Dal Presidente operaio al sindaco spazzino

Dal Presidente operaio al sindaco spazzino

Politica
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In città, ma non solo, è l'argomento del giorno: almeno una decina di interviste e di articoli su Giornali e network nazionali: dall'agenzia ANSA alla Repubblica, dal Giornale di Sicilia al TG regionale, da Radio Capital a Radio Reporter, da Radio Spazio nuovo a Teleone. Il telefonino del sindaco, già caldo di suo,

diviene incandescente per le richieste che piovono di dichiarazioni o interviste; ed il sindaco "spazzino" come titola vistosamente la Repubblica di oggi si sarebbe conquistata la simpatia dei commercianti dei corsi principali e la riconoscenza dei propri concittadini.

Non v'è dubbio che il "coup di theatre" di domenica scorsa ha attirato su Bagheria e sul suo sindaco una attenzione mediatica senza precedenti, che supera largamente quella sul perchè  dei cumuli di rifiuti, ed ha alimentato le discussioni dei bagheresi e non solo dei politici.

Se il gesto di Sciortino voleva essere una "provocazione" come lui stesso l'ha definita e un modo per attirare l'attenzione dei "media", su una questione drammatica che il sindaco si trova ormai ad affrontare, a mani veramente nude, un giorno sì e l'altro pure, l'obiettivo è stato centrato.

Diversi e contrapposti naturalmente i commenti e le opinioni che i bagheresi manifestano sulla sortita del sindaco: si va dall'apprezzamento per un primo cittadino che di fronte alle cataste di rifiuti si sbraccia e trascura pure di domenica le incombenze familiari, allo sfottò di chi considera pura propaganda e demagogia questa improbabile raccolta di rifiuti.

Ma crediamo che stavolta il problema non sia soltanto questo: sta nella capacità istrionesca (ma anche politica non va dimenticato) di Biago Sciortino, di capovolgere una situazione che lo vede responsabile e soccombente in una situazione speculare in cui diventa la vittima e il combattente.


La storia recente e meno recente ci ha tramandato spesso immagini del potere che esce dal "Palazzo" e si fa "umano".

Dal Mussolini che a torso nudo miete il grano, a Sciortino che a mani nude raccoglie sacchetti di spazzatura, passando per Berlusconi che con la cazzuola pone la calce su una prima pietra di non ricordiamo quale grande opera e si autoproclama presidente operaio.

"Mutatis mutandis" siamo sempre là.

La foto di copertina è uno scatto dello Studio Fotografico Battista