Il particolare è emerso nel processo 'Reset' che si sta svolgendo a Palermo, davanti alla II sezione del Tribunale presieduta da Bruno Fasciana:
sono stati due pentiti Salvatore Lo Piparo e Benito Morsicato a tratteggiare il ruolo dei due narcotrafficanti ispano canadesi, Juan Ramon Fernandez Paz e Fernando Pimentel, che espulsi dal Canada avevano riparato a Bagheria mettendosi a disposizione della locale cosa nostra che li utilizzava per convincere i commercianti riottosi a pagare il pizzo.
Lo riporta il 'Giornale di Sicilia' di oggi in un articolo a firma di Riccardo Arena.
Proprio Pimentel avrebbe partecipato ad una spedizione punitiva contro il titolare di una impresa edile F.M., che sarebbe stato costretto a pagare un debito di 10.000 euro a Leonardo Granà, figlio di Pietro Granà, che aveva una ditta di materiali da costruzione presso cui erano costretti ad approvvigionarsi i costruttori del territorio.
F.M. aveva sempre negato la circostanza, ma le dichiarazioni dei due collaboranti bagheresi collimano'' con quelle del pentito altavillese Vincenzo Gennaro.
LOostesso Granà, arrestato nel 2014, successivamente avrebbe subito anche lui un tentativo di estorsione da parte Pietro Liga, perchè quest'ultimo pretendeva una sorta di risarcimento per alcune affermazioni ingiuriose che il Granà avrebbe fatto nei suoi confronti, e che emergevano dalle intercettazioni.
A Bagheria i due ispano-canadesi rendevano conto a Giorgio Provenzano e Pietro Flamia, inteso 'u cardiddu'.