvatore Tornatore.
Ovviamente come avevo chiesto a Tornatore una copia per Gibellina, allo stesso modo ho chiesto a Giulio Ippolito di far avere una copia a Tornatore, così potrà documentare meglio la sua biografia, ma anche Isgrò e gli altri, mentre io potrò godermi la visione del film in compagnia dei miei amici e aggiungere un nuovo tassello nel puzzle della mia attività di cultore dell’arte. Una storia a lieto fine che mi piacerebbe mostrare più che semplicemente raccontare.

La foto: Salvatore Giuseppe Tornatore detto Peppuccio, Premio Oscar.

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