Perchè nella coscienza degli onesti non si spenga la speranza- di Manlio Schiavo

Perchè nella coscienza degli onesti non si spenga la speranza- di Manlio Schiavo

Politica
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Riceviamo e pubblichiamo: Ci piace titolare così questo nostro articolo, intanto perché le riflessioni del sacerdote Giovanni La Mendola, recentemente pubblicate sugli organi di informazione, ci sono parse, integralmente, molto significative e degne della massima attenzione;
poi ancora perché - in particolare, a proposito della necessità per le forze politiche di un "comune impegno di garantire alla città una vita civile, mettendo al primo posto, senza bandiere o interessi di parte, la promozione del Bene comune"- in completa sintonia con quanto, come Gruppo Civico Noi Cittadini di Bagheria, abbiamo, già da tempo, prospettato e sollecitato sotto forma di concreta proposta "politica", per ribadirlo anche al presente, all'interno di un ragionamento complessivo che vogliamo sottoporre all'attenzione dei nostri concittadini.

E' necessaria, tuttavia, una premessa: in una democrazia viva e vitale, che voglia rispondere adeguatamente alle sfide di una realtà sociale sempre più complessa e dalle dinamiche sempre più articolate, non si può non sottolineare la centralità e l'importanza dei partiti, quali strumenti di rappresentanza di istanze e di bisogni dei cittadini, nonché di elaborazione ideale e progettuale attraverso la quale rispondere proprio a quelle istanze, a quei bisogni, ma inserendoli in una visione più generale dell'uomo e della comunità.

Ma se lo strumento diviene un "fine", in se stesso e a se stesso autoreferenziale, privo del tutto di quella funzione di elaborazione ideale e progettuale e di quella visione più generale che sta a "fondamento" di tutto il resto, e definisce, spesso con arroganza e presunzione, fare politica quella che diventa soltanto una forma di esercizio interessato di potere su chi viene espropriato- o si lascia espropriare- per incultura, per superficialità, per disinteresse, per chiusura nel proprio privato, per bisogno - del suo diritto/dovere di partecipazione alla gestione della cosa pubblica, che viene delegato irresponsabilmente, resta ancora qualche possibilità di fare qualcosa di diverso?

E se questo esercizio interessato di potere sui cittadini si dimostra incapace e impreparato non solo ad amministrare il quotidiano nell'ottica del bene comune, ma ad affrontare la complessità del vivere sociale senza il respiro ampio e "disinteressato" e la prospettiva "lungimirante" del futuro, riducendo il fare politica solo alla coltivazione e alla soddisfazione di interessi magari legittimi ma che divengono "clientelari" di cortissimo e asfittico respiro, e che garantiscono solo pochissimi cittadini, qui e ora, azzerando aspettative e cancellando speranze di reali cambiamenti, in positivo, dello stile di vita per l'intera comunità, imponendo, anche ai giovani, un linguaggio "comune" inautentico, che viene spacciato per abilità e capacità politica, dove mai il vero sia vero e il falso sia falso, dove si allunghino sempre più le zone d'ombra, dove la vita "normale" dei cittadini è una cosa, " la politica è un'altra cosa", resta ancora qualche possibilità di fare qualcosa di diverso?

Ci stiamo riferendo, in concreto, alla situazione della nostra Città, dove, a fronte di una sempre più deteriorata e degradata amministrazione della cosa pubblica, i Partiti, sollecitati ripetutamente, non hanno dato e continuano a non dare risposte, non solo nei fatti ma nemmeno nelle parole, tranne a insistere su un linguaggio "trito e ritrito", su una "liturgia" ben nota che si avverte già in questa fase "pre-elettorale"e che, fra qui a poco, esploderà: movimenti di "posizionamento", intrecci "variegati" di nomi, scenari di possibili alleanze e "controalleanze", ipotesi di...., in attesa che....; stiamo a guardare.... ma dietro chi c'è?..........noi ci dobbiamo essere............c'è il rischio che.................

