Cinema e brivido per una calda sera d'estate-di M. Galioto

Cinema e brivido per una calda sera d'estate-di M. Galioto

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La storia si svolge a San Diego, nell'estate del 2006. Katie è un giovane ragazza, apparentemente tranquilla, che divide l'appartamento con il suo compagno, Micah, giovane video-amatore. Turbata fin da bambina da visioni e contatti con un misterioso mondo sovrannaturale,

Katie è nelle ultime settimane assillata da rumori, ombre e incubi notturni. Nel tentativo di trovare una spiegazione a questi strani accadimenti, Micah decide piazzare una telecamera nella loro camera da letto, sperando di poter dar corpo alle angosce della sua fidanzata.

La narrazione del film raccoglie l'accaduto di 21 notti consecutive, resocontando la terribile lotta di dquesti ragazzi contro queste forze oscure che li perseguitano.

Ispirato alla vera storia di un israeliano programmatore di software games, Paranormal Activity è una gran "montatura" cinematografica, realizzato col modesto budget di 15.000 dollari, reso un vero e proprio caso mediatico grazie al condizionamento collettivo generato dalla sapiente propaganda effettuata su internet, la tv, i giornali. Basti pensare che ne ha incassati quasi 110.000 solo in America, sfruttando il fortunato clichè di "The Blair Witch Project", vero e proprio film-culto di quel genere detto mockumentary, improntato ad uno stile falsamente documentaristico, generalmente ispirato a fatti riportati come veri.

L'horror si gioca su una costante indecisione di fondo, sul vedo e non vedo che molto lascia all'immaginazione e al nostro inconscio. Si dice che il film di Oren Peli, prima di affrontare la via della grande distribuzione sotto l'ala della Paramount, sia stato leggermente rimaneggiato sotto consiglio di Steven Spielberg (che leggenda vuole come primo spettatore e sdoganatore della pellicola, dopo esserne rimasto terrorizzato da una visione privata), proprio per aumentare le incursioni di "attività paranormali" all'occhio del curioso spettatore. Gli espedienti di questo tipo abbondano un pò nel finale, che sicuramente funziona meglio a livello cinematografico, ma sembra quasi anche colpevole di una sottile manifesta artefazione del girato, sebbena sia sempre evidente l'intento di non compromettere l'aura di inquietante realismo che aleggia sull'intera opera.

Ed è proprio questa costante parvenza di realismo e, dunque, di storia vera, l'ingrediente più gustoso di questo film, giocato su semplici accadimenti notturni nella casa di Micah e Katie: una semplice porta che si chiude lentamente, rumori di misteriosi passi sulle scale, orme di sconosciuti sul pavimento... Il regista stuzzica, ma senza sconvolgere, i lati dell'essere umano più universalmente sensibili e facilmente influenzabili dal buio, dalle ombre e in generale dall'irrazionale e da ciò che ci è ignoto. Ma considerando che nella pellicola gli effetti "speciali" usati per accrescere la paura sono pochi, e che non sono nemmeno originali cinematograficamente parlando, consiglio agli amanti del vero brivido e dell'alta tensione una bella incursione nella filmografia del Signor Alfred Hitchcock.

 

Già pubblicato sul periodico L'Approfondimento

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