02-02-09 Vestire le Immagini - Ritratti di Icone, arte e cinema in mostra a villa Cutò

02-02-09 Vestire le Immagini - Ritratti di Icone, arte e cinema in mostra a villa Cutò

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Riceviamo e pubblichiamo:

Per Jean Baudrillard la seduzione è l’artificio del mondo, è la liberazione del desiderio. Essa si configura come segno, attua strategie rituali che regnano sovrane nell’universo della tran-sessualità.

Fin dal suo apparire il cinema ha nutrito la vista con immagini ritraenti oggetti di desiderio irraggiungibili, fantasmi di corpi in cui i movimenti di camera ora indugiano, ora scivolavano creando inquadrature che scolpiscono ritratti di Icone che nell’artificio della loro presenza-assenza attivano la contemplazione trascinandola nell’attrazione per il vuoto, in cui i messaggi del desiderio prendevano vita e intessevano il segreto della seduzione.

Nell’era della “riproducibilità tecnica” la venerazione planetaria va proprio alle immagini di divi e dive che sono state protagoniste di quell’Olimpo fondato ad Hollywood dalla macchina del cinema.
I protagonisti dello star system grazie alle scelte di linguaggio ed agli standard stilistici che si sviluppano nel mondo della cinematografia diventano immagini i cui valori simbolici ed esoterici significano la loro fascinazione che non ha altro compito se non quello di sollecitare la magia della seduzione.

Vestire le Immagini – Ritratti di Icone è un evento che avrà luogo il 6, 7 e 8 febbraio a Palazzo Aragona Cutò - Bagheria.

La prof.ssa Maria Angela D’Agostaro, docente di Storia del Costume nello Spettacolo del corso di laurea in STASM della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, ed un gruppo di studenti rendono omaggio alle Icone del cinema con un evento accattivante, frutto di ricerche e di un attento studio.

Tutti gli spazi di Palazzo Cutò saranno allestiti con scenografie che faranno da sfondo a manufatti, costumi realizzati con materiali alternativi e riciclati.
I linguaggi impiegati nella mostra: le scenografie, le istallazioni, i videopercorsi, i quadri, scolpiscono corpi e sembianze, anatomie di un Io che dallo schermo fuoriesce e si sdoppia offrendosi allo sguardo attonito, tramortito e irretito dello spettatore che si lascia catturare dall’attrazione fatale.
Nelle sale dell’antico Palazzo, la spettacolarizzazione dell’Icona si irradia, le immagini si vestono di nuovi materiali o di stoffe lucide, si gioca con l’illusione e con le mitologie; così si rivela il rituale dell’Assenza.

 

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