E' ancora immaginabile, da parte degli attuali partiti e amministratori, "vecchi" e "giovani", una "conversione" ad altro linguaggio, ad altri paradigmi di "pensare politico", che non siano una pura e "ignobile" falsificazione verbale?

Da qui, "perché nella coscienza degli onesti non si spenga la speranza" la profonda esigenza avvertita, a livello di Gruppo Civico, che i cittadini ridiventino realmente protagonisti attivi e responsabili del proprio territorio, passando da una democrazia basata sulla delega ad una democrazia partecipata, ove i più autentici interpreti della politica siano proprio essi stessi, consapevoli di costituire non già una sommatoria di individui, bensì una comunità responsabile dei beni comuni dei quali vivere e da tutelare.

Da qui, l'impegno del Gruppo Civico che si è tradotto, in vari momenti, in chiare prese di posizione riguardo alle più urgenti problematiche, che hanno interessato e che continuano ad interessare la nostra comunità bagherese e il nostro territorio, come momenti significativi dell'essere- come cittadini- sul campo, nell'interesse di tutti e di ciascuno.

Da qui, la proposta pro-vocatoria- che rilanciamo- di un fronte unico di responsabilità cittadina per le forze della cosiddetta "società civile", su temi fondamentali quali la Vivibilità del Territorio, il problema Rifiuti, il problema Acqua, per un accordo di programma che ponga come priorità assoluta e comune queste tre grandi questioni, da sottoscrivere pubblicamente come impegno prioritario, per formare un unico "corpo" con i bagheresi, per dare democraticamente una soluzione nell'interesse di ciascuno e di tutti, per fare fronte comune nel risolvere questi problemi fondamentali per i quali si può e si deve prescindere da ideologie, da schieramenti e/o colori partitici.

Ogni bagherese e ogni forza sociale dovrebbe impiegare le proprie capacità per la soluzione di questi tre problemi che sono fondanti per potersi ritenere ‘civili' e per qualsivoglia tipologia di sviluppo.

Da qui, infine, la consapevolezza che quel che si può continuare a fare, che potrebbe costituire un programma, altro non è che una continuazione di quanto si è cercato di stimolare sino ad ora, nella speranza di coinvolgere i concittadini e le forze sociali di Bagheria ad aprire spazi di democrazia sempre più partecipata, ove ci si confronti come bagheresi insieme interessati a noi stessi come comunità, nell'interesse dei nostri figli e di quanti verranno dopo, per il bene di tutti e di ciascuno.

Da questa consapevolezza deriva la richiesta alla persona di Tommaso Impellitteri di non volere sottrarsi ad un impegno politico diretto, coerente e consequenziale, che possa costituire una significativa opportunità, per tanti concittadini, di reale cambiamento, fuori dalle "logiche" partitiche, fuori da "interessi" soggettivi, dentro un'ottica esclusivamente di potere responsabile a servizio di tutti e di ciascuno, a partire dai soggetti più deboli ed emarginati.

Attorno a questa persona, portatrice di "valori" politici, etici, culturali, professionali, di alto livello, chiamiamo a raccolta, anzitutto, tante giovani e tanti giovani, che non aspirino al "mestiere" o alla "carriera" di politici, tante donne, impegnate nelle famiglie, nel sociale, nel lavoro, tanti laici "adulti" che guardino alla politica come ad un'incarnazione alta e nobile del loro essere Christifideles laici, tanti altri concittadini, lavoratori, imprenditori, professionisti o semplici persone, che vogliano ritrovare la speranza di vivere in una Bagheria più civile, più solidale, più matura socialmente e democraticamente, che vogliano ascoltare ed essere ascoltati, porre e proporre istanze e problemi impegnandosi a collaborare in prima persona per risolverli, che vogliano riappropriarsi della loro dignità di persone e di cittadini, per "costruire" insieme un modo nuovo di "essere" cittadini attraverso un modo nuovo di "fare" politica.

Prof. Manlio Schiavo
e altri amici del Gruppo Civico Noi Cittadini

 

 

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