La vergogna dell'elezione del difensore civico: l'uomo giusto al posto sbagliato

La vergogna dell'elezione del difensore civico: l'uomo giusto al posto sbagliato

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Il Consiglio Comunale finalmente si è determinato con la nomina di Giorgio Castronovo (nella foto a sinistra, ndr) a Difensore Civico, a colmare un vuoto nel sistema istituzionale cittadino che si protraeva da circa due anni, a dimostrazione della scarsa sensibilità civica

che il sistema politico nella sua interezza ha nutrito nei confronti dei cittadini.

Essi sono stati privati per più di 600 giorni di uno strumento importante a tutela degli interessi degli stessi e che per sua natura; così come è stato concepito e strutturato costituisce un naturale elemento complementare nel gioco democratico a garanzia dell’imparzialità della pubblica amministrazione e del potere politico nei confronti del cittadino.

Il particolare e delicato ruolo che il Difensore Civico dovrebbe svolgere, presupporrebbe da parte della politica che lo esprime, un ordine di valutazione super-partes, che superando la logica di spartizione cencelliana, possa determinare scelte di alto profilo con personalità di specchiata professionalità, con un notevole bagaglio di nozioni giuridico-amministrativi ed una esperienza maturata o nell’attività forense od in posti strategici della pubblica amministrazione.

In barba alle basilari norme di rispetto delle regole e di affermazione della legalità, elementi distintivi, almeno sulla carta o nelle dichiarazioni d’intenti, dell’Amministrazione Sciortino, si è lasciata sguarnita questa importante casella, nell’attesa, durata ben due anni, che la risoluzione del problema potesse risultare funzionale al mantenimento della stabilità politica nell’ambito della contrattazione e della mediazione d’interessi non sempre trasparenti tra il Sindaco ed il Consiglio Comunale.

Personalmente rifuggo dalla categoria mentale dell’indignazione che non appartiene all’armamentario del mio bagaglio politico-culturale, anzi mi sforzo nelle analisi e valutazioni di comprendere le ragioni e le esigenze della politica; ma questo passaggio politico mi costringe a valutazioni severe. Esso al di là delle apparenze e dei compiti istituzionali e delle ipocrisie di turno, viene indubbiamente fuori dalla contrattazione politica tra il Sindaco, la nuova maggioranza consiliare e parte rilevante della pseudopposizione. Poco edificante è apparsa la deferenza con la quale spezzoni importanti dell’opposizione consiliare hanno accolto l’elezione di Giorgio Castronovo a Difensore Civico.

Le sue qualità politiche sono realmente e sinceramente indiscusse, ma riteniamo che sarebbe stato più opportuno ritagliargli , un ruolo di rilevanza all’interno dell’Esecutivo; anzi, sarebbe apparso, logico, naturale e legittimo; piuttosto che un ruolo di garanzia che mal si concilia con gli stretti rapporti amicali e politici con il Sindaco. Questa elezione d’altronde, ritengo faccia il paio con il vergognoso ed indecoroso spettacolo a cui abbiamo assistito la scorsa estate, quando quasi quotidianamente si costituivano per disfarsi appena qualche giorno dopo, cordate, alleanze, federazioni tra consiglieri, al di là degli schieramenti e delle appartenenze politiche, con il solo obiettivo di “proporsi” al Sindaco al fine di “garantire” la governabilità della Città.

E perbacco, abbiamo la consapevolezza che la politica non è materia per educande delle orsoline, ma un minimo di decoro ed ancoraggio ad elementi valoriali etici, sarebbe stato opportuno, quantomeno per salvaguardate le forme ed evitare che i cittadini-elettori traggano la legittima conclusione che il Consiglio Comunale si sia trasformato in un mercato delle vacche grasse sulla falsa riga dei suk magrebini.

Ci piacerebbe immaginare come avrebbe tuonato dai banchi dell’opposizione il neo-assessore Filippo Tripoli, severo censore del malcostume politico-clientelare della precedente giunta. Ci meraviglia che gli eredi della storica tradizione della Democrazia Cristiana, sempre accorta nella gestione moderata, equilibrata e saggia del potere non siano riusciti a stoppare un’operazione che ha i contorni dell’arroganza, della superficialità e di scarsa cultura di governo e di sensibilità politica.

Ci saremmo aspettati maggiore capacità di incidere e di arginare le derive personalistiche del Sindaco, da parte della nutrita schiera di consiglieri ed assessori dell’UDC, a cui rinnoviamo gli attestati di stima per l’esperienza maturata in tanti anni di opposizione consiliare che ne ha forgiato competenze e capacità, auspicando che impongano a quest’Amministrazione, di cui oggi fanno parte, un deciso cambio di passo in termini progettuali, propositivi e soprattutto gestionale.

Michele Balistreri, firmatario della lettera, è presidente del centro studi "Primavera Liberale".

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