Consiglio su scuole e rifiuti: l'opposizione lascia l'aula per le intemperanze del sindaco

Consiglio su scuole e rifiuti: l'opposizione lascia l'aula per le intemperanze del sindaco

Politica
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'L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare', amava ripetere il buon brontolone Gino Bartali, quando, in età matura, faceva il commentatore alla fine delle tappe dei Giri ciclistici d'Italia: ci ritroviamo sostanzialmnete a pensar la stessa cosa dopo avere seguito un consiglio di oltre sette ore, in cui i protagonisti, consiglieri, sindaco, assessori, pur volendo le stesse cose, e cioè il massimo di garanzie di sicurezza per i bambini ( il 101% continuava a ripetere l'assessore au LL.PP. Fabio Atanasio) e le scuole che li ospitano, riuscivano lo stesso a litigare.

Era stato il sindaco nella fase iniziale del consiglio a perdere le staffe, e non è la prima volta che accade, ed a mandare in maniera poco civile in quel posto il consiglier Biagio D'Agati: era già accaduto con Filippo Tripoli e poi con Maurizio Lo Galbo, con il sindaco che accompagnava le sue colorite espressioni con riferimenti ai parenti, tema questo sul quale potrebbe essere più prudente e metterlo da parte, e per tanti motivi,  uno in particolare, perchè anche qualche parente stretto degli attivisti del MoV 5 stelle era un assiduo frequentatore di palazzo Ugdulena, in tempi recenti e meno recenti.

Comunque sia, dopo questo fuoco iniziale, l'opposizione che durante le 'esternazioni' del sindaco avevano lasciato l'aula rientra, per rispetto dicono anche ai familiari dei bambini presenti ed al pubblico che segue in aula, e per quelli che seguono da casa.

In chiusura di seduta, Patrizio Cinque, con molta umiltà e buon senso, cerca di dare una spiegazione al suo comportamento ed apre alla collaborazione con l'intero consiglio.

Verò è che certe espressioni, colorite o volgari come si vogliano definire, sono poco adatte alle circostanze, anche se la nostra opinione è di non formalizzarsi eccessivamente visto quanto succede in assemblee anche molto più autorevoli del consiglio comunale di Bagheria, il Parlamento italiano per capirci; però certe motivazioni del sindaco non sono del tutto campate in aria.

E ci spieghiamo.

Ieri sera ci siamo persuasi che a causa di scelte sbagliate fatte a inizio consiliatura dal MoV 5 stelle, con la complicità di alcuni consiglieri della minoranza per la mancata rielaborazione della sconfitta, ci siano in entrambi gli schieramenti persone che sistematicamente soffiano sul fuoco, sul piano dei tentativi di provocazione, nella speranza, forse conoscendo bene questo caratterino del sindaco, di fargli saltare i nervi; così come in ruoli di responsabilità nella maggioranza ci sono figure che non hanno l'equilibrio, l'esperienza  e la serenità necessari, e neanche la voglia per dirla tutta, per 'convivere' civilmente con l'opposizione, e questo rischia di far passare questa esperienza politica come la più negativa anche del recente passato.

Parliamo della presidente del consiglio che in ogni seduta e sin dall'inizio, con un atteggiamento sin troppo fazioso crea un clima di scontro, ed a turno di qualche consigliere di minoranza che scende su questo terreno. Occorre rimuovere questi macigni, occorre che al più presto i fomentatori  di odio (politico s'intende e non uso a caso questa espressione) , che passa anche attraverso il web, si diano una bella regolata, e si rendano conto del ruolo che viene loro richiesto.

Per la presidenza un ruolo di garanzia e di rappresentanza dell'intero consiglio, e non di braccio armato a difesa  del sindaco e della maggioranza, cosa che ancora non è stata capita, e per alcuni esponenti della minoranza che le provocazioni in politica, forse favoriscono qualche battimani, ma alla fine politicamente non pagano.

Peraltro ci siamo convinti che quello che pensiamo noi lo pensano molti inquilini di palazzo Ugdulena, tra la maggioranza e l'opposizione, ormai stanchi di assistere a questi noiosi teatrini tra la presidente e l'oppositore di turno.

Abbiamo ascoltato lo sfogo finale del sindaco, e dobbiamo dire che, parolacce a parte, non ha tutti i torti: ha partecipato a tutte le sedute senza che la legge lo obblighi a farlo, è stato centinaia di ore ad ascoltare anche polemiche assurde e discorsi da caffè o ridicoli fatte da esponenti di entrambi gli schieramenti, deve affrontare problemi di gravità e complessità enorme e deve ricevere in certi casi accuse palesemente ingiuste, malgrado cerchi di distrarsi col tablet; e questo è sbagliato.

Nella parte finale del consiglio è sembrata prevalere questa voglia di deporre le armi e di dialogare, perchè i problemi di Bagheria sono tali e tanti che richiedono un fronte comune, senza il quale ormai sembra più prendere corpo lo spettro di una città alla deriva.