Gino Castronovo puntualizza

Gino Castronovo puntualizza

Politica
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Trovo alquanto singolare che nell’articolo del 24 Settembre Angelo Gargano polemizzi con la decisione dell’opposizione (Sinistra Democratica, PDL, liste civiche di centro-destra) che ha fatto mancare il numero legale nel consiglio comunale del 19 Settembre.

(Sinistra Democratica è rappresentata in consiglio comunale da un solo consigliere).

Ci saremmo aspettati francamente che le critiche e gli appelli al senso di responsabilità venissero indirizzati soprattutto verso i partiti PD e UDC e i consiglieri che sostengono il sindaco Sciortino, considerato che, nella seduta del consiglio comunale del 19 Settembre bastavano solo 12 e non 16 consiglieri presenti, affinché la seduta fosse ritenuta valida e in aula vi erano solo 8/9 dei 16 consiglieri della maggioranza.

E’ utile ricordare che il sindaco Sciortino, per giustificare la spregiudicata operazione politica di vero e proprio tradimento perpetrato nei confronti di più di 15.000 cittadini bagheresi che nel Giugno del 2006 lo avevano eletto a capo di una coalizione di centro-sinistra, ha dichiarato che l’ingresso dell’UDC in giunta serviva ad assicurargli una solida maggioranza in consiglio comunale.

Trovo altresì strano che in queste ultime settimane non sia stata evidenziata da più parti l’assoluta irresponsabilità del sindaco Sciortino, il quale ha tenuto la città senza una giunta per quasi due mesi, facendo in tal modo pagare ai cittadini il costo della crisi politica. A causa della mancata approvazione del PEG da parte della giunta si è dovuto sospendere per un mese il servizio di assistenza domiciliare agli anziani, alcuni veramente in stato di grave disagio, nonché i pagamenti ai fornitori del comune, causando in tal modo disservizi per i cittadini.

 Voglio rassicurare Angelo Gargano che non ho dimenticato gli insegnamenti dell’On. Peppino Speciale, nostro maestro per tanti anni di politica e di vita, che tra le tante cose ci ha insegnato a rispettare sempre e in ogni caso la volontà del popolo bagherese.
Negli anni '80, dopo grandi battaglie condotte dal PCI in difesa degli interessi generali del popolo di Bagheria (acqua dal S. Leonardo, metano, porto di Aspra, valorizzazione delle ville settecentesche, difesa del territorio dalla speculazione edilizia, lotta allo scafazzo) e a difesa delle istituzioni democratiche minacciate allora dagli squadroni della morte della mafia, che in quegli anni insanguinavano le strade di Bagheria, il popolo bagherese invece di votare per il PCI come sarebbe stato giusto e naturale almeno secondo noi, sceglieva di votare per la DC.

Quella DC responsabile di molti dei problemi che affliggevano e affliggono tuttora Bagheria e che a ogni elezione comunale invece di vedere diminuire i consensi elettorali, aumentava i propri rappresentanti in consiglio comunale, mentre il PCI perdeva sistematicamente consenso. A fronte di quelle sconfitte, i giovani del gruppo dirigente del PCI di allora erano portati a dire che il popolo non capiva niente di politica e per dirla come Giusy Buttitta, erano convinti che “una maggioranza guidata da Gambadilegno e dalla Banda Bassotti governava una minoranza con a capo tanti Einstein e Leonardo da Vinci”, insomma pensavamo che la democrazia fosse una bella fregatura e che tutto sommato il popolo di Bagheria meritava di essere governato dalla DC.

Ebbene anche in quelle occasioni Peppino Speciale, che aveva lottato contro la dittatura nazifascista, dimostrava tutta la sua saggezza affermando che la democrazia è il bene più prezioso e che il popolo quando vota ha sempre ragione a prescindere da chi sceglie per essere governato.
Quindi sulla base di quanto ci ha insegnato Peppino Speciale siamo convinti che la decisione di abbandonare l’aula in quella occasione sia stata assolutamente giusta.

Questo gesto voleva rimarcare il comportamento politico del sindaco Sciortino, il quale tradendo il voto popolare è venuto meno a quello che è il principio fondamentale di uno Stato democratico e cioè che il voto espresso dai cittadini va rispettato sempre e in ogni caso, al di la di ogni contingente convenienza politica.
A proposito dell’elezione del presidente del consiglio il sottoscritto per evitare qualsiasi speculazione politica non ha votato né per Daniele Vella né per il dott. Angelo Calì, ma ha invece votato per se stesso